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Difese agli antipodi in vista del big match: il Napoli alla ricerca della solidità, l'Inter un muro quasi invalicabile

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"Gli scudetti si vincono con la difesa”. Il mantra di Massimiliano Allegri, che porta avanti da anni e con il quale si è ripresentato in estate alla guida del Milan per la seconda volta nella sua carriera, non è poi così lontano dalla realtà.

Negli ultimi 36 campionati di Serie A, infatti, in ben 25 occasioni a sollevare lo Scudetto è stata la squadra che ha subito meno reti nel corso della stagione.

Un dato significativo, che evidenzia quanto la solidità difensiva sia determinante nel nostro campionato.

Ora l’attenzione si sposta sul weekend, quando al Maradona andrà in scena una delle sfide più attese del torneo: Napoli-Inter.

Le due squadre, rispettivamente prima e seconda nella scorsa stagione, stanno attraversando momenti completamente diversi. E una delle chiavi di lettura principali coincide proprio con il fattore difensivo, oggi diametralmente opposto tra le due formazioni.

  • MANCA EQUILIBRIO: IL NAPOLI BALLA IN DIFESA

    Parlare di mancanza di solidità difensiva quando si tratta di una squadra allenata da Conte fa notizia - soprattutto se si parla del suo Napoli, che nella passata stagione ha conquistato lo Scudetto subendo appena 27 reti in 38 giornate, otto in meno rispetto a qualsiasi altra formazione.

    In questo avvio, però, la situazione è ben diversa. Gli azzurri hanno cambiato modulo, tentando di far coesistere De Bruyne, McTominay, Anguissa e Politano, ma a risentirne è stata proprio la fase difensiva.

    Sono otto le partite consecutive, tra Serie A e Champions League, in cui il Napoli ha subito almeno un goal: un bottino negativo di 16 reti incassate, lo stesso numero delle precedenti 24 gare sotto la gestione di Conte.

    Numeri che colpiscono, soprattutto considerando che tra aprile e agosto i partenopei avevano mantenuto la porta inviolata in otto delle nove partite disputate, e che la difesa titolare di quest’anno - almeno sulla carta - è rimasta pressoché invariata.

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  • Alessandro Buongiorno NapoliGetty Images

    CONTE ATTENDE IL MIGLIOR BUONGIORNO

    In una situazione tattica ancora in fase di evoluzione - e che con ogni probabilità richiederà una revisione da parte di Conte - il Napoli appare oggi una squadra fin troppo sbilanciata, spesso sorpresa e impreparata nelle transizioni. In questo contesto, alcuni giocatori non stanno rendendo al meglio.

    L’avvio di stagione di Buongiorno non è stato tra i più fortunati: appena sei presenze sulle sedici partite disputate finora, complice una serie di infortuni che ne hanno limitato il rendimento.

    Quando è sceso in campo, però, l’ex capitano del Torino non ha ancora mostrato la sua miglior versione. Per ritrovare equilibrio e compattezza difensiva, il Napoli ha un bisogno estremo di lui, in attesa anche del rientro di Rrahmani, ancora fermo ai box per un infortunio muscolare.

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  • LA SCONFITTA CON LA JUVE HA CAMBIATO TUTTO: L'INTER È UN BUNKER

    Sei goal subiti nelle prime tre partite stagionali - quattro dei quali dalla Juventus - poi soltanto due nelle successive sette.

    La sconfitta nel Derby d’Italia ha rappresentato una vera e propria svolta per la stagione dell’Inter, che ha ritrovato quella solidità difensiva che mancava ormai da tempo.

    Sono infatti cinque i clean sheet raccolti nelle ultime sette gare, tanti quanti quelli ottenuti nelle precedenti ventitré partite, a partire dal 30 marzo scorso.

    È vero: i nerazzurri hanno potuto beneficiare di un calendario relativamente favorevole nell’ultimo mese, ma - viste le premesse iniziali - non era affatto scontato riuscire a ritrovare fiducia e compattezza nella fase arretrata.

  • Akanji InterGetty Images

    AKANJI È UN FATTORE: ACQUISTO SOTTOVALUTATO?

    In questo avvio di stagione l’attenzione si è spesso concentrata sulle prestazioni molto positive dei giovani Sucic, Bonny e Pio Esposito, o sulla leadership di giocatori come Lautaro, Barella e Dimarco. Ma c’è anche chi lavora nell’ombra e, in modo silenzioso, sta facendo davvero la differenza.

    Arrivato nell’ultimo giorno di mercato, in sostituzione di Pavard - approdato al Marsiglia di De Zerbi - Akanji è già diventato un pilastro della difesa nerazzurra.

    Un debutto in sordina, coinciso con la difficile sfida contro la Juventus, non lo aveva aiutato a imporsi subito. Ma le prestazioni successive hanno chiarito perché Guardiola lo considerasse un giocatore chiave per tanti anni al Manchester City.

    Lo svizzero si è integrato alla perfezione nel sistema di Chivu e, al fianco di Bastoni e Acerbi, contribuisce a formare un vero e proprio bunker difensivo davanti alla porta difesa da Sommer. Dal suo esordio in nerazzurro, inoltre, è il giocatore dell’Inter che ha completato il maggior numero di passaggi nella propria metà campo, a conferma di quanto spesso le azioni della squadra inizino proprio dai suoi piedi.

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