Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Inter epic collapse GFXGetty/GOAL

Dalla vittoria col Barcellona, alle sconfitte e le liti interne: i due mesi da incubo dell’Inter

Pubblicità

Quando è arrivato il momento di parlare con i giornalisti dopo l'epica partita di Champions League con il Barcellona a San Siro, Davide Frattesi stava ancora cercando di riprendere fiato, ancora cercando di trovare le parole giuste.

"È semplicemente incredibile, non so cosa dire. Questa è la bellezza del calcio". Ed era proprio così.

Quella vittoria per 4-3 dell'Inter è stata davvero da sogno, uno spettacolo surreale in cui nulla aveva senso. Nemmeno Simone Inzaghi aveva idea di cosa stesse facendo Francesco Acerbi in attacco quando ha trasformato con freddezza in un cross di Denzel Dumfries al 93', portanto la sfida ai tempi supplementari.

Frattesi, dal canto suo, ha rischiato di non poter nemmeno scendere in campo ma, proprio come il suo capitano Lautaro Martinez, ha stretto i denti per giocare un ruolo fondamentale nella sfida: "Devo ringraziare i fisioterapisti, perché ieri avevo un problema all'addome e hanno fatto un lavoro incredibile per rimettermi in forma per questa partita".

Poi, quando ha segnato il goal che ha regalato la vittoria all'Inter, ha "quasi perso i sensi" durante i festeggiamenti sfrenati che sono seguiti: "Sono stato fortunato a finire la partita! Ma questa è stata la mia carriera, davvero. Non ho avuto un talento incredibile, ma sono l'ultimo a mollare e il primo a crederci, quindi questo è il premio per l'impegno e la dedizione".

In questo senso, Frattesi ha in qualche modo incarnato l'Inter, una squadra che non manca di calciatori di talento, ma che è comunque rinomata per la sua disciplina tattica e il suo affiatamento. È quindi incredibile che, due mesi dopo aver battuto il Barcellona nella più grande semifinale di Champions League mai giocata, non solo si riscopra divisa, ma anche in difficoltà...

  • Como 1907 v FC Internazionale - Serie AGetty Images Sport

    UN TITOLO BUTTATO VIA

    Dopo aver superato il Barcellona, l'Inter ha battuto il Torino l'11 maggio, mantenendo vive le speranze di conquistare il secondo Scudetto consecutivo. Il weekend successivo, penultimo della stagione 2024-25, la corsa al titolo di Serie A sembrava essersi ribaltata a favore dei nerazzurri.

    Con il Napoli, capolista, bloccato sullo 0-0 a Parma, l'Inter era in testa alla classifica grazie al goal di Dumfries al 79' a San Siro. Tuttavia, nei secondi finali del tempo regolamentare, alla Lazio è stato assegnato un rigore controverso per un fallo di mano di Yann Bisseck, che Pedro ha trasformato, regalando agli ospiti il pareggio per 2-2 che ha di fatto consegnato il titolo ai partenopei.

    Convinta di essere stata vittima di un grave torto, l'Inter ha rifiutato di adempiere ai propri obblighi con i media dopo la partita. Tuttavia, Inzaghi, espulso per aver reagito con veemenza al rigore concesso alla Lazio, e i suoi giocatori non potevano che prendersela con se stessi per aver gettato al vento quello Scudetto, che il Napoli ha conquistato il venerdì successivo con una vittoria ispirata da Scott McTominay sul Cagliari.

    "Non meritavamo di vincere perché non siamo stati primi dopo 38 partite - ha dichiarato il difensore centrale Stefan de Vrij a DAZN - Ma c'è la sensazione che avremmo potuto fare di più in campionato quest'anno".

    Tuttavia, come ha sottolineato il difensore olandese, l'Inter aveva ancora una partita da giocare, la più importante della stagione: "Abbiamo lavorato molto duramente quest'anno e abbiamo fatto molto bene in Champions League, quindi ora faremo tutto il possibile per finire in bellezza. C'è una grande voglia di giocare una grande finale la prossima settimana".

    Purtroppo, ciò che l'Inter ha offerto contro il Paris Saint-Germain, è valso una delle serate più umilianti della storia del club.

  • Pubblicità
  • Paris Saint-Germain v FC Internazionale Milano - UEFA Champions League Final 2025Getty Images Sport

    UMILIATI IN FINALE

    In vista della finale di Champions League del 31 maggio contro il PSG a Monaco, i giocatori dell'Inter hanno insistito sul fatto di aver imparato molto dalla precedente finale disputata a Istanbul nel 2023. In quell'occasione avevano perso 1-0 contro il Manchester City, ma avevano giocato molto meglio di quanto chiunque si aspettasse. All'Allianz Arena, vicevera, hanno offerto una prestazione peggiore di quanto chiunque potesse immaginare.

    La partita era praticamente finita dopo 20 minuti, con il PSG in vantaggio per 2-0 grazie ad Achraf Hakimi e Desire Doue. Un'Inter chiaramente esausta non ha offerto alcuna reazione. Alessandro Bastoni è stato tra quelli rimasti completamente sotto shock per la "dolorosa" sconfitta per 5-0, che ha lasciato "un profondo senso di amarezza e richiederà tempo per essere compresa appieno".

    Da fuori sembrava che l'Inter semplicemente non ne avesse. Un PSG esuberante ha messo in mostra tutti i limiti di squadra vecchia che ha bisogno di essere ringiovanita. Ciò che sicuramente non serviva, però, era che Inzaghi si dimettesse da allenatore solo tre giorni dopo per assumere la guida dell'Al-Hilal.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Monza v Parma - Serie AGetty Images Sport

    DA IN INZAGHI A CHIVU, VIA FABREGAS

    L'addio di Inzaghi ha sconvolto la maggior parte dei tifosi dell'Inter. Le difficoltà finanziarie dei nerazzurri sono ben note, ma il tecnico ha dato l'impressione di essere un capitano che abbandona una nave che affonda.

    Le polemiche si sono intensificate dopo che l'Al-Hilal ha rivelato che Inzaghi aveva accettato di unirsi alla squadra della Saudi Pro League prima della finale di Champions League, il che ha inevitabilmente sollevato interrogativi sul fatto che la sua imminente partenza potesse aver influito sulla debacle di Monaco. La Gazzetta dello Sport ha persino suggerito che Inzaghi avesse cercato di convincere Nicolò Barella e Bastoni a seguirlo a Gedda, il che ha solo intensificato in molti un senso di tradimento.

    A parte le modalità dell'addio di Inzaghi, che l'Inter non aveva previsto nonostante le incertezze sul suo futuro, il gesto stesso ha creato un problema a Beppe Marotta e tutta la dirigenza. Si sono ritrovati improvvisamente con un vuoto enorme da colmare, e trovare un sostituto all'altezza prima dell'inizio Mondiale per Club non era facile.

    Cesc Fabregas era l'obiettivo principale dell'Inter, dato che lo spagnolo aveva fatto un ottimo lavoro assicurando al Como un piazzamento tra le prime dieci nella sua prima stagione in Serie A dopo 21 anni. Tuttavia, il Como si è rifiutato di lasciar partire l'ex centrocampista dell'Arsenal, costringendo l'Inter a rivolgersi a Christian Chivu, ex difensore nerazzurro che si era guadagnato gli elogi per aver salvato il Parma dopo aver preso il comando della squadra a metà febbraio, quando i gialloblu erano al 19° posto in classifica.

  • FC Internazionale Milano v Fluminense FC: Round Of 16 - FIFA Club World Cup 2025Getty Images Sport

    UN MONDIALE PER CLUB DELUDENTE

    L'inizio del mandato di Chivu non è stato dei più incoraggianti, visto che l'Inter ha pareggiato 1-1 contro il Monterrey nella partita d'esordio al Mondiale per Club. La squadra ha anche rischiato un'imbarazzante sconfitta contro l'Urawa Red Diamonds, prima che il capitano Lautaro Martinez desse il via alla rimonta con un goal segnato al 78'.

    L'Inter ha poi battuto il River Plate, assicurandosi il primo posto nel Gruppo E e alimentando le speranze non solo di un finale di stagione positivo, ma anche di ingenti guadagni per il club. Tuttavia, nonostante i risultati discreti dal punto di vista finanziario, l'Inter ha subito un'umiliante eliminazione per mano del Fluminense, che ha messo in luce una profonda spaccatura nello spogliatoio.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Lautaro Martinez InterGetty Images

    IL MESSAGGIO DI LAUTARO

    Subito dopo la sconfitta per 2-0 a Charlotte, Lautaro ha dato sfogo alla sua rabbia. Dopo essersi scusato con i tifosi per l'eliminazione agli ottavi di finale, ha rivelato di avere un "messaggio chiaro" per tutti i membri della squadra.

    "Chi vuole restare, deve restare; chi non vuole restare qui, deve andarsene - ha detto a Sport Mediaset - Rappresentiamo un club importante e dobbiamo puntare a obiettivi importanti".

    Quando gli è stato chiesto a chi si riferisse, l'attaccante ha aggiunto: "Sto parlando in generale. Non farò nomi. Siamo qui per dare il massimo, ma ho visto molte cose che non mi sono piaciute. Sono il capitano, sono il leader del gruppo, quindi devo dire la mia. Il messaggio è chiaro: chi vuole restare e continuare a lottare per trofei importanti può farlo, altrimenti addio!".

  • Paris Saint-Germain v FC Internazionale Milano - UEFA Champions League Final 2025Getty Images Sport

    Affari interni

    Tuttavia, mentre Martinez si è rifiutato di fare nomi, Marotta non ha avuto remore a rivelare a chi era rivolto il messaggio dell'attaccante: il centrocampista Hakan Calhanoglu, che nelle ultime settimane è stato accostato al Galatasaray.

    "Queste sono le parole di un capitano, che ha sottolineato alcune verità eterne, ovvero che quando un giocatore non vuole più restare, è giusto che se ne vada - ha spiegato a DAZN - Ad oggi, nessuno ci ha detto espressamente che voleva andarsene. Ma parleremo e risolveremo la situazione nel modo migliore per tutti".

    Ovviamente è necessario farlo il prima possibile, dato che in molti hanno la sensazione che l'Inter stia implodendo, questo anche dopo che Marcus Thuram, che ha messo "mi piace" alla risposta rabbiosa di Calhanoglu dopo essere stato attaccato pubblicamente dal suo capitano. Anche la leggenda della Roma Francesco Totti ha messo in discussione la tempistica dello sfogo di Lautaro, mentre il leggendario allenatore Fabio Capello ha affermato che qualsiasi problema andrebbe risolto "faccia a faccia nello spogliatoio".

    Dopo due mesi di sofferenza, l'Inter avrebbe sicuramente potuto fare a meno di una di una vicenda che ha per protagonisti due dei suoi giocatori più importanti.

    Ma d'altra parte, questo è anche il bello del calcio: un momento cerchi le parole giuste per esprimere la gioia che provi, quello dopo cerchi di capire perché tutto è andato storto.

  • Pubblicità
    Pubblicità