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Cristiano Ronaldo Portugal GFXGetty/GOAL

Cristiano Ronaldo si merita un'ultima convocazione ai Mondiali: forma super, l'ultimo deludente Europeo con il Portogallo è già alle spalle

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Nella lunga e ricca vetrina dei trofei di Cristiano Ronaldo c’è ancora un posto speciale che attende di essere conquistato.

Il fenomeno portoghese, infatti, ha praticamente vinto tutto: sia con i club in cui ha militato, sia a livello individuale, con ben cinque Palloni d’Oro all’attivo.

Anche con la Nazionale ha collezionato grandi soddisfazioni, come il trionfo a Euro 2016 e nella Nations League 2019. Ma in bacheca manca ancora la Coppa del Mondo, il Mondiale che CR7 affronterà la prossima estate e che, con ogni probabilità, sarà l’ultimo della sua straordinaria carriera.

  • Morocco v Portugal: Quarter Final - FIFA World Cup Qatar 2022Getty Images Sport

    "IL SOGNO PIÙ GRANDE"

    Le lacrime hanno cominciato a scendere sulle guance di Cristiano Ronaldo non appena l’arbitro ha fischiato la fine del match all’Al Thumama Stadium di Doha, nella notte del 10 dicembre 2022. Il capitano del Portogallo era così sconvolto da non riuscire nemmeno a salutare i tifosi della Seleccao. Il dolore era troppo grande. Così grande che ha potuto commentare l’incredibile eliminazione del suo paese agli ottavi di finale contro il Marocco solo il giorno successivo, e solo con un post sui social.

    "Vincere un Mondiale per il Portogallo era il sogno più grande e ambizioso della mia carriera", aveva scritto su Instagram. "In cinque partecipazioni ai Mondiali in sedici anni, sempre accanto a grandi compagni e sostenuto da milioni di portoghesi, ho dato tutto. Ho lasciato in campo ogni goccia di energia. Non mi sono mai tirato indietro davanti a una battaglia e non ho mai rinunciato a quel sogno. Purtroppo, quel sogno è finito ieri". E non nel modo in cui Ronaldo avrebbe voluto.

    Arrivato in Qatar con la solita sicurezza, convinto non solo di zittire i critici dopo la deludente conclusione del suo secondo periodo al Manchester United, ma anche di conquistare il trofeo che gli era sempre sfuggito, CR7 se n’è andato nello stesso modo in cui aveva lasciato Old Trafford: con la reputazione offuscata da atteggiamenti polemici e dalle voci secondo cui avrebbe minacciato di abbandonare il ritiro portoghese dopo essere stato escluso dall’ottavo di finale contro la Svizzera - vinto comunque 6-1 dalla squadra di Fernando Santos, grazie alla tripletta del sostituto di Ronaldo, Gonçalo Ramos.

    "Voglio solo che tutti sappiano che si è detto e scritto molto, si è speculato tanto, ma la mia dedizione al Portogallo non è mai vacillata neanche per un istante", aveva aggiunto Ronaldo nel post. "Sono sempre stato un giocatore in più a lottare per il bene di tutti e non volterei mai le spalle ai miei compagni e al mio Paese".

    "Per ora", aveva concluso, "non c’è molto altro da dire. Grazie, Portogallo. Grazie, Qatar. Il sogno è stato bellissimo finché è durato… Ora dobbiamo lasciare che il tempo sia un buon consigliere e permettere a tutti di trarre le proprie conclusioni".

    Per parte sua, la Federcalcio portoghese ha aggiunto che era "il momento giusto per iniziare un nuovo ciclo" con un nuovo allenatore, senza però cambiare il capitano della squadra.

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  • Belgium v Canada: Group F - FIFA World Cup Qatar 2022Getty Images Sport

    "UN PESSIMO ALLENATORE"

    Roberto Martínez è stato una scelta piuttosto sorprendente per sostituire Fernando Santos, considerando che lo spagnolo era noto soprattutto per non essere riuscito a vincere alcun trofeo importante con la “Golden Generation” del Belgio.

    "Chiunque dica che Martínez sia un buon allenatore non capisce nulla di calcio", ha dichiarato l’ex centrocampista dei Red Devils Radja Nainggolan a Junior Vertongen su YouTube. "Un buon allenatore dà una precisa idea di gioco alla squadra. Con lui non l’abbiamo mai avuta. Nessuno schema, nessuna corsa prestabilita. Ci si affidava ai singoli momenti. Forse [Nacer] Chadli faceva qualcosa, o [Axel] Witsel metteva un cross per [Marouane] Fellaini. Quello era il nostro calcio. [Kevin] De Bruyne doveva giocare da ala destra quando invece voleva stare a centrocampo. E lo faceva comunque, perché era quello che chiedeva l’allenatore".

    "E non è questione di rancore da parte mia", ha aggiunto Nainggolan. "Quando ero settimo nelle gerarchie di [Antonio] Conte all’Inter, l’ho accettato. Lo rispettavo perché è un grande allenatore. Alcuni allenatori li rispetti anche se non giochi; altri capisci subito che non sono all’altezza. Ho avuto allenatori per cui ho giocato e avrei detto: ‘Era un allenatore pessimo’. Martínez è uno di quelli. Quando le cose si facevano difficili, era sempre lo stesso: dai palla a [Eden] Hazard o De Bruyne e spera che risolvano tutto. Quello era il piano".

    Martínez ha adottato una strategia simile anche con il Portogallo: "Portare la palla in area per Ronaldo".

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  • Portugal v Slovenia: Round of 16 - UEFA EURO 2024Getty Images Sport

    IL CROLLO A FRANCOFORTE

    Le fallimentari tattiche utilizzate da Santos, unite al disastroso percorso del Portogallo ai Mondiali 2022, avrebbero offerto a Martínez un’opportunità d’oro per costruire una squadra nuova ed entusiasmante attorno alla miriade di potenziali superstar portoghesi. Opportunità che, però, non ha saputo cogliere.

    Nel suo primo atto significativo da allenatore della Seleccao, Martínez ha invece scelto di volare in Arabia Saudita per convincere Ronaldo a guidare il Portogallo verso – e all’interno – di Euro 2024. Una decisione che si è rivelata prevedibilmente disastrosa. Ronaldo ha segnato con facilità durante le qualificazioni, ma non è riuscito a trovare la rete una sola volta in Germania. 

    Era chiaro che Ronaldo avrebbe dovuto essere messo al riparo dalle pressioni esterne, eppure Martínez si è rifiutato di escludere l’attaccante in crisi anche nell’ultima partita del girone, ormai priva di significato, dando di fatto la priorità alle esigenze di un singolo piuttosto che al bene della squadra. Di conseguenza, la pressione sul capitano è cresciuta ulteriormente dopo un’altra partita senza goal, nella pesante sconfitta per 2-0 contro la Georgia, fino a diventare insostenibile quando Ronaldo ha sbagliato un rigore negli ottavi di finale contro la Slovenia.

    A metà dei tempi supplementari a Francoforte, uno dei più grandi calciatori della storia ha ceduto emotivamente. Una scena impressionante: una leggenda vivente si era trasformata in un peso per la squadra. Dopo anni passati a trascinare eroicamente i compagni, ora erano loro a doverlo sostenere – e lui lo sapeva.

  • Portugal v Spain - UEFA Nations League 2025 FinalGetty Images Sport

    UNA SCOMMESSA VINCENTE

    Martínez è da tempo un maestro nel "depistare", un allenatore capace di parlare sempre bene del proprio operato, anche dopo prestazioni deludenti. Non sorprende quindi che, nella conferenza stampa post-partita, abbia preferito concentrarsi sul coraggio di Ronaldo piuttosto che sull’incubo vissuto in campo – e sul ruolo avuto in esso.

    Meno sorprendente ancora è stato il fatto che, nei quarti di finale contro la Francia, abbia insistito con il suo piano di gioco palesemente difettoso, affidando ancora una volta a Ronaldo il compito di guidare l’attacco. Ripetere sempre la stessa strategia non poteva che produrre gli stessi risultati: il Portogallo è stato eliminato ai rigori da una Francia poco incisiva, con il pluri Pallone d'Oro ancora una volta incapace di segnare.

    Da quel momento, la scelta di proseguire con Martínez e Ronaldo è diventata oggetto di dibattito nazionale. Anche durante il positivo cammino della Seleccao nella Nations League 2024/25, circolavano voci secondo cui il neo-presidente della FPF, Pedro Proença, stava valutando di esonerare Martínez dopo le finali in Germania e sostituirlo con José Mourinho.

    Ronaldo, inevitabilmente infastidito dalle continue speculazioni sullo spagnolo, colui che aveva prolungato di fatto la sua carriera con la Nazionale, ha commentato prima della finale di Nations League contro la Spagna: "Mettere in discussione qualcuno che ha un record spettacolare con il Portogallo mi confonde. C’è stata una certa mancanza di rispetto in questo senso. Parlare di altri allenatori non ha senso. Il nostro tecnico ha fatto un lavoro straordinario.

    Anche quando vinci, c’è sempre questo dibattito, ma fa parte dei 'pappagalli' a casa che danno la loro opinione. Noi dobbiamo dire che siamo molto felici del lavoro dell’allenatore, perché arrivare con una nazionalità diversa, parlare la nostra lingua, cantare il nostro inno con la passione che vedo, è ciò che apprezzo di più. Il resto non conta affatto. I risultati sono molto positivi, indipendentemente dal fatto che si vinca o meno. Ci sarà sempre dibattito, ma per me non ha alcun senso".

    Dopo aver difeso Martínez fuori dal campo, Ronaldo lo ha salvato anche in campo. Ha segnato il goal vittoria nella semifinale di Nations League contro la Germania e ha ripetuto l’impresa nella finale contro la Spagna, vinta poi ai rigori dal Portogallo. In sostanza, Martínez aveva messo a rischio il suo lavoro (e quel che restava della sua reputazione) su Ronaldo – e alla fine la scommessa ha pagato.

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  • Portugal v Hungary - FIFA World Cup 2026 QualifierGetty Images Sport

    "UN ESEMPIO PER TUTTI"

    I dubbi sul fatto che Martínez stia davvero ottenendo il massimo da una squadra così speciale come la Seleccao non sono scomparsi. Rimane la sensazione che il Portogallo – che ha bisogno di soli due punti nelle ultime due partite per qualificarsi ai Mondiali della prossima estate – stia ottenendo risultati non grazie all’allenatore.

    Tuttavia, Martínez può ora puntare sia sul trofeo conquistato sia sulla serie di goal segnati da Ronaldo dopo Euro 2024 (13 reti in 13 presenze) per giustificare la costruzione dell’intero attacco attorno a un attaccante quarantenne. "Essere un allenatore non significa scegliere o meno Cristiano Ronaldo, ma usare i migliori giocatori per avere la squadra più forte e vincere i titoli", ha dichiarato Martínez a giugno. "È importante prendere decisioni basate sui fatti, e Cristiano ha segnato 20 goal nelle sue ultime 25 partite con il Portogallo. Nessun altro ha un record simile".

    Anche tenendo conto del fatto che le partite di Nations League e le qualificazioni ai Mondiali non siano indicatori perfetti della qualità assoluta, il sensazionale rendimento realizzativo di Ronaldo rende difficile contestarne la continua inclusione nella formazione titolare del Portogallo. Sottolinea infatti che il portoghese rimane un finalizzatore letale e, forse ancora più importante, uno dei giocatori più forti mentalmente che il calcio abbia mai visto. Personaggi meno temprati si sarebbero arresi dopo un Europeo così deludente, ma Ronaldo ha mantenuto una fiducia in sé stesso apparentemente incrollabile.

    Martínez ha anche sottolineato che la sola presenza di Ronaldo nella squadra solleva il morale di tutti i compagni. "Non ha bisogno di parlare per motivare gli altri: il suo lavoro e la sua mentalità trasmettono già il messaggio", ha detto l’ex allenatore dell’Everton. "È sempre il primo a cercare quei piccoli dettagli che gli danno un vantaggio. È un esempio per tutti. È incredibile come il suo atteggiamento si diffonda agli altri. Quello che fa in campo è solo una parte di ciò che apporta alla squadra".

  • Portugal v Hungary - FIFA World Cup 2026 QualifierGetty Images Sport

    UN SOGNO ANCORA REALIZZABILE

    Va riconosciuto che il trasferimento di Ronaldo in Medio Oriente appare ormai come una mossa geniale, perché lo ha avvantaggiato non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista fisico. Giocare ad un livello inferiore in Arabia Saudita ha protetto il suo corpo dall’intensità estenuante dei principali campionati europei, consentendogli allo stesso tempo di continuare la sua instancabile rincorsa ai 1000 goal in carriera. Con 109 reti in 122 presenze con l’Al-Nassr, squadra che potrebbe addirittura vincere il titolo dopo un avvio da imbattuta in Pro League, Ronaldo si presenta al prossimo Mondiale in Nord America con un morale ancora più alto.

    Si possono fare tutte le critiche possibili a Martínez per aver basato le speranze del Portogallo su un attaccante di 41 anni, visto che non esiste un Piano B. Il corpo di Ronaldo dovrà reggere nei prossimi otto mesi, considerando che la Seleccao ha giocato pochissime partite senza il suo capitano sotto la guida di Martínez (solo una dal termine degli Europei, in realtà). Qualunque sia il giudizio su Martínez come allenatore, però, la grandezza di Ronaldo come calciatore è indiscutibile.

    Il fatto che stia per disputare un sesto Mondiale è quasi incredibile e testimonia il suo enorme talento e la sua straordinaria etica del lavoro. Ronaldo può anche cercare di ridimensionare l’importanza del torneo - forse per timore di compromettere ulteriormente la sua eredità - ma la possibilità di mettere le mani sul trofeo più prestigioso di questo sport rimane chiaramente una delle principali motivazioni che lo spingono a superare i propri limiti fisici e mentali.

    Si può dire quel che si vuole su Ronaldo, ma il suo incredibile dono di sfidare le probabilità non lo ha abbandonato. Si rifiuta semplicemente di ammettere la sconfitta e, dopo anni di battute d’arresto, difficilmente si può rimproverargli un’ultima possibilità di gloria mondiale. L’ha meritata con la sola forza della volontà.

    Certo, potrebbe finire nuovamente con le lacrime - ma, a 40 anni, Ronaldo ha ridato vita a un sogno che persino lui pensava fosse morto nel 2022. 

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