Antonio Conte, ancora una volta, ci è andato giù pesante. Non è stata la prima volta, ma lo sfogo dell'allenatore salentino dopo il pesantissimo ko del Napoli a Bologna, diversamente dalle altre, sta davvero lasciando il segno.
Sul banco degli imputati una squadra che, semplicemente, al Dall'Ara si è dimenticata di giocare. Specialmente in un secondo tempo in cui la squadra di Italiano ha fatto il bello e il cattivo tempo, andando in vantaggio con Dallinga e raddoppiando con Lucumí.
La perdita del primo posto in classifica è stata la logica conseguenza di tutto ciò. Ma forse è ciò che a a Conte fa meno male. Il dito è puntato su altro: su uno spirito da ritrovare, su un atteggiamento non paragonabile a quello che ha consentito al Napoli di vincere il quarto Scudetto della propria storia.
Naturale, così, pensare al peggio. Ovvero allo spettro delle dimissioni di un Conte in ebollizione ormai da tempo, di fronte alle difficoltà di risultati sia in campionato che in Champions League e a un numero di sconfitte che sta crescendo sempre più: già cinque tra le due competizioni.


