Edoardo Bove, intervenuto in Senato per la presentazione del disegno di legge, non ha trattenuto le lacrime: "Per me è un motivo di grande orgoglio esserci. Io sono un professionista, quello che mi è successo mi è capitato su un campo di Serie A, dove esistono sistemi di sicurezza diversi rispetto ai campi dei dilettanti o per strada. Ma sono qui soprattutto perché sono entrato in contatto con molte associazioni, ho toccato con mano il loro dolore. Fondazioni nate da genitori che hanno perso figli o fratelli e che hanno fatto qualcosa in memoria loro. Mi è rimasta dentro però la sensazione che non si è sempre fatto il massimo per salvare quelle vite. Sono onorato che ci sia il mio nome su questa legge, ma la cosa un po’ mi imbarazza anche perché non è giusto prendersi il merito su situazioni dove invece ci sono persone che si spendono da tanto tempo. Vorrei che questa fosse la legge di tante altre persone, mi vengono in mente anche ragazzi come Astori o Mattia Giani, ad esempio.Questa legge è anche per loro. Prima che mi succedesse quello che mi è successo non sapevo nulla di tutto ciò, ma adesso so bene che dobbiamo combattere questa disinformazione sulle regole di primo soccorso. Rettangolo di gioco è quello delle scuole, dei centri sportivi, dove c’è la volontà di imparare e anche il coraggio”.