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Real Madrid Club World Cup GFXGetty/GOAL

10 milioni per un parametro zero come Alexander-Arnold, rimandare l’operazione di Bellingham: il piano del Real Madrid per vincere il Mondiale per Club

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Carlo Ancelotti era stato chiaro: il Mondiale per Club non contava. Non lo interessava, e aveva assicurato che il Real Madrid non lo avrebbe preso sul serio. Addirittura, la squadra avrebbe potuto rifiutare la partecipazione al torneo.

"La FIFA si dimentica che giocatori e club non prenderanno parte al nuovo Mondiale per Club. Una singola partita del Real Madrid vale 20 milioni di euro, e loro vogliono darci quella cifra per l’intero torneo. No, grazie. Come noi, anche altri club rifiuteranno l’invito", aveva dichiarato l’allora tecnico dei Blancos nel giugno 2024.

Ma nel giro di 24 ore, Ancelotti e il club hanno cambiato radicalmente posizione. Improvvisamente, il Mondiale per Club era diventato un obiettivo concreto. Il tecnico ha parlato di frasi estrapolate dal contesto, mentre il Real ha pubblicato una nota ufficiale: «Il nostro club parteciperà, come previsto, a questa competizione ufficiale che affrontiamo con orgoglio e con il massimo entusiasmo, per far sognare ancora una volta i milioni di tifosi madridisti in tutto il mondo».

Da allora, il Real ha iniziato a prepararsi con determinazione per il torneo negli Stati Uniti. E nelle ultime settimane, l’ossessione per diventare campioni del mondo si è fatta ancora più forte. Dopo il flop in Liga e Champions, la società ha spostato ogni energia sul grande obiettivo estivo: rifondare e rinforzare la squadra per vincere. E con l’arrivo di nomi pesanti – tra giocatori e staff tecnico – i Blancos hanno mandato un messaggio chiaro: vogliono portare a casa il trofeo.

  • Trent Alexander-Arnold Real Madrid 2025Getty Images

    10 MILIONI DI EURO PER TRE PARTITE?

    Era il segreto di Pulcinella nel mondo del calcio: Trent Alexander-Arnold avrebbe lasciato il Liverpool per accasarsi al Real Madrid. Ma nemmeno il più ottimista tra i tifosi dei Reds avrebbe immaginato di incassare qualcosa per un giocatore in scadenza di contratto.

    Tutti davano per scontato che Alexander-Arnold si sarebbe preso un mese di pausa prima di trasferirsi ufficialmente a Madrid il 1° luglio, all’inizio della nuova stagione calcistica. E invece, nei giorni successivi all’annuncio del suo addio al Liverpool, sono emerse indiscrezioni secondo cui i Blancos erano al lavoro per ottenere una liberazione anticipata, così da poter sfruttare la finestra di mercato straordinaria concessa dalla FIFA in vista del Mondiale per Club.

    Nonostante questo, la notizia ha comunque sorpreso: il Real ha effettivamente sborsato 10 milioni di euro (8,5 milioni di sterline / 11,5 milioni di dollari) per portarlo subito a Madrid. Per il Liverpool si è trattato di un inaspettato — e gradito — tesoretto extra. Per il Real, invece, è stato il primo vero segnale concreto delle proprie ambizioni estive.

    Alexander-Arnold è un talento di livello assoluto e, con Dani Carvajal ancora fermo ai box dopo la rottura del crociato dello scorso ottobre, Ancelotti (o meglio, il nuovo corso tecnico) non poteva contare su un terzino destro titolare per il torneo. Madrid avrebbe potuto aspettare la scadenza naturale del contratto e schierare l’inglese solo a partire dalle fasi a eliminazione diretta. Invece, ha preferito pagare — di fatto — oltre 3 milioni di euro per ogni potenziale presenza nella fase a gironi, pur di averlo sin dal primo minuto.

    Con un girone sulla carta abbordabile — Al-Hilal, Red Bull Salisburgo e Pachuca — i Blancos probabilmente ce l’avrebbero fatta anche senza di lui. Ma Alexander-Arnold darà sin da subito un contributo importante e renderà la squadra più solida. Inoltre, la sua presenza potrà agevolare il lavoro del nuovo tecnico, Xabi Alonso, nel mettere in pratica le sue idee tattiche già nelle prime settimane.

    In ogni caso, il messaggio è chiaro: il Real fa sul serio.

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  • Dean Huijsen Real Madrid 2025-26Getty Images

    SPENDERE, SPENDERE, SPENDERE

    Non ci sono giri di parole: la difesa del Real Madrid lo scorso anno è stata disastrosa. Per gran parte della stagione, Carlo Ancelotti ha dovuto affidarsi praticamente solo a Raúl Asencio e Antonio Rüdiger, con quest’ultimo costretto a giocare con un solo ginocchio sano, fino a dover passare sotto i ferri prima della fine del campionato. Nel corso dell’anno, Carvajal, Éder Militão e David Alaba hanno tutti riportato infortuni gravi, mentre Ferland Mendy ha continuato a convivere con i soliti problemi fisici, riuscendo raramente a garantire continuità. Un reparto arretrato falcidiato, e i risultati si sono visti.

    E così, se l’arrivo di Alexander-Arnold rappresenta un’aggiunta di spessore sugli esterni, è soprattutto l’innesto di Dean Huijsen a promettere maggiore solidità in mezzo alla retroguardia. In meno di un anno, il giovane centrale è passato dall’essere ai margini della Juventus a diventare uno dei difensori più richiesti in Europa, grazie a una stagione da protagonista al Bournemouth. Lo spagnolo, alto e strutturato, ha già dimostrato qualità importanti e il potenziale per diventare un difensore di caratura mondiale. A soli 20 anni, ha margini di crescita enormi — motivo per cui Liverpool e Chelsea avevano messo gli occhi su di lui, prima che il Real Madrid bruciasse tutti sul tempo attivando la clausola rescissoria da 50 milioni di sterline (circa 68 milioni di dollari).

    Huijsen è stato presentato ufficialmente al Santiago Bernabéu il 9 giugno. In quell’occasione, il presidente Florentino Pérez lo ha definito “uno dei grandi talenti emersi nel calcio negli ultimi anni”. Toccherà ora al campo confermare le aspettative già a partire da questa estate.

    E non è finita qui: il Real ha sfiorato un altro colpo in prospettiva, assicurandosi il baby talento del River Plate Franco Mastantuono dopo un duello serrato con il Paris Saint-Germain. Operazione da 40 milioni di euro (33 milioni di sterline / 45 milioni di dollari). I Blancos avrebbero voluto portare il 17enne già negli Stati Uniti per il Mondiale per Club, ma il River si è opposto per poterlo inserire nella propria lista per la competizione.

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  • Jude Bellingham Real Madrid 2024-25Getty Images

    GIOCARE CON IL DOLORE

    Ma forse il segnale più chiaro di quanto il Real Madrid stia prendendo sul serio il Mondiale per Club è la decisione di rimandare ancora una volta l’operazione alla spalla sinistra di Jude Bellingham. Il centrocampista inglese si era infortunato per la prima volta nel novembre 2023, durante una partita contro il Rayo Vallecano, subendo una parziale lussazione. All’epoca aveva saltato qualche gara e la stampa spagnola aveva già parlato della necessità di un intervento chirurgico. Tuttavia, Bellingham ha continuato a scendere in campo stringendo i denti, e da oltre un anno gioca con una fasciatura rigida per proteggere l’articolazione.

    I medici hanno più volte consigliato l’intervento, ma i ritmi serrati del calendario tra campionato, Champions League ed Europeo non hanno mai lasciato uno spiraglio utile. Considerando lo status ancora "discusso" del Mondiale per Club nel panorama calcistico internazionale, questa estate sembrava finalmente il momento giusto per operarsi, recuperare con calma e presentarsi in piena forma all’inizio della stagione 2025-26 e poi puntare con serenità al Mondiale 2026.

    E invece, Real Madrid e giocatore hanno deciso di posticipare tutto a dopo il torneo negli Stati Uniti, così da averlo a disposizione per tutta la durata della competizione. La conseguenza è evidente: Bellingham salterà il resto della preparazione estiva e potrebbe rimanere fuori anche per i primi due mesi della nuova stagione. Una scelta rischiosa, che però evidenzia chiaramente le priorità del club: vincere subito, a qualsiasi costo.

  • luka-modric(C)Getty Images

    IL CANTO DEL CIGNO DI MODRIC

    Mentre un centrocampista del Real Madrid aspetta da tempo una pausa per rimettersi fisicamente, un altro ha deciso di unirsi comunque alla squadra, quando avrebbe avuto tutte le ragioni per prendersi un attimo di respiro e prepararsi al prossimo capitolo della sua carriera.

    Quando Luka Modrić lasciò il campo del Bernabéu in lacrime lo scorso maggio, in molti pensarono che quella fosse l’ultima apparizione in maglia blanca. Sembrava l’addio perfetto: salutare il proprio pubblico nel tempio del calcio e chiudere un’epopea straordinaria sul prato di casa. E invece no.

    Nonostante sia prossimo alla firma con il Milan, dove è stato individuato come rinforzo ideale per colmare il vuoto lasciato da Tijjani Reijnders, passato al Manchester City, Modrić ha scelto di restare a disposizione del Real Madrid per il Mondiale per Club. Una decisione sorprendente, considerando che nell’ultima stagione ha giocato col contagocce e che, a 39 anni, il suo apporto sotto il sole rovente degli Stati Uniti potrebbe essere limitato. Ma guardando il quadro più ampio, è una mossa che rientra perfettamente nella logica di un Madrid determinato a vincere.

    Modrić porta con sé esperienza, leadership e carisma. Con Toni Kroos ormai ritirato e una rosa composta da molti giovani nella zona nevralgica del campo, Xabi Alonso ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi per impostare il lavoro e trasmettere le sue idee. I due sono stati compagni di squadra proprio al Real, e avere una figura familiare nello spogliatoio, anche solo per qualche settimana, potrebbe rivelarsi fondamentale per avviare il nuovo ciclo nel migliore dei modi.

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  • Xabi Alonso Real Madrid 2025Getty Images

    RISCATTO

    Le motivazioni che spingono il Real Madrid a puntare tutto sul Mondiale per Club sono essenzialmente due. Sul campo, questa è una squadra reduce da una stagione fallimentare, chiusa senza alcun trofeo. In Liga, i Blancos hanno terminato distanti dal Barcellona; contro i blaugrana sono arrivate anche due sconfitte dolorose, in finale di Copa del Rey e Supercoppa di Spagna. In Champions League, poi, è arrivata una netta eliminazione ai quarti per mano dell’Arsenal.

    A fine stagione, l’unico obiettivo rimasto in casa madridista era la Scarpa d’Oro europea di Kylian Mbappé. Un premio individuale che ha chiuso un’annata d’esordio per il francese tutt’altro che semplice: il suo arrivo ha finito per disorientare il resto dell’attacco, al punto che nel girone di ritorno Vinícius Jr., Rodrygo e Bellingham hanno messo insieme appena sette gol in Liga complessivi.

    Questo declino ha portato all’addio di Carlo Ancelotti e all’arrivo in panchina di Xabi Alonso, chiamato ora a guidare quella che, nei fatti, è una preparazione estiva dove non contano solo le prestazioni, ma soprattutto i risultati. Resta da capire se l’ex tecnico del Bayer Leverkusen deciderà di puntare sul suo classico 3-4-2-1, o se sceglierà di mantenere il più collaudato 4-3-3 tanto caro al recente passato madridista. In ogni caso, la priorità sarà trovare un assetto che valorizzi contemporaneamente Mbappé e Vinícius.

    Se Alonso riuscirà a trovare subito la quadratura del cerchio, non c’è dubbio che il Real abbia qualità e profondità per arrivare fino in fondo in questa edizione del Mondiale per Club. Ma, ad oggi, è ancora un grosso se.

  • Florentino Perez Real Madrid 2025Getty Images

    QUANDO PARLANO I SOLDI

    Ma forse il vero motore dietro l’apparente ossessione del Real Madrid per il Mondiale per Club è il potenziale ritorno economico che spetta ai vincitori. È indicativo che persino Carlo Ancelotti, tecnico notoriamente poco incline a intervenire su questioni economiche, abbia citato il compenso previsto per la partecipazione come argomento per mettere in dubbio l’interesse del club verso il torneo. Una presa di posizione che sembrava rispecchiare il malumore serpeggiante ai piani alti della dirigenza blanca.

    Eppure, le cifre ipotizzate inizialmente da Ancelotti sono state ampiamente superate. Altro che “solo” 20 milioni di euro: il Real Madrid, infatti, incasserà oltre 30 milioni di euro (25,5 milioni di sterline / 35 milioni di dollari) solo per la partecipazione. A questo si aggiungono i premi previsti per ogni fase superata. Se la squadra di Xabi Alonso dovesse vincere tutte e tre le partite del girone, il club riceverebbe 6 milioni di dollari (circa 4,4 milioni di sterline) — vale a dire quasi la metà dei soldi spesi per avere subito Trent Alexander-Arnold a disposizione per quella fase.

    Il vero jackpot, però, arriverà in caso di trionfo nella finale del 13 luglio: in quel caso, il Real porterebbe a casa 130 milioni di dollari (97 milioni di sterline). Una cifra che farebbe gola a qualsiasi club, ma che per Florentino Pérez e il suo consiglio d’amministrazione rappresenta molto più di un semplice premio in denaro.

    In altre parole, vincere in America non è soltanto una questione di prestigio sportivo. Per il club con 15 Champions League in bacheca, diventare campioni del mondo significherebbe anche consolidare il proprio status economico. E a conti fatti, correre qualche rischio per arrivarci è un investimento più che giustificato.

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