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Andrea Pirlo MilanGetty

Pirlo Series Vol. 4 - Il suo Milan: nascita e fine di un amore

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Per celebrare l'addio al calcio di Andrea Pirlo, questa settimana ripercorriamo insieme la sua carriera in 7 capitoli. Il volume 4 racconta la storia d'amore più importante della sua carriera, quella con il Milan: dal periodo di innamoramento al sofferto divorzio.

Dieci anni, 401 partite con i colori che lo hanno reso un’icona mondiale: un lungo amore, nato quasi per caso, costellato di gioie, terminato con amarezza. Andrea Pirlo e il Milan, un binomio che sembrava indissolubile ma che è diventato antitetico quando il cuore ha ceduto il passo alla ragione. Una fortuna per Andrea, un tremendo rimpianto per il Diavolo.

Sogni e speranze, voglia di riscatto e grandi ambizioni: l’estate del 2002 vede il Milan assoluto protagonista del calciomercato. Arrivano Rivaldo, pallino da anni di Berlusconi, e Tomasson a costo zero, Seedorf nello scambio con Coco che ancora oggi ha dell’incredibile e sul gong la ciliegina sulla torta, Alessandro Nesta, il colpo da copertina di un Diavolo che vuole tornare ad essere padrone del calcio italiano ed internazionale. Eppure l’uomo della svolta Ancelotti lo aveva già in casa.

18 Agosto 2002, in 50mila a San Siro per il classico dei classici: Milan-Juventus, Trofeo Berlusconi, la passerella più glamour dell’estate. E’ la sera che cambia la vita di Pirlo, l’inizio della leggenda. Ancelotti sorprende tutti, arretrando Andrea, decisivo per la conquista del 4° posto nella stagione precedente giocando da mezzapunta, in cabina di regia, da vertice basso nel rombo completato da Gattuso, Seedorf e Rivaldo (sostituito nella ripresa da Rui Costa). Il risultato? Una gioia per gli occhi. Pirlo dipinge, illumina, ‘spiega’ calcio. Un professore, come lo definì Ancelotti.

Pirlo Panini

Immagini tratte da collezioni Panini per gentile concessione dell’Editore

E pensare che quell’estate Andrea sembrava destinato a fare le valigie. Dalla rivalità con Rui Costa, accentuata dalle parole di Ancelotti ( “Li schiererò insieme quando potremo giocare in 12”) , alla nuova insidia chiamata Rivaldo, candidato extralusso al ruolo di trequartista. Su di lui c’era il Perugia di Cosmi, che dopo il Trofeo Berlusconi si trovò a ripiegare su Baronio. Perchè in quella calda notte agostana Pirlo e il Milan si innamorarono perdutamente. 

Quello che sembrava solo una scommessa estiva, un azzardo estemporaneo, divenne il segreto del successo dei futuri Campioni d'Europa. Pirlo - che raccontò di aver proposto lui stesso ad Ancelotti di giocare in posizione più arretrata durante il ritiro precampionato - è la luce del gioco rossonero, l'insostituibile, in quanto unico nel suo genere, un modello impossibile da imitare.

“Sono sincero: io non sapevo chi fosse – raccontò Rivaldo alla ‘Gazzetta dello Sport’ - Poi in campo ho capito subito che ero davanti a qualcosa di veramente notevole. Ogni partita migliora: è un fuoriclasse assoluto. I suoi tocchi e i suoi lanci sono sbalorditivi. Andrea sembra nato in Brasile: ha l'istinto, la classe per giocare in tutte le squadre del mondo, anche nella Seleçao” . “Uno Zico davanti alla difesa, un regista con la classe di una mezzapunta”, la descrizione di Trapattoni, che in poco tempo lo mette al centro della sua Italia. 

Ma la cattedra del ‘professor Pirlo’ è rossonera: fondamentale tanto per il trionfo in Champions League quanto per il 3° posto in Serie A. Tra lanci millimetrici e assist al bacio anche 9 goal in campionato, con un notevole 8 su 8 dagli undici metri. Perchè tra i vari Shevchenko, Rivaldo, Rui Costa, Seedorf e Inzaghi la scelta ricade sempre su Andrea, anche quando non è in campo.

Come in quel 2 Febbraio 2003: minuto 77 di Milan-Modena, calcio di rigore per i rossoneri sul punteggio di 0-0. Tomasson è pronto a calciare ma Ancelotti ferma tutto: fuori Redondo, dentro Pirlo, dalla panchina direttamente sul dischetto . “Mi sono sentito importante – il racconto di Andrea - Un riconoscimento, perché si vede che tutti hanno fiducia nel sottoscritto. Entrare e vedere che i vari Rivaldo, Inzaghi, Rui Costa, Maldini mi aspettano e mi guardano con rispetto è una bella sensazione. La cosa più bella me l'ha sussurrata Ancelotti: "Oh, se lo sbagliavi ci facevano neri tutt'e due...”


Da lì in avanti arriveranno trofei su trofei, tante gioie e qualche cicatrice indelebile. Col passare degli anni la fiamma si indebolisce e il Milan di Pirlo diventa un ricordo. Ancelotti lascia, il rombo diventa un ardito triangolo nel 4-2-Fantasia di Leonardo, imperniato più su Seedorf e Ronaldinho, prima dell’arrivo di Allegri, kryptonite rossonera per Andrea. E così anche il più grande amore finisce quando il cuore si ferma a pensare. 

Andrea Pirlo MilanGetty

Il 2011 è stato un anno di grandi riflessioni per Pirlo. In scadenza di contratto con il Milan, ‘sfrattato’ dalla sua cattedra, sminuito da un chiaro diktat societario: niente rinnovi pluriennali agli over 30. E così anche una storia di 10 anni può finire in poco meno di mezzora. Tanto è durato l’incontro con Galliani a fine stagione per discutere del suo futuro. “Dieci anni di Milan andati così. Comunque, ho sorriso. Perché io so ridere, tanto e bene. 'E grazie di tutto, Andrea'. (...) Mi stavano tirando giù dalla cornice, ma non a forza. La noia da Milan era il rischio che non volevo correre, ecco perché alla fine di quell'ultimo incontro ero dispiaciuto, ma il giusto. Come me, Galliani. Ci siamo lasciati senza rimorso”.

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“Quando si ama serve tempo, quando il sentimento muore può aiutare una scusa” , ammette lo stesso Pirlo nella sua autobiografia. Perchè non poteva accettare di essere messo in un angolo (a sinistra) da Allegri, che davanti alla difesa preferiva la solidità di Van Bommel alla qualità del regista bresciano; non voleva sentirsi uno dei tanti, un ‘vecchietto’ da rottamare, ma un giocatore importante, al centro del progetto. E non c’entrano i soldi, non c’entra la tentazione Juventus, il resto vien da sé. Perchè quando ti accorgi che il tuo amore preferisce stare con un altro in fondo è meglio così, è meglio voltar pagina. A 32 anni Pirlo lascia il Milan, e viceversa. Lo status cambia: Andrea diventa il rivale del Diavolo. Un divorzio che avrà un solo vincitore...

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