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Iago Falque, Torino, Serie A, 15102017Getty Images

Iago Falque a Goal: "Alla Juventus non ero pronto, a Roma credevo di impormi"

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A 28 anni Iago Falque è nel pieno della sua carriera. Dopo aver giocato nelle giovanili di Real, Barcellona e Juventus, dopo un girovagare tra Spagna, Italia e Inghilterra, alla fine tornato a Torino dopo sei anni, lo spagnolo è diventato grande. Diventando idolo del popolo granata.

In esclusiva a Goal, Iago Falque ha ripercorso l'ultimo campionato giocato e l'arrivo di Mazzarri, nonchè le esperienze con Roma e Juventus.

Ha appena finito la stagione nella quale hai giocato di più in carriera, saltando appena una partita in campionato. Come ti sei sentito?

E' stata la mia stagione migliore di sempre, sono riuscito finalmente a trovare la mia posizione in campo ed i risultati si sono visti. Ho giocato e mi sono sentito davvero molto bene a livello individuale.

Il Torino è la tua decima squadra. Hai trovato la stabilità necessaria per raggiungere questa costanza di rendimento?

In realtà Barcellona e Juventus mi hanno solo formato, quindi possiamo dire che il Torino è la mia ottava squadra, che è comunque tanto considerando che un giocatore ha bisogno di stabilità per rendere al meglio. L'ho trovata finalmente al Torino e lo dimostrano le prestazioni sul campo.

Cosa ti dice Walter Mazzarri per farti rendere a questi livelli?

Mi ha dato un sacco di fiducia da quando è arrivato. Con lui ho sempre giocato e mi ha permesso di fare un passo avanti in termini di rendimento da seconda punta, dopo che per un anno avevo giocato da esterno. Questo cambio di posizione è stato molto positivo per me e mi ha fatto crescere.

Il calcio italiano è uno dei più difficili in Europa, ma tu dimostri di sentirti sempre più a tuo agio. Qual è la difficoltà più grande che un giocatore tecnico deve affrontare per avere successo in Italia?

In Serie A le squadre non perdono mai la calma, sono sempre disciplinate dal punto di vista tattico rispetto alla Spagna o all'Inghilterra, dove le squadre non sono così solide e per questo motivo ci sono più goal. Non credo che ci sia un calcio migliore di quello che si gioca in Italia, anche se in questo momento il modello spagnolo sta funzionando.

Perché secondo te non sei riuscito a trovare continuità alla Juventus e alla Roma?

Alla Juventus non ero ancora pronto per giocare in prima squadra. Stiamo parlando di uno dei club più grandi al mondo, a livello di Barcellona, Real Madrid o Bayern, ed io ero molto giovane. In compenso alla Roma ero già più preparato ed ho giocato abbastanza con Rudi Garcia, che mi ha dato fiducia anche in partite importanti come quella contro il Barcellona in Champions. Ma poi ho subito un infortunio e ho giocato per tanto tempo con problemi. è stato un mio errore non fermarmi quando avrei dovuto. Mi allenavo poco e ho perso il posto. E' un peccato perché pensavo davvero di potermi imporre alla Roma e non sono felice per come è andata.

E' stata una delusione non arrivare in Europa per il Torino?

Abbiamo fatto un mercato importante la scorsa estate ed era quello il nostro obiettivo. Alla fine ci sono squadre molto forti come la Lazio o il Milan, ma noi dovremo seguire l'esempio dell'Atalanta, perché abbiamo le capacità e la squadra per farlo. Non esserci arrivati quest'anno è un peccato, ma stiamo ancora crescendo.

Sei rimasto sorpreso dall'eliminazione del Barcellona in Champions per mano della Roma?

Sì, perché normalmente Barcellona e Real Madrid non falliscono con un vantaggio così favorevole, Ma non bisogna togliere i meriti alla Roma, che ha fatto una partita incredibile, un'impresa da ricordare, e da ex romanista sono contento perché ha rivalutato il calcio italiano.

Ti sorprende di più l'assenza dell'Italia dal Mondiale?

Sicuramente, la mancata qualificazione dell'Italia al Mondiale è stata vissuta come una tragedia e più ci avviciniamo all'inizio del torneo, più è evidente. Penso che sia un peccato per l'Italia e per tutto il mondo perché è come se mancasse qualcosa, nonostante la delusione dobbiamo pensare che a volte per fare due passi avanti dobbiamo fare un passo indietro ". 

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