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44 Gatti, 14 Fortin e 7 Nani: quando il numero diventa arte

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I numeri di maglia nel calcio hanno tutti un loro perché. C'è chi li sceglie come porta fortuna o per ricordare una ricorrenza particolare, ma c'è anche chi negli anni li ha trasformati in una vera e propria opera d'arte.

L'ultimo, ma solo in ordine di tempo, è il difensore Mambo divenuto famoso per avere scelto la maglia numero 5 dell' Ebbsfleet United richiamando in questo modo il tormentone musiciale del 1999 firmato da Lou Bega, che a sua volta aveva rivisitato il brano originale del 1952 di Perez Prado.

O pensiamo per esempio a Marco Fortin, portiere protagonista in Serie A con la maglia del Siena che nella sua carriera ha giocato solitamente con il 14 sulle spalle, perché la pronuncia in inglese (fourteen) ricalca il suo cognome.

"Quattordici in inglese si dice fourteen - ha confermato in un'intervista - , la pronuncia del mio cognome. Fin da piccolo gioco con questo binomio numero-cognome. Il 14 è il mio numero fortunato, l'ho sempre avuto, fatta eccezione per le parentesi a Cagliari e a Treviso".

Marco Fortin-

E come dimenticare Fabio Gatti? Il centrocampista si impose con la maglia del Perugia grazie anche alla sua maglia numero 44 in omaggio alla famosa canzone dello Zecchino d'Oro. Debuttò in Serie A con il 14, ma cambiò presto idea.

"Ho scartato il 4 - ha raccontato - perché "quattro Gatti" mi faceva tristezza. Avrei voluto il 5, però poi ho ceduto ai miei compagni, che un po' per prendermi in giro, un po' per affetto, spingevano per il 44. Loro mi cantano sempre "quarantaquattro gatti".

Nani Lazio

A proseguire una tradizione che negli anni sembrava essersi persa ci ha pensato Nani, nuovo acquisto della Lazio.L'esterno portoghese ha ereditato il numero 7 dal partente Kishna, scatenando l'ironia del web.

Il riferimento è chiaramente alla favola di BIancaneve, dove tra i protagonisti ci sono ovviamente i simpatici sette nani. Chissà se i compagni di squadra gliel'avranno spiegato, del resto in portoghese i nani si chiamano 'anões'.

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C'è però anche chi ha perso l'occasione di rendere la propria maglia un'opera d'arte. Pensiamo a Totò Di Natale che avrebbe potuto scegliere il 25, o a Sensi del Sassuolo che soltanto per un anno a Cesena ha vestito la maglia numero 5. 

O il mitico Didier Six, compagno di nazionale di Platini, che per ovvi motivi avrebbe dovuto scegliere la 6. Restando all'estero ci sarebbe da dire qualcosa anche sull'ex calciatore del PSG Rai: oggi avrebbe potuto scegliere un numero qualsiasi dall'1 al 5 per essere 'televisivamente' perfetto.

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