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Carles Puyol, il capitano simbolo del barcellonismo: la Coppa alzata da Abidal e il "no" a Mancini

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Nella sua lunga carriera da calciatore professionista ha vinto tutto, indossando soltanto due maglie: a livello di club quella del Barcellona, diventata per lui come una seconda pelle, a livello di Nazionale quella della Spagna, con cui ha conquistato un Europeo e un Mondiale. Oltre naturalmente alla Rappresentativa della Catalogna, non riconosciuta dalla FIFA, con cui ha collezionato 6 presenze.

Carles Puyol i Saforcada, per tutti semplicemente Carles Puyol, è stato una delle ultime bandiere del calcio, un grande leader oltre che un ottimo difensore, che si esaltava nella marcatura per la sua velocità, che gli consentiva spesso di anticipare l'avversario anticipandolo o svettando di testa grazie alle sue doti in elevazione. Tanto da meritarsi gli elogi di uno come Franco Baresi, sicuramente non abituato ad elargire facili complimenti.

"Carles Puyol - dirà di lui - mette la propria faccia dove la maggior parte dei giocatori non metterebbe il piede".

Nato a La Pobla de Segur, paesino di circa tremila anime che sorge ovviamente in Catalogna, il 13 aprile 1978, a differenza di molti suoi coetanei, che sognano di diventare capi reparto o contabili nell'Aqualia Lleida, la terza azienda privata produttrice di acqua minerale al Mondo, che imbottiglia l'acqua che sgorga dalle vicine sorgenti naturali, Carles sogna fin da bambino di diventare un calciatore.

Tutti gli abitanti, naturalmente, fanno il tifo per il Barcellona, tanto che un famoso proverbio locale afferma che "se un poblatano si ferisce, dalle sue vene esce sangue blaugrana". Lui non fa eccezione, e quando si allena e gioca, ancora bambino, con le Giovanili del Club de Futbol Pobla de Segur è già convinto, dentro di sé, di approdare un giorno nel club in cui maggiormente i catalani si identificano.

Carles Puyol Barcelona November 2001 PUYOLSSGetty

Inizia come portiere, ma a 12 anni viene scartato nel suo primo provino. Non molla, e diventato giocatore di movimento dopo un problema ad una spalla, ci ritenta altre due volte, finché, a 16 anni, non viene selezionato per giocare nella Masia, il vivaio blaugrana. Inizia così la lunga avventura di Puyol con il club catalano, che sarebbe durata ben 18 anni.

"La prima volta che provai per il Barça avevo 12 anni e giocavo come portiere. - racconterà il giocatore catalano - Per fortuna, a seguito di un infortunio alla spalla, fui spostato a centrocampo. La terza volta, a 16 anni, mi presero: non ero mai stato così felice come quel giorno in cui ebbi la notizia. Da noi il Barça è come una religione".

È molto veloce ma non eccede in nessuna specialità. Così sono la sua volontà, la disciplina e l'applicazione negli allenamenti a permettergli di emergere.

"Non ho la tecnica di Romario, la velocità di Overmars o la forza di Kluivert. - dirà di se stesso - Ma io lavoro di più rispetto agli altri. Sono come lo studente che non è tanto intelligente, ma ripassa per gli esami e infine li supera".

Il suo cursus honorum in blaugrana inizia come mediano difensivo a 17 anni nel Barcellona C. Senza troppe pressioni, cresce nei fondamentali e in quelle che saranno le sue caratteristiche: l'anticipo, la marcatura, il senso della posizione, sviluppando anche una discreta tecnica nell'impostazione del gioco. Al contempo inizia anche la trafila nelle Nazionali giovanili spagnole, militando nell'Under 15 e successivamente nell'Under 18.

Rapidamente scala le gerarchie, e nel 1997, a 19 anni, è già un professionista con il Barcellona B, dove si afferma come terzino destro difensivo o centrale destro di notevole grinta e carisma. Il debutto nella Liga non tarda ad arrivare: a lanciarlo in campo il 2 ottobre 1999, nella trasferta contro il Valladolid, gara vinta 2-0 dai catalani, è il tecnico olandese Louis Van Gaal. Fa il suo esordio in tutte le competizioni, inclusa la Champions League, giocando un tempo nella goleada casalinga all'AIK Solna (5-0) il 27 ottobre.

Carles Puyol Barcelona 1999 2000 PUYOLSSGetty

Dopo due stagioni da rincalzo, nel 2001/02 diventa un titolare inamovibile della squadra e, in attesa di vincere trofei, inizia a mettersi in luce a livello personale. Nel 2002 ottiene la prima nomina nella Squadra dell'anno dell'UEFA, riconoscimento che si vedrà attribuito per altre 5 volte in carriera (2005, 2006, 2008, 2009, 2010).

Nel 2003 il presidente Joan Gaspart lo blinda con un importante contratto e una clausola rescissoria da 180 milioni di euro, facendone uno dei punti di forza della squadra del futuro assieme ad altri elementi della Masia come Xavi e Iniesta. Nel 2004 per la sua leadership Frank Rijkaard gli assegna la fascia da capitano: è una fascia speciale, con i colori giallo e rosso della Catalogna, e Puyol la indosserà per ben 10 anni, prima di consegnarla al suo amico Xavi. 

I primi risultati di prestigio gli coglie con la Spagna Under 21, con cui si piazza terzo agli Europei del 2000, e con la Nazionale Olimpica, che sempre nel 2000 conquista la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Sydney. Sempre nel 2000, il 15 novembre, debutta a 22 anni con la Nazionale maggiore in un'amichevole giocata a Siviglia contro l'Olanda (successo per 2-1 degli Arancioni). 

Fino al 2005, invece, non arrivano titoli in maglia blaugrana.

"Ho sempre avuto fame di vittorie [...] - assicurerà - Ma certamente vivo per l’agonismo, non per la vittoria in sé. Per l’emozione della battaglia. L’importante è competere, non tanto il premio finale. Certo che non vincere mai è frustrante. Ecco, nel 2004 mi sentivo così: frustrato. Ma non deluso o triste: vivevo e vivo ancora in un sogno".

Puyol non poteva immaginare che in breve tempo avrebbe fatto incetta di trofei, prima con Frank Rijkaard, poi con Pep Guardiola. La prima grande vittoria è il titolo spagnolo nel 2004/05, ma ne seguiranno tante altre, che andranno ad arricchire il suo palmarès.

Vince altri 4 campionati spagnoli (2005/06, 2008/09, 2009/10, 2010/11), 2 Coppe del Re (2008/09, 2011/12), 5 Supercoppe nazionali (2005, 2006, 2009, 2010, 2011) in patria, 3 Champions League (2005/06, 2008/09, 2010/11), 2 Supercoppe europee (2009 e 2011) e 2 Mondiali per Club (2009 e 2011) a livello internazionale. E diventa una leggenda del club.

Carles Puyol Barcelona La Liga Trophy Title 2005 PUYOLSSGetty

Nel 2005/06 si laurea campione d'Europa per la prima volta battendo in finale 2-1 l'Arsenal di Henry, e viene premiato dall'UEFA come miglior difensore della stagione. Con l'arrivo in panchina di Guardiola, i trionfi si moltiplicano e nel magico 2009 il difensore blaugrana alza al cielo ben 6 trofei: vince campionato, Copa del Rey, Champions League (2-0 al Manchester United in finale), Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea e Mondiale per club. Difficile fare altrettanto.

Nel 2008 ottiene anche un record personale: contro il Getafe, infatti, recupera 22 palloni, record di una gara per la Liga, che strappa al rivale del Real Madrid Sergio Ramos. Emblema del barcellonismo, nel 2011 vince quella che sarà la sua terza e ultima Champions League, battendo ancora una volta i Red Devils, stavolta per 3-1. È in quell'occasione che, prima della premiazione, si rende protagonista di un bellissimo gesto verso il suo compagno di squadra Eric Abidal.

Il francese era rientrato in campo da poche settimane dopo l'intervento chirurgico subito per un tumore al fegato e aveva giocato da titolare quella partita, mentre Puyol era subentrato a Dani Alves negli ultimi 2 minuti. Teoricamente spetterebbe a lui sollevare la Coppa dalle grandi orecchie, ma ecco che Carles, cuore d'oro, cede la fascia al suo compagno e fa la stessa cosa quando Michel Platini gli consegna il trofeo. È così è Abidal, fra i migliori in campo, ad alzarlo per primo. 

"È stato il momento più bello della mia carriera. - affermerà il difensore nel maggio 2014, quando annuncerà il suo ritiro dalle scene - Abidal lo meritava più di chiunque altro".

Eric Abidal lifts Champions League trophy (Getty)Getty

Ma grandi soddisfazioni per Puyol arrivano anche con la maglia rossa della Spagna, con cui partecipa a tre Mondiali (2002, 2006 e 2010) e vince l'edizione 2010 in Sudafrica, e a due Europei (2004 e 2008), conquistando quelli del 2008 in Austria e Svizzera. Si laurea campione d'Europa superando 1-0 a Vienna la Germania, due anni dopo è l'Olanda a cadere a Johannesburg con lo stesso risultato nei tempi supplementari, consentendogli di salire sul tetto del Mondo con le Furie Rosse.

Lui, che nella sua carriera ha segnato sempre pochi goal, ci mette anche la firma, decidendo con una sua rete, un imperioso colpo di testa su corner dalla destra di Xavi, la semifinale con la Germania. Quella che probabilmente resta una delle più belle mai realizzate dal giocatore catalano. Dal 2001 al 2013 colleziona anche 6 presenze con la Selezione Catalana. L'avventura in Nazionale termina il 5 febbraio 2013 dopo 100 presenze e 3 reti, mentre il ritiro definitivo dalle scene, per via di continui problemi alla cartilagine del ginocchio destro, lo annuncia il 15 maggio del 2014 all'età di 36 anni. Distinguendosi ancora una volta per eleganza e signorilità.

"È un momento complicato, - dichiara ai giornalisti convocati in conferenza stampa nella platea dell'Auditori 1899 del Camp Nou - non è facile per me, ma il 30 giugno chiuderò la mia avventura al Barça, e sono qui per ringraziare tutti. Non avrei mai pensato di arrivare fin qui, ho vinto tanto, ma quel che più mi piace sottolineare è che sono arrivato a Barcellona che ero quasi un bambino e me ne vado lasciando una famiglia. Ringrazio tutti, presidenti, compagni, amici, allenatori, ringrazio anche la Federcalcio spagnola e in particolare due tecnici: Luis Aragones e Tito Vilanova".

Carles Puyol Barcelona Champions LeagueGetty Images

L'era da calciatore nella Prima squadra blaugrana dell'uomo che aveva portato in paradiso la classe operaia si conclude dopo 15 stagioni e 21 trofei vinti con 593 presenze e 18 goal totali segnati e la fascia da capitano passa dal suo braccio a quello di Xavi. Nell'estate 2014 entra nello staff tecnico del Barcellona e studia per diventare un dirigente, ma a novembre riceve la chiamata di Roberto Mancini. L'allora tecnico dell'Inter lo vorrebbe come suo vice in nerazzurro.

"La sua offerta mi ha sorpreso e mi ha reso orgoglioso. - dirà in un'intervista a 'El País' - Avrei potuto accettare, ma dovevo ancora metabolizzare il fatto di non essere più un giocatore in attività. Avevo bisogno di tranquillità. Il mio desiderio era quello di giocare fino a 41 anni, come Maldini, ma il mio ginocchio non me lo ha permesso".

Il capitano del Milan è sempre stato il suo modello, e l'unica tentazione di lasciare il Barcellona è stata quella di farlo per giocare con lui.

"In Spagna avrei potuto giocare solo nel Barcellona. - dichiarerà apertamente - Se proprio avessero voluto cedermi, avrei optato per il Milan per via di Paolo”. 

Dopo 19 anni di permanenza nel club catalano, Puyol lo lascia il 5 gennaio 2015 in seguito al licenziamento di Zubizarreta come D.s. Dopo aver recuperato dai problemi al ginocchio destro, negli ultimi anni è sceso spesso in campo con le leggende della Spagna e del Barcellona. L'UEFA lo ha anche nominato ambasciatore di Euro 2020. 

Unito sentimentalmente dal 2012 nella vita privata all'ex modella Vanessa Lorenzo, Carles ha avuto da lei due figlie, Manuela e Maria. Da quando non gioca più, il calcio ha perso un grande uomo prima che un grande campione, che va annoverato senza dubbio come uno dei più forti difensori degli ultimi 40 anni.

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