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Rodion Camataru e il clamoroso caso della Scarpa d'Oro 1987 vinta grazie al regime e poi revocata

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In un calcio, quello rumeno degli anni Ottanta, ricco di talenti ma di secondo piano rispetto ai grandi Campionati europei, alla ricerca di una ribalta internazionale e di prestigio, Rodion Camataru era quello che può essere definito un onesto attaccante.

A dispetto di una certa macchinosità negli spazi stretti, la stazza imponente (era alto un metro e novanta centimetri per 88 chilogrammi), abbinata a notevoli mezzi atletici e al fiuto del goal, lo rendeva un giocatore ideale per agire in contropiede. Buon colpitore di testa, spesso, per le medesime caratteristiche, riusciva poi a farsi valere sui calci piazzati sorprendendo i difensori.

Dopo la vittoria della Coppa dei Campioni da parte della Steaua Bucarest nel 1985/86, si ritrovò suo malgrado coinvolto nelle ingerenze sempre più consistenti del regime di Ceausescu sul calcio nazionale.

Portato alla Dinamo Bucarest, la squadra della Securitate, la sanguinaria polizia segreta, finanziata dal ministero dell'Interno, riuscirà a segnare nel 1986/87 la bellezza di 44 reti in Divizia A, il massimo campionato rumeno, bottino ragguardevole ottenuto però grazie alle "difese ammorbidite" delle squadre avversarie.

Vincerà così la Scarpa d'Oro1987 come 'Miglior bomber d'Europa', ma l'UEFA scoprirà l'inganno e il premio gli verrà revocato e sarà assegnato all'austriaco Anton Polster, in quello che resta ancora oggi uno dei più grossi scandali della storia del calcio internazionale.

  • IL CLAMOROSO CASO DELLA SCARPA D'ORO 1987

    Corre l'anno 1987 e nella Divizia A, la Serie A rumena, la Steaua Bucarest, squadra campione d'Europa in carica, che rappresenta l'Esercito, si accinge a conquistare il suo terzo Scudetto rumeno consecutivo. I rossoblù si dimostrano troppo più forti della concorrenza, Dinamo Bucarest, loro principale rivale, inclusa.

    Dopo il successo europeo, il primo per una squadra oltre Cortina, il calcio era diventato per il regime comunista di Nicolae Ceausescu uno strumento straordinario per accrescere la propria immagine, in brusco calo per la grave crisi economica che stava colpendo il Paese.

    Ma all'interno della famiglia Ceausescu, Nicusur detto 'Nicu', il figlio naturale del Conducator, capo della Securitate, la Polizia segreta che controllava la Dinamo, iniziava a covare un sentimento di forte gelosia per i successi del fratellastro adottivo, Valentin, deus ex machina della Steaua.

    Tanto più che quest'ultimo era appena riuscito a portare nella sua squadra Gheorghe Hagi, la stella più luminosa del calcio rumeno, strappandolo allo Sportul Studentesc, altra società sotto il controllo di Nicu. Inizialmente in prestito per pochi mesi, giusto il tempo di vincere proprio con un goal dell'ultimo arrivato la Supercoppa Europea 1987 a spese di un'altra formazione dell'Est Europa, la Dinamo Kiev, ma di fatto il trasferimento si trasformerà a titolo definitivo a fine stagione.

    A Nicu, violento, dedito all'alcol e alle scommesse clandestine, anche riguardanti il mondo sportivo, a differenza del fratellastro, il calcio non interessa di per sé, ma ai suoi occhi è lo strumento ideale per alimentare i suoi affari e contrastare Valentin. Per questo non esita, quando lo ritiene opportuno, a manovrare i risultati delle partite e persino a decidere i marcatori, a corrompere gli arbitri e a spostare i giocatori da un club ad un altro.

    Il quadro a tinte fosche è dunque quello dei due figli del Conducator che tramite Steaua e Dinamo Bucarest si dividono titoli e premi individuali, e il copione si ripete anche nella tarda primavera del 1987. La Steaua, oltre al campionato, si è aggiudicata la Supercoppa europea e vincerà anche la Coppa di Romania, cosicché Nicu pretende una ricompensa per la Dinamo e chiede a papà Nicolae di intervenire perché si realizzi il suo piano.

    Se l'anno precedente, quando scommise su Hagi, stella dello Sportul, per il titolo di capocannoniere della Divizia A a spese di Piturca, il futuro numero 10 di Barcellona e Real Madrid realizzò 6 goal nell'ultima gara del torneo, sopravanzando in extremis il rivale, ora il figlio naturale del Conducator mira più in alto, e con la Steaua in fuga e ormai imprendibile, punta pesanti cifre su Rodion Camataru, centravanti della Dinamo Bucarest, vincitore della Scarpa d'Oro.

    Il premio era assegnato all'epoca in maniera secca dalla rivista 'France Football' al miglior cannoniere di tutti i campionati europei e aveva ampio prestigio: il vincitore della Scarpa d'Oro aveva garantiti popolarità, clamore mediatico e spesso buoni contratti in campionati europei di rilievo, con un ritorno economico importante anche per la società proprietaria del cartellino.

    Nicu mette dunque a punto il suo piano. C'è soltanto un piccolo particolare: l'austriaco Anton Polster, detto Toni, ha già segnato tante reti, e a Rodion servirebbe una media-goal monstre per superarlo. Così il capo della Securitate chiede a papà Nicolae (che pochi mesi prima aveva favorito il passaggio di Hagi alla Steaua) di renderlo attuabile: dal Conducator, certo del ritorno di immagine positivo per la Romania e convinto anche di fare un piacere a sua moglie Elena, tifosa dei Lupi rossi, parte l'ordine alle squadre avversarie della Dinamo Bucarest di "ammorbidire le loro difese"contro Camataru.

    Non che fino a quel momento fosse stato tutto limpido e alla luce del sole, naturalmente. Ma quanto accade alla fine del campionato rumeno 1986/87 è qualcosa di clamoroso. Mancano 7 giornate al termine, Camataru ha realizzato fino ad allora 23 reti e Polster è in netto vantaggio, avendo già superato le 30 marcature. Entrambi i tornei che vedono protagonisti i due bomber si concludono a fine giugno: il 26 i playoff austriaci che coinvolgono l'Austria Vienna, la squadra di Polster, il 25 la Divizia A.

    Nel giro di un mesetto la situazione è ribaltata: l'intervento del regime comunista consentirà a Camataru di chiudere con un bottino sorprendente di 44 goal in 33 gare e di vincere la classifica marcatori del massimo campionato rumeno doppiando Piturca della Steaua, fermatosi a 22 goal, e la Scarpa d'Oro 1987.

    L'attaccante della Dinamo Bucarest, probabilmente senza neanche essere a conoscenza della trama ordita da Nicu Ceausescu alle sue spalle, segna a raffica contro avversarie che si piegano all'ordine emesso dal Conducator, favorito da un'epoca lontana anni luce dalla mediaticità del calcio di oggi, in cui dai Paesi oltre Cortina è difficile capire da poche immagini sgranate se una gara si sia svolta in maniera regolare o meno.

    Rodion va a segno su rigore all'88' contro l'Arges Pitesti, poi fa tripletta in 38' al Corvinul e firma altri 3 centri (doppietta nei primi 13' più un rigore) all'Otelul. Il ruolino incredibile del rumeno va avanti con una doppietta (nei primi 38') al Flacara Moreni, un poker (tripletta nei soliti primi 38', più un rigore nel finale) allo Sportul, addirittura una cinquina allo Jiul Petrosani e infine l'ennesima tripletta nei primi 56' all'ultima giornata nel derby 'minore' col Rapid Bucarest. Senza nemmeno uno stralcio di immagini su Youtube che possano testimoniare l'impresa.

    In tutto 21 goal in 7 partite fra il 24 maggio e il 25 giugno 1987, mentre Polster, nello stesso numero di gare, dal 15 maggio al 26 giugno, fa centro appena 8 volte. Da notare, peraltro, che il risultato, in un simile contesto, è l'ultimo dei problemi, visto che di quelle 7 gare con Camataru bomber inarrestabile la Dinamo Bucarest ne vince appena 2, chiudendo a -15 dalla Steaua vincitrice.

    La beffa per l'austriaco, fermatosi a 39 goal totali, si materializza. Tanto che quando France Football nel dicembre 1987 convoca i tre migliori bomber europei dell'anno precedente a Montecarlo per la premiazione, diserterà la cerimonia. Sente puzza di truffa, Polster. Camataru, invece, che si presenta in abito elegante e cravatta, è insignito dell'ambito trofeo individuale, con cui posa facendo con le dita della mano il segno della vittoria.

    Lo scandalo emergerà in tutta la sua interezza soltanto dopo la caduta del regime di Ceausescu nel dicembre 1989. L'UEFA entrerà infatti in possesso di documenti, mai pubblicati, che attesteranno l'intervento del regime comunista per "ammorbidire" le difese avversarie e consentire a Camataru di vincere la Scarpa d'Oro.

    La Scarpa d'Oro di Camataru è così revocata da France Football, e, anche se il giocatore conserverà il trofeo originale, nel 1990 sarà consegnata a Polster, il reale vincitore di quell'edizione, una Scarpa d'Oro griffata Adidas. Il tutto fra le proteste di Camataru, convinto di aver fatto tutto da sé.

    "Ho segnato quelle reti senza che nessuno si tirasse indietro per lasciarmele fare- sosterrà -. Non sono mai stato ufficialmente accusato di nulla, né mi è stato chiesto di restituire il trofeo. E poi, perché nessuno indaga sui 39 goal fatti da Polster?".

    Per il centravanti austriaco, che passerà anche dal Torino, invece, giustizia è fatta.

    "Mi accorsi subito che stava succedendo qualcosa di losco: era impossibile segnare con tanta facilità in un calcio valido come quello rumeno - commenterà -. Feci bene a saltare il galà di Montecarlo: anni dopo mi hanno dato una Scarpa d’Oro Adidas che per me vale quella scippata nell'87".

    E di fronte alle parole stizzite di Camataru, aggiungerà:

    "I miei 39 goal? Avevo l’obiettivo di migliorarmi ogni anno: nelle stagioni precedenti ne avevo fatti 24 e 33, faceva parte della mia crescita tecnica e di esperienza. Mi spiace per Camataru: era un grande goleador, la sua carriera non aveva bisogno di un inganno simile".

    Scandali clamorosi come quello dello Scarpa d'Oro revocata a Camataru, propiziata dal regime di Ceausescu, cui seguiranno vittorie non esenti da sospetti come quella del connazionale Dorin Mateut nel 1989 e di Darko Pancev nel 1991, indurranno France Football a sospendere il premio.

    Quest'ultimo ripartirà poi nel 1997 con un nuovo regolamento, basato su una ponderazione in base ai coefficienti UEFA dei vari campionati, che consentirà di superare le vecchie criticità, e un nuovo assegnatario, l'associazione European Sport Media, che riunisce varie testate giornalistiche europee: non è un caso che il primo a vincerlo con il nuovo sistema sarà il brasiliano Ronaldo, uno dei più grandi attaccanti della storia moderna del calcio.

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  • LA CARRIERA DI CLUB: DA CRAIOVA ALL'EREDIVISIE

    L'episodio della Scarpa d'Oro vinta con l'inganno e revocata sarà una macchia indelebile nella carriera di Rodion Camataru, che per il resto sarà quella, fra alti e bassi, di un onesto attaccante.

    Nato a Strehaia, cittadina rurale di poco più di 10 mila abitanti, nella Romania sud-occidentale, il 22 giugno 1958, si forma calcisticamente nelle Giovanili del Progresul Strehaia, in cui milita dal 1970 al 1974. All'età di 16 anni arriva il grande balzo con il trasferimento all'Universitatea Craiova e il debutto in Divizia A, il massimo campionato rumeno, in una gara pareggiata in casa 1-1 contro il CFR Cluj il 10 novembre 1974.

    Nella stagione d'esordio 1974/75 colleziona 7 presenze senza goal. Per la prima rete in Divizia A bisogna attendere il 1975/76, che porta in dote 26 gare e una rete. Sempre una marcatura ma in sole 14 presenze Camataru la realizza nel 1976/77, stagione che lo vede anche sollevare il primo trofeo della sua carriera, la Coppa di Romania, vinta 2-1 da titolare contro la Steaua Bucarest.

    Per l'Universitatea è anche la prima Coppa nazionale della sua storia, successo che viene bissato nel 1977/78, quando ad essere sconfitta in finale per 3-1 è l'Olimpia Satu Mare. Nell'occasione, dopo aver collezionato 26 presenze e 3 goal in campionato, l'attaccante di Strehaia dà un saggio dei suoi mezzi fisici: ruba palla a centrocampo e si invola in contropiede nell’area avversaria, poi effettua un dribbling secco sull’ultimo uomo e di destro trafigge il portiere.

    Al di là di questa prodezza, che vale il provvisorio 2-1 per l'Universitatea, in questi primi anni Camataru appare come un centravanti dal gran fisico che fa un gran lavoro per la squadra ma risulta poco prolifico in zona goal. La svolta sta però per arrivare: nel 1978/79, a 21 anni, va per la prima volta in doppia cifra, realizzando 13 reti in 28 presenze.

    Dopo aver vinto la medaglia di bronzo con la Nazionale alle Universiadi di Città del Messico, con i 17 goal segnati in 26 partite trascina l'Universitatea a vincere lo Scudetto di Romania nel 1979/80. Ancora meglio per Camataru e l'Universitatea va nel 1980/81, quando si realizza il Double, l'accoppiata Scudetto-Coppa di Romania. L'attaccante mette a referto, in quella che 1986/87 sarà la sua miglior stagione in carriera, 23 goal in 33 presenze. La finale di Coppa è vinta con un netto 6-0 sul Politehnica Timișoara.

    Negli anni successivi non saprà ripetersi, mantenendosi comunque su discreti livelli. Sono 12 le reti in 23 presenze nel 1981/82, stagione in cui realizza anche il suo unico goal in Coppa dei Campioni in carriera, rifilato ai danesi del Kjøbenhavns Boldklub, in cui gioca un giovanissimo Michael Laudrup, nel ritorno casalingo degli ottavi di finale. L'Universitatea raggiunge i quarti di finale, dove viene eliminata dal Bayern Monaco (0-2 in Romania e 1-1 in Baviera).

    I goal di Camataru scendono a 9 in 27 partite nel 1982/83, stagione in cui si aggiudica l'ultimo trofeo con la maglia biancazzurra, vincendo nuovamente la Coppa Nazionale (2-1 al solito Politehnica Timișoara in finale), per poi tornare a crescere nelle due stagioni seguenti: 17 in 29 gare nel 1983/84 e 18 in 33 partite nel 1984/85.

    Poi una stagione condizionata da un infortunio, che lo vede in campo per sole 16 gare in cui realizza comunque 8 goal. In 12 anni di militanza con l'Universitatea fanno 122 goal in 188 partite e 6 titoli (4 Coppe di Romania e 2 Scudetti), che gli valgono l'appellativo di 'Cannoniere di Banie', dall'antico soprannome della città di Craiova ("I leoni di Banie").

    Nel 1986, però, il ciclo di Camataru all'Universitatea può considerarsi concluso. Lui a 28 anni vorrebbe fare un'esperienza al di fuori della Romania. Il Kaiserslautern prova a portarlo in Bundesliga, ma alla fine non se ne farà nulla. Nicolae Ceausescu impone il suo veto al trasferimento in Germania: Rodion, come tutti i più forti giocatori rumeni dell'epoca, giocherà nella capitale.

    Ad attenderlo c'è la Dinamo Bucarest di Nicu, desideroso di contrastare l'egemonia calcistica della Steaua, controllata dal fratello Valentin. Al termine della sua prima annata con i Cani rossi, guidati in panchina da Mircea Lucescu, si assiste alla messa in scena dei 44 goal in 33 partite, orchestrata dal regime per fargli vincere la Scarpa d'Oro. Camataru in tutta la vicenda, è stato probabilmente un semplice strumento del regime.

    Nel 1987 è addirittura fra i candidati al Pallone d'Oro: riceve 2 voti come Hagi e si piazza 21°. Negli anni seguenti segna 17 goal in 26 presenze (1987/88) e 15 reti in 30 gare (1988/89). Per uno strano scherzo del destino con gli Spartani non riuscirà a vincere nemmeno un trofeo.

    Negli anni nella capitale vive da protagonista anche la finale di Coppa di Romania del 1988, passata alla storia del calcio rumeno come 'La Coppa della vergogna'. Sul campo dello Stadio 23 agosto vince 2-1 la Steaua (il goal del provvisorio 1-1 dei Cani Rossi lo firma il giovane Raducioiu su un suo assist), ma le rete in zona Cesarini di Balint viene annullata dall'arbitro Stefan Dan Petrescu e dal guardalinee Gheorghe Ionescu per un fuorigioco inesistente, scatenando un parapiglia.

    Valentin Ceausescu ordina alla Steaua il rientro negli spogliatoi, in segno di protesta, e la Coppa di Romania viene inizialmente assegnata a tavolino alla Dinamo, rimasta in campo con la terna arbitrale. Le immagini televisive omettono di inquadrare il rettangolo di gioco durante gli scontri.

    Ma il giorno seguente, dopo la visita al presidente della Federazione rumena Mircea Anghelescu da parte dei rappresentanti delle due società, di un un membro del Comitato centrale del Partito comunista e del capo del Consiglio nazionale dello sport, e la presa visione di una videocassetta che dimostra l'assoluta regolarità del goal di Balint, si torna indietro: assodato il grave errore arbitrale, viene rettificato il risultato della finale e omologato il 2-1 per la Steaua, poi comunicato a giornali e tv:

    "La Commissione federale ha ritenuto che il secondo goal segnato dalla Steaua, inizialmente convalidato dall’arbitro e successivamente annullato, sia stato perfettamente regolare. L’Ufficio di presidenza del Comitato esecutivo ha pertanto stabilito che la Steaua ha vinto la finale di Coppa di Romania per 2-1".

    Si scopre che arbitro e guardalinee, per questo squalificati per un anno, sono affiliati alla Securitate, che erano stati corrotti dal capo della Polizia segreta, Tudor Postelnicu, e che attraverso quest'ultimo Nicu Ceausescu ci aveva messo ancora una volta lo zampino, tentando di far vincere la Dinamo e di fare un dispetto al fratellastro.

    Il trofeo è affidato alla Steaua ma poi succederà che dopo la caduta del regime non lo vorrà tenere più nessuno: i rossoblù proveranno a ridarlo alla Dinamo, senza successo. Per anni quella Coppa 1988 resterà vacante, ma alla fine la Federazione rumena sembra averla definitivamente assegnata alla Steaua, che vince anche l'edizione 1988/89, imponendosi stavolta 3-1 sui rivali.

    E Camataru? Dopo 76 goal in 89 presenze nelle tre stagioni con la Dinamo (statistica chiaramente condizionata dai 44 centri del 1986/87) con la caduta del regime comunista può finalmente fare esperienza in altri campionati. Nel 1989/90 si trasferisce in Belgio, allo Charleroi, e diventa il primo calciatore rumeno a giocare all'estero.

    L'esperienza non sarà esaltante, con 6 reti in 24 partite, e ulteriori 5 presenze senza goal all'inizio del 1990/91. Nell'autunno del 1990 passa agli olandesi dell'Heerenveen, con cui andrà decisamente meglio. In tre stagioni firma 23 goal in 62 presenze. L'attaccante rumeno sigla la sua ultima rete in carriera a quasi 35 anni nella Finale di Coppa d'Olanda 1993, persa 6-2 contro l'Ajax di Van Gaal.

    Dopo il ritiro dalle scene, nel 2020, in occasione del Centenario del club, ha la soddisfazione di essere stato votato come miglior attaccante della storia dell'Heerenveen davanti a Ruud Van Nistelrooy e Klaas-Jan Huntelaar. Il protagonista dello scandalo della Scarpa d'Oro del 1987 oggi collabora con la Lega calcio rumena e fa l'agente immobiliare.

    "Quando andai in Belgio senza dubbio l’ambiente si aspettava troppo da me, la mia reputazione mi aveva preceduto - dirà della sua avventura allo Charleroi -. Sono tornato alcune volte nel Paese. Ma a parte la gente, nel calcio non avevo molte amicizie. Nei Paesi Bassi, invece, ho potuto beneficiare di più spazio come attaccante. Ho soggiornato in Frisia per tre anni. Poi, sono tornato in Romania, dove ho lavorato per il mio ex club, l’Universitatea Craiova, per due anni".
    "Non sono mai voluto diventare un allenatore - aggiungerà -. Dopo due anni, ho preferito il mondo degli affari a quello del calcio. Ho fondato un’agenzia immobiliare e mi occupo di costruire edifici e di venderli. Sono rimasto nel calcio come osservatore per la Lega calcistica rumena. Mi assicuro che tutto sia perfetto nell’organizzazione delle partite".
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  • L'ESPERIENZA CON LA ROMANIA E IL GOAL A WEMBLEY

    Nella sua carriera calcistica Rodion Camataru ha indossato a lungo anche la maglia della Nazionale rumena. L'esordio è datato 13 settembre 1978, in un'amichevole persa 2-1 contro la Grecia sotto la gestione del Ct. Ștefan Kovács. Dopo il 3° posto e la medaglia di bronzo alle Universiadi di Città del Messico del 1979, nel 1980 vince con la Romania la Coppa dei Balcani, segnando anche una rete nella finale di ritorno con la Jugoslavia vinta 4-1.

    Partecipa con 6 partite e 2 goal alle qualificazioni ad Euro '84, in cui la Romania del giovane Ct. Mircea Lucescu elimina l'Italia campione del Mondo di Bearzot qualificandosi alla fase finale in Francia. Disputa poi tutte e 3 le partite del Girone 2, senza lasciare il segno.

    Camataru resta in Nazionale per 12 anni, segnando nella sua esperienza con la Romania anche un goal particolarmente prestigioso. Il primo lo firma a Wembley contro l'Inghilterra l'11 settembre 1985 nelle Qualificazioni ai Mondiali di Messico 1986.

    Dopo un'azione manovrata partita prima della metà campo, cui partecipa anche il centravanti, Camataru è lanciato in contropiede da Rednic, taglia in due la difesa dei Tre Leoni e a tu per tu con Shilton lo batte con un tocco morbido. La rete vale l'1-1 per i rumeni dopo il vantaggio iniziale di Glenn Hoddle.

    Con la Nazionale Camataru è convocato ai Mondiali di Italia '90, che lo vedranno però nelle vesti di 'turista': l'attaccante, infatti, non sarà mai schierato dal Ct. Emeric Jenei. L'ultima gara con la Romania la gioca il 12 settembre del 1990, ed è la sconfitta per 2-1 con la Scozia nelle Qualificazioni ad Euro '92. In quella gara Camataru realizza anche il goal rumeno, il 21° personale in 73 gare complessive con la Romania (7° cannoniere all-time con Iordanescu, Georgescu e Raducioiu).

    Il 25 marzo 2008 il presidente della Romania, Traian Basescu, lo ha insignito della Medaglia al merito sportivo per aver rappresentato il Paese ai Mondiali di Italia '90.

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