Corre l'anno 1987 e nella Divizia A, la Serie A rumena, la Steaua Bucarest, squadra campione d'Europa in carica, che rappresenta l'Esercito, si accinge a conquistare il suo terzo Scudetto rumeno consecutivo. I rossoblù si dimostrano troppo più forti della concorrenza, Dinamo Bucarest, loro principale rivale, inclusa.
Dopo il successo europeo, il primo per una squadra oltre Cortina, il calcio era diventato per il regime comunista di Nicolae Ceausescu uno strumento straordinario per accrescere la propria immagine, in brusco calo per la grave crisi economica che stava colpendo il Paese.
Ma all'interno della famiglia Ceausescu, Nicusur detto 'Nicu', il figlio naturale del Conducator, capo della Securitate, la Polizia segreta che controllava la Dinamo, iniziava a covare un sentimento di forte gelosia per i successi del fratellastro adottivo, Valentin, deus ex machina della Steaua.
Tanto più che quest'ultimo era appena riuscito a portare nella sua squadra Gheorghe Hagi, la stella più luminosa del calcio rumeno, strappandolo allo Sportul Studentesc, altra società sotto il controllo di Nicu. Inizialmente in prestito per pochi mesi, giusto il tempo di vincere proprio con un goal dell'ultimo arrivato la Supercoppa Europea 1987 a spese di un'altra formazione dell'Est Europa, la Dinamo Kiev, ma di fatto il trasferimento si trasformerà a titolo definitivo a fine stagione.
A Nicu, violento, dedito all'alcol e alle scommesse clandestine, anche riguardanti il mondo sportivo, a differenza del fratellastro, il calcio non interessa di per sé, ma ai suoi occhi è lo strumento ideale per alimentare i suoi affari e contrastare Valentin. Per questo non esita, quando lo ritiene opportuno, a manovrare i risultati delle partite e persino a decidere i marcatori, a corrompere gli arbitri e a spostare i giocatori da un club ad un altro.
Il quadro a tinte fosche è dunque quello dei due figli del Conducator che tramite Steaua e Dinamo Bucarest si dividono titoli e premi individuali, e il copione si ripete anche nella tarda primavera del 1987. La Steaua, oltre al campionato, si è aggiudicata la Supercoppa europea e vincerà anche la Coppa di Romania, cosicché Nicu pretende una ricompensa per la Dinamo e chiede a papà Nicolae di intervenire perché si realizzi il suo piano.
Se l'anno precedente, quando scommise su Hagi, stella dello Sportul, per il titolo di capocannoniere della Divizia A a spese di Piturca, il futuro numero 10 di Barcellona e Real Madrid realizzò 6 goal nell'ultima gara del torneo, sopravanzando in extremis il rivale, ora il figlio naturale del Conducator mira più in alto, e con la Steaua in fuga e ormai imprendibile, punta pesanti cifre su Rodion Camataru, centravanti della Dinamo Bucarest, vincitore della Scarpa d'Oro.
Il premio era assegnato all'epoca in maniera secca dalla rivista 'France Football' al miglior cannoniere di tutti i campionati europei e aveva ampio prestigio: il vincitore della Scarpa d'Oro aveva garantiti popolarità, clamore mediatico e spesso buoni contratti in campionati europei di rilievo, con un ritorno economico importante anche per la società proprietaria del cartellino.
Nicu mette dunque a punto il suo piano. C'è soltanto un piccolo particolare: l'austriaco Anton Polster, detto Toni, ha già segnato tante reti, e a Rodion servirebbe una media-goal monstre per superarlo. Così il capo della Securitate chiede a papà Nicolae (che pochi mesi prima aveva favorito il passaggio di Hagi alla Steaua) di renderlo attuabile: dal Conducator, certo del ritorno di immagine positivo per la Romania e convinto anche di fare un piacere a sua moglie Elena, tifosa dei Lupi rossi, parte l'ordine alle squadre avversarie della Dinamo Bucarest di "ammorbidire le loro difese"contro Camataru.
Non che fino a quel momento fosse stato tutto limpido e alla luce del sole, naturalmente. Ma quanto accade alla fine del campionato rumeno 1986/87 è qualcosa di clamoroso. Mancano 7 giornate al termine, Camataru ha realizzato fino ad allora 23 reti e Polster è in netto vantaggio, avendo già superato le 30 marcature. Entrambi i tornei che vedono protagonisti i due bomber si concludono a fine giugno: il 26 i playoff austriaci che coinvolgono l'Austria Vienna, la squadra di Polster, il 25 la Divizia A.
Nel giro di un mesetto la situazione è ribaltata: l'intervento del regime comunista consentirà a Camataru di chiudere con un bottino sorprendente di 44 goal in 33 gare e di vincere la classifica marcatori del massimo campionato rumeno doppiando Piturca della Steaua, fermatosi a 22 goal, e la Scarpa d'Oro 1987.
L'attaccante della Dinamo Bucarest, probabilmente senza neanche essere a conoscenza della trama ordita da Nicu Ceausescu alle sue spalle, segna a raffica contro avversarie che si piegano all'ordine emesso dal Conducator, favorito da un'epoca lontana anni luce dalla mediaticità del calcio di oggi, in cui dai Paesi oltre Cortina è difficile capire da poche immagini sgranate se una gara si sia svolta in maniera regolare o meno.
Rodion va a segno su rigore all'88' contro l'Arges Pitesti, poi fa tripletta in 38' al Corvinul e firma altri 3 centri (doppietta nei primi 13' più un rigore) all'Otelul. Il ruolino incredibile del rumeno va avanti con una doppietta (nei primi 38') al Flacara Moreni, un poker (tripletta nei soliti primi 38', più un rigore nel finale) allo Sportul, addirittura una cinquina allo Jiul Petrosani e infine l'ennesima tripletta nei primi 56' all'ultima giornata nel derby 'minore' col Rapid Bucarest. Senza nemmeno uno stralcio di immagini su Youtube che possano testimoniare l'impresa.
In tutto 21 goal in 7 partite fra il 24 maggio e il 25 giugno 1987, mentre Polster, nello stesso numero di gare, dal 15 maggio al 26 giugno, fa centro appena 8 volte. Da notare, peraltro, che il risultato, in un simile contesto, è l'ultimo dei problemi, visto che di quelle 7 gare con Camataru bomber inarrestabile la Dinamo Bucarest ne vince appena 2, chiudendo a -15 dalla Steaua vincitrice.
La beffa per l'austriaco, fermatosi a 39 goal totali, si materializza. Tanto che quando France Football nel dicembre 1987 convoca i tre migliori bomber europei dell'anno precedente a Montecarlo per la premiazione, diserterà la cerimonia. Sente puzza di truffa, Polster. Camataru, invece, che si presenta in abito elegante e cravatta, è insignito dell'ambito trofeo individuale, con cui posa facendo con le dita della mano il segno della vittoria.
Lo scandalo emergerà in tutta la sua interezza soltanto dopo la caduta del regime di Ceausescu nel dicembre 1989. L'UEFA entrerà infatti in possesso di documenti, mai pubblicati, che attesteranno l'intervento del regime comunista per "ammorbidire" le difese avversarie e consentire a Camataru di vincere la Scarpa d'Oro.
La Scarpa d'Oro di Camataru è così revocata da France Football, e, anche se il giocatore conserverà il trofeo originale, nel 1990 sarà consegnata a Polster, il reale vincitore di quell'edizione, una Scarpa d'Oro griffata Adidas. Il tutto fra le proteste di Camataru, convinto di aver fatto tutto da sé.
"Ho segnato quelle reti senza che nessuno si tirasse indietro per lasciarmele fare- sosterrà -. Non sono mai stato ufficialmente accusato di nulla, né mi è stato chiesto di restituire il trofeo. E poi, perché nessuno indaga sui 39 goal fatti da Polster?".
Per il centravanti austriaco, che passerà anche dal Torino, invece, giustizia è fatta.
"Mi accorsi subito che stava succedendo qualcosa di losco: era impossibile segnare con tanta facilità in un calcio valido come quello rumeno - commenterà -. Feci bene a saltare il galà di Montecarlo: anni dopo mi hanno dato una Scarpa d’Oro Adidas che per me vale quella scippata nell'87".
E di fronte alle parole stizzite di Camataru, aggiungerà:
"I miei 39 goal? Avevo l’obiettivo di migliorarmi ogni anno: nelle stagioni precedenti ne avevo fatti 24 e 33, faceva parte della mia crescita tecnica e di esperienza. Mi spiace per Camataru: era un grande goleador, la sua carriera non aveva bisogno di un inganno simile".
Scandali clamorosi come quello dello Scarpa d'Oro revocata a Camataru, propiziata dal regime di Ceausescu, cui seguiranno vittorie non esenti da sospetti come quella del connazionale Dorin Mateut nel 1989 e di Darko Pancev nel 1991, indurranno France Football a sospendere il premio.
Quest'ultimo ripartirà poi nel 1997 con un nuovo regolamento, basato su una ponderazione in base ai coefficienti UEFA dei vari campionati, che consentirà di superare le vecchie criticità, e un nuovo assegnatario, l'associazione European Sport Media, che riunisce varie testate giornalistiche europee: non è un caso che il primo a vincerlo con il nuovo sistema sarà il brasiliano Ronaldo, uno dei più grandi attaccanti della storia moderna del calcio.