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Fernando LlorenteGetty

Llorente dopo la Juve: dal goal decisivo contro i bianconeri al ritiro

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Acquistare a parametro zero. Nel corso degli anni di rinasciata contiana ed allegriana post inagurazione dello Stadium, la Juventus è stata un giorno sì e l'altro pure collegata a tale caratteristica. Perchè spendere milioni su milioni per chi ha appena visto il cartellino salire vertiginosamente se là fuori, vicino e lontano, sono presenti occasioni irripetibili? Nel lago dei costi zero da cui pescara, nel 2013 Madama porta alla sua corte un principe di bell'aspetto come Fernando Llorente.

Un ragazzone di un metro e 95 che fa esplodere i cuori, ma anche i dubbi. Le sue prime uscite porteranno all'immediata e assurda corsa alle domande su estetica che poco si abbina alla qualità calcistica. Insomma, flop. Tutto il contrario, visto che il bomber basco contribuirà pesantemente allo Scudetto dei 102 punti, in una delle migliori annate della sua storia.

Poi, l'addio ad agosto 2015. Due scudetti, 5 trofei in totale e la partenza di uno degli idoli di un biennio interscambiabile, simile ead altri per i tifosi della Juventus, continuamente in vetta al campionato. Continuamente a guardare tutti dall'alto in basso.

Quando Llorente rompe con l'Athletic Bilbao facendo di tutto per dare l'addio al suo vecchio amato club, pur di firmare con la Juventus, gli anni nel passaporto con luogo di nascita Pamplona sono già 28. Divenuti 30 dopo aver lasciato Torino.

Da lì, comincerà una nuova carriera per Fernando. Una rapida discesa? No. Nuovi capitoli, intrecciati con il suo vecchio amore per la Juventus. Fino agli ultimi anni. E alla decisione di puntare su una nuova vita.

  • Fernando Llorente SevillaGetty

    GOAL DELL'EX: JUVE SECONDA

    Llorente rescinde il contratto con la Vecchia Signora, tornando in patria. Sapori, sensazioni del passato. Non più Bilbao, non più i Paesi Baschi. La bellezza gotica della Catedral de Santa María, l'Alcazar, l'Andalusia. E due Europa League di fila in bacheca. Certo, il Real Madrid e il Barcellona, al pari dell'Atletico sono in lotta per vincere la Champions (la Juve di Llorente è stata appena sconfitta dai catalani), ma la formazione di Emery è la potenza più grande della seconda e per molti versi più interessante competizione.

    Llorente entra a far parte di un reparto comandato da Gameiro e capitanato dallo sfortunato José Reyes, che nel 2019 perderà la vita in un'incidente automobilistico. Per lo spagnolo, legatissimo ai bianconeri, la stagione non inizia in Europa League, ma bensì in Champions. Del resto la regola è sempre la solita: chi vince la competizione, è automaticamente promosso ad ascolare la musichetta.

    Chiamatelo come volete, caso, calcolo delle probabilità. Destino. Magari avete anche deciso di tatuarvi una frase motivazione su come tutto sia già deciso. Fatto sta che dopo averla lasciata poche settimane prima, Llorente finisce nel girone D insieme alla Juve. Con City e Gladbach a completare il quadro.

    Sembra quasi che il Siviglia voglia retrocedere in Europa League, per vincerla ancora una volta. Inizia benissimo con il successo netto al cospetto del Borussia, poi sbanda pericolosamente fino a condannarsi all'eliminazione: quattro sconfitte di fila in cui il calcio di Emery non si vede mai.

    Non si vede neanche Llorente, fino all'ultima giornata. Quella contro la Juventus, il ritorno dopo il 2-0 dell'andata. L'8 dicembre 2015 Emery punta su di lui come titolare, venendo ripagato: davanti ad una formazione bianconera obbligata e con diversi errori sotto porta da parte di Morata e Dybala, a brillare è il Re Leone. Colpo di testa su cross di Konoplyanka, ex compagni gelati.

    Sì, perchè la sconfitta contro il Siviglia significa sorpasso del Manchester City in vetta e conclusione del girone al secondo posto. Il ruggito di Llorente, soddisfatto ma rispettoso dei suoi ex compagni senza lasciarsi andare a sfrenate esultanze, porta i ragazzi di Emery in Europa League. E la Juve a sfidare il Bayern Monaco: un sorteggio condanna, che porterà all'immediata eliminazione.

    Per Llorente, invece, quele goal significherà titolo. La coppa, ancora una volta, nelle mani dei reyes: nel maggio successivo il Liverpool cadrà in finale, mentre il Siviglia conquisterà il suo terzo trofeo di fila. Ad aprire le danze, nei sedicesimi, sarà proprio Llorente, autore della doppietta contro il Molde con cui verrà costruita la base per arrivare all'ultimo atto. E farlo proprio.

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  • Fernando Llorente TottenhamGetty Images

    IL PERIODO BRITANNICO

    "E' difficile trovare continuità e questo è un aspetto importante per un calciatore. Mi piacerebbe finire bene la stagione a aiutare la squadra a conquistare dei titoli".

    Nonostante la vittoria dell'Europa League, Llorente non è soddisfatto. Per Emery non è un titolare e il Re Leone vuole essere libero. Di giocare, di essere decisivo. Finisce così allo Swansea, in Premier League. E qui, con la giusta fiducia, è ancora ingiocabile, soprattutto sulle palle alte.

    A fine stagione non solo salverà il club gallese, chiudendo nella top ten dei marcatori con 15 reti segnate, ma avrà modo di farsi notare da un club del campionato di più alto lignaggio: il Tottenham.

    Con Pochettino, infatti, gli Spurs sperano di poter cambiare la propria storia sportiva e vincere finalmente un grande trofeo dopo decenni di attesa. La squadra è ottima, così come la guida tecnica, tanto che nel secondo anno di Llorente, i londinesi si spingeranno fino alla finalissima di Champions, battuti però dal Liverpool.

    Il derby inglese sorride ai Reds, mentre vedrà il proprio sogno di baciare le Grandi Orecchie della coppa sfumare, di nuovo. Nonostante una rete al Manchester City che varrà la semifinale.

    Quella contro i Citizens sarà una delle tredici di un biennio in cui Llorente giocherà poco in campionato, venendo scelto soprattutto in League Cup e FA Cup, rispondendo presente e goleador. A 34 anni, la sua era britannica finisce. Riabbracciando quella italiana, non più bianconera.

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  • Llorente UdineseGetty

    UN RE LEONE (DI NUOVO) IN SERIE A

    A caccia di una punta di spessore internazionale che possa far rifiatare i falsi nove rotanti in attacco, il Napoli si affida a Llorente. Per alcuni tifosi azzurri e bianconeri si tratta di uno smacco, dopo il periodo alla Juventus.

    "Ho aspettato tre mesi il Napoli perché è una grandissima squadra, la seconda in Italia in questi ultimi anni, avevo tanta voglia di tornare in Serie A e giocare la Champions League. Ho avuto tante opzioni, ma volevo rimanere in un campionato importante come quello italiano e non vedo l'ora di giocare. Quando ti chiama Ancelotti, ti convince subito".

    Quel 'la seconda squadra in Italia' fa sorridere i tifosi della Juventus. Un messaggio a Madama che Llorente ha sempre evidenziato di aver amato alla follia, tanto da lasciare in lacrime:

    "Io sono uscito da Vinovo piangendo, con i lacrimoni" dirà l'anno prima "Ed è vero quello che ho sentito dire da Trezeguet: solo quando lasci la Juventus capisci davvero quello che avevi. A me manca tanto, ci tornerei sempre. E’ speciale perché, pur essendo un club enorme, all’interno è una famiglia. L’immagine della Juve è bella anche qua e io la innalzo ulteriormente: faccio una gran pubblicità...".

    Llorente non arriva a Napoli per essere titolare, giocando dal primo minuto solamente in qualche occasione. All'interno di una stagione che non sarà certo esaltante per la formazione di Ancelotti. Passata di mano, con Rino Gattuso, arriverà però la grande soddisfazione del successo in Coppa Italia. Contro chi? Ovviamente contro quella Juventus nel cuore di Llorente. Un piacere a metà, per il suo Napoli. Un dispiacere a metà, per la sua Madama.

    Lasciata Napoli a metà della stagione successiva, da gennaio 2021 Llorente tornerà al Nord Italia, stavolta ad oriente. In Friuli, di nuovo in bianconero. Ma in maglia Udinese.

    Qui, Llorente giocherà titolare gran parte dei mesi successivi, come torre del 3-5-2 di Gotti. Una sola rete, il peso degli anni. I 36 con cui fare i conti.

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  • ADDIO. PADEL.

    Per l'ultima volta, addio all'Italia. Per l'ultima volta, approdo in Spagna. L'ultima tappa nella carriera di Llorente è l'Eibar. Una piccola realtà, in cui cercare di capire se essere ancora un calciatore professionista oppure andare oltre.

    Con due reti nel 2021/2022 e un fisico sempre più difficile da reggere, Llorente chiude l'annata in Spagna risultando, di nuovo, svincolato. Scegliendo, nel febbraio 2023, la via del ritiro. A poche settimane dal suo 38esimo compleanno.

    "Sono felice e contento" le dichiarazioni a Movistar. "Sono otto mesi che sono fermo che ho lasciato l'Eibar a giugno e ora che ho lasciato il calcio sto vedendo che mi piace. No, non mi vedrete più, ho tutto molto chiaro".

    Il significato? Llorente giocherà una gara di Kings League, la lega nata dalla mente di Piqué e di alcuni streamer spagnoli, ma soprattutto continuerà a tenersi in forma con un'altra moda del momento:

    "Farò sport, giocherò a padel".

    Nuovo capitolo.

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