
All'inizio del nuovo Millennio, in Russia c'era un giovane portiere che prometteva di essere il dominatore incontrastato del suo ruolo in patria e di affermarsi come uno dei migliori estremi difensori d'Europa. Il suo nome è Ruslan Nigmatullin. Nessuno poteva immaginare ai tempi che la sua carriera da calciatore sarebbe stata molto inferiore alle attese.
Nato a Kazan il 7 ottobre 1974 in quella che allora si chiamava Unione Sovietica, è alto un metro e 88 centimetri per 79 chilogrammi e si mette in evidenza già nelle giovanili del Rubin, la squadra della sua città, di cui entra a far parte nel 1993. Agile e istintivo, presto gli appiccicano l'impegnativo appellativo di 'Nuovo Jascin'.
Il primo contratto da professionista glielo offre a 17 anni il KAMAZ, compagine della città di Nabereznye Celny, con cui gioca dal 1992 al 1994. Il suo talento non passa inosservato e nel 1995 è lo Spartak Mosca, uno dei club più prestigiosi del Paese, a puntare su di lui. Nigmatullin diventa una delle stelle emergenti della squadra che vince due titoli russi di fila fra il 1996 e il 1997.
Nel 1998 passa all'altro club di Mosca, la Lokomotiv, con cui gioca fino al 2001, arricchisce il suo palmarès di due Coppe di Russia e fa esperienza in Coppa delle Coppe e Coppa UEFA. L'anno della sua consacrazione è il 2001, in cui viene votato 'Calciatore russo dell'anno'. Ruslan infatti partecipa con la Lokomotiv alla fase a gironi della Champions League, che di fatto gli fa da vetrina. I russi riescono nell'impresa di battere il Real Madrid di Del Bosque e Zidane (2-0 a Mosca).
Sempre nella Champions League 2001/02, Nigmatullin affronta da avversario la Roma scudettata di Fabio Capello e Francesco Totti, e pur perdendo la Lokomotiv entrambe le gare con i giallorossi, l'estremo difensore riesce a mettersi in evidenza. Proprio dopo quelle gare il club giallorosso inizia a interessarsi a lui e nel 2002 si fanno sempre più insistenti le voci di un suo possibile approdo in Italia.
Oltre alla Lupa, Nigmatullin piace anche all'altra società romana, la Lazio, pronta a investire su di lui per poi fargli fare esperienza con la Fiorentina e riprenderselo nell'estate 2003. Ma ad un certo punto sembra davvero fatta con la Juventus, che ha già trovato l'accordo con la Lokomotiv. Manca soltanto il sì del portiere, che appare una formalità. Una volta arrivato in Italia, Nigmatullin avrebbe fatto inizialmente da dodicesimo di Buffon, per poi essere inserito in uno scambio di prestiti con Francesco Mancini del Napoli.
Ma qui si verifica il colpo di scena: Nigmatullin dice no alla Juventus, non vuole fare la riserva di Buffon ma giocare. Essendo però convinto che la Serie A sia il campionato giusto in cui consacrarsi, accetta l'offerta del Verona, che chiude l'affare a parametro zero con un blitz decisivo a Mosca del D.s. Rino Foschi. Con gli scaligeri il portiere firma un contratto di 4 anni e mezzo a circa un milione di euro a stagione.
Approda quindi approda a Verona a inizio gennaio 2002 e viene accolto all'aeroporto dai tifosi in festa. Così motiva la sua scelta:
"Il gioco di Malesani mi è sempre piaciuto".
Nella stagione 1998/99, del resto, il tecnico veronese aveva vinto la Coppa UEFA con il Parma e si era costruito una reputazione internazionale. Sembra insomma che le opportunità perché il russo sfondi in Italia ci siano tutte. Invece proprio lì qualcosa si inceppa. Nigmatullin fatica a trovare spazio, in una squadra che ha in rosa ben 4 portieri: oltre al titolare Fabrizio Ferron, ci sono anche Domenico Doardo e Gianluca Pegolo.
Alla fine il 'Giocatore russo dell'anno' finirà per giocare meno di tutti gli altri: Ferron mantiene il posto da titolare con 32 presenze, mentre 2 a testa le fanno Doardo e Pegolo. E Nigmatullin? Il russo ha modo di fare il suo esordio in Serie A il 17 febbraio 2002 in occasione dell'impegno casalingo che oppone i gialloblù all'Inter di Hector Cuper. Ferron deve infatti uscire in barella al 20', dopo uno scontro fortuito in uscita con il proprio compagno di squadra Dario Dainelli.
Il portiere russo è messo subito a dura prova dalle conclusioni di Recoba e Vieri, ma risponde presente. Nulla può però al 31' sull'inserimento vincente di Cristiano Zanetti che porta in vantaggio i nerazzurri. La parata più spettacolare Nigmatullin la compie a inizio ripresa ancora su Vieri, deviando in calcio d'angolo il suo colpo di testa a botta sicura da distanza ravvicinata. Poi però il centravanti si scatena e con una doppietta fissa il punteggio sullo 0-3 finale per i milanesi.

Il giudizio sulla prova di Nigmatullin è comunque positivo, e il portiere, allora ventisettenne, spera di avere altre occasioni per mettersi in mostra. Invece non arriveranno e a fine anno il Verona retrocede in Serie B.
"Le ragioni per cui non giocavo non avevano niente a che fare con il mondo del calcio. - dirà in un'intervista a 'Tuttomercatoweb' del 2015 - Arrivai in Italia come miglior portiere russo del 2001, ero il portiere della Nazionale e mi apprestavo a giocare i Mondiali del 2002. Tutti mi facevano la stessa domanda: 'Perché non giochi?'. Non sapevo cosa rispondere perché non capivo molto bene cosa stava succedendo".
"Il Verona continuava a perdere e Malesani non mi metteva in porta nemmeno dopo l'ottima prestazione contro l'Inter, che fu quella del mio esordio. Giocai per circa 70 minuti e dopo quella partita i giornalisti mi considerarono fra i migliori in campo. Credo che io abbia sofferto della corruzione del calcio italiano, della lotta tra le agenzie che mi volevano avere come cliente. E arrivati a questo punto le esatte ragioni per le quali non giocavo non le sapremo mai".
A cosa si riferisce il russo? Nigmatullin, quando anni dopo esplose lo scandalo di Calciopoli, denunciò ai Giudici di esser stato costretto a lasciare la procura di Marco Trabucci per firmare con l'Agenzia Gea World di Alessandro Moggi, in affari loschi che vedevano il coinvolgimento anche della mafia russa. La stessa agenzia venne poi condannata nel 2011 per 'violenza privata', a causa delle presunte pressioni esercitate per ottenere l'acquisizione di procure di alcuni calciatori dell'Est Europa. La condanna cadde tuttavia in prescrizione.
Nell'estate 2002 comunque, Nigmatullin partecipa ai Mondiali in Corea e Giappone con grande voglia di riscatto. Difende i pali della Russia in tutte e tre le gare del Gruppo H, ma la Nazionale del Ct. Romantsev non supera la fase a gironi. Il portiere è comunque l'unico estremo difensore del Verona ad aver mai giocato una fase finale dei Mondiali.
"Il palcoscenico della serie B non è il massimo, - ammette dopo i Mondiali - ma un professionista deve riuscire a trovare stimoli anche quando la realtà è meno gratificante del previsto".
Malesani sembra tuttavia cambiare idea e voler puntare su di lui in Serie B.
"Spero che la società convinca Nigmatullin a restare. - dichiara a 'La Gazzetta dello Sport' - È un portiere che mi dà il massimo della sicurezza".
Il club gialloblù tuttavia non intende sobbarcarsi lo stipendio oneroso del portiere e decide di mandarlo in prestito al CSKA Mosca per pochi mesi.
Colleziona 14 presenze, poi la storia si ripete: torna in Italia nel gennaio 2003 sotto la promessa di un trasferimento alla Lazio, che è ancora fortemente interessata a lui, ma finisce alla Salernitana, in Serie B, perché, secondo chi lo segue, "quella era l'unica squadra in cui aveva la possibilità di giocare".
"A Mosca ci siamo visti con Oreste Cinquini, ai tempi il Direttore sportivo della Lazio e lui mi disse una frase che ancora odo adesso: 'Per il 99,9% sei della Lazio'. Poi, quando sono arrivato in Italia il mio agente mi disse che per ragioni legate al calciomercato non potevo giocare nella Lazio, quindi sono andato alla Salernitana perché era l'unica dove c'era la possibilità di giocare".
Nigmatullin gioca 14 partite e subisce 22 goal, non potendo evitare la discesa in Serie C dei campani.
"Fu una grossa delusione e decisi di non giocare più in Italia. - ammise in un'intervista a 'Tuttomercatoweb' di qualche anno fa - Devo dire una cosa: spesso continuo a sognare ancora oggi il mio arrivo in Italia per dimostrare tutte le mie capacità. Nel sogno mi dico: 'Non importa che abbia quarant'anni'. E quando mi sveglio sorrido".
L'esperienza di Salerno è disastrosa e incide anche psicologicamente sul portiere. La speranza di affermarsi in Italia sfuma di fatto definitivamente. Nell'estate 2003 torna così in patria nuovamente con la Lokomotiv, dove per due stagioni fa la riserva di Ovcinnikov. Di fatto non è più lui, non tanto a livello fisico, quanto piuttosto a livello di capacità di concentrazione. Passa al Terek Grozny ma annuncia una prima volta il ritiro dal calcio giocato nel 2005 a soli 31 anni.
Poi ci ripensa e tornato l'entusiasmo firma nel 2008 con l'SKA Rostov, la seconda squadra di Rostov, che con le sue parate porta alla salvezza in Serie B. Visto il fallimento del club, tuttavia, passa alla seconda squadra della Lokomotiv, prima di chiudere in Israele, nelle fila del Maccabi Ahi Nazareth. Il 3 novembre 2009 annuncia il definitivo ritiro dal calcio a 35 anni. L'erede di Jascin si è perso per strada, ma la musica lo ha aiutato a riprendere in mano la sua vita.

Oggi Nigmatullin è infatti conosciuto come 'Dj Ruslan Nigmatullin' e ha intrapreso una carriera musicale di successo, che lo porta a viaggiare spesso da una parte all'altra del Mondo.
"Dopo aver lasciato il calcio ho deciso di concentrare le mie forze nella musica, entrando nel mondo dello showbiz. Lo faccio già da qualche anno e con alcune track ho raggiunto le top charts in Russia. Continuo a dare concerti, sono già stato in 350 diverse città, da Vladivostok a New York".
Ogni tanto, comunque, l'ex portiere del Verona non disdegna rindossare nuovamente i guanti con la Nazionale delle Vecchie Glorie russe. In una di queste occasioni, per la Supercoppa delle Leggende disputata a Mosca, Ruslan ha avuto una grande soddisfazione.
"I giornalisti avevano chiesto a Francesco Toldo, che era lì presente, se conosceva qualche portiere russo, e lui rispose: 'Conosco un solo estremo difensore russo, lui si chiama Nigmatullin ed è un portiere molto forte'. Inutile dire che mi abbia fatto molto piacere, poi ho anche avuto modo di parlarci".
Proprio quel Toldo che difendeva la porta dell'Inter nell'unica gara disputata in Serie A dal portiere russo.
"Non credo sia stato un errore venire in Italia, - sostiene - perché ho sempre avuto la passione per il calcio italiano e sognavo di giocare in Serie A. Diciamo così: il mio sogno mi ha tradito perché alla fine non sono riuscito ad affermarmi come sognavo".
