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Southgate GFXGoal

Racconti Europei - Il rigore di Southgate a Euro 1996: l'errore che ha interrotto un sogno

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Dal 2018, al museo del calcio di Manchester tra i cimeli che raccontano la storia del football c’è anche il suo panciotto. Un normale capo d’abbigliamento è diventato un vero e proprio trademark del calcio inglese. Basta tornare con la mente a tre anni fa, al Mondiale del 2018: l’ Inghilterra in semifinale contro la Croazia, ad un passo dal ritorno nella finalissima. Un popolo che viveva sull’onda dell’entusiasmo. E un Commissario Tecnico finito lì quasi per caso diventato in un attimo un vero e proprio punto di riferimento per tutti.

Doveva essere il mondiale di Sam Allardyce, nominato CT nel luglio 2016. Tre mesi dopo, le dimissioni a seguito dello scandalo del video in cui Big Sam spiegava come aggirare delle regole della Football Association. Al suo posto, ad interim, Gareth Southgate. L’allenatore dell’Under 21. Con un’esperienza minima: tre stagioni e mezzo al Middlesbrough in Premier, una retrocessione. Da calciatore, un'altra storia: difensore centrale di Crystal Palace, Aston Villa e Middlesbrough. Oltre 400 presenze in Premier League. Soprattutto, 57 caps con la nazionale inglese. E anche qualcosa da farsi perdonare. Un rigore sbagliato. E che rigore.

“Ho giocato vent’anni, ma vengo ricordato solo per quell’episodio. Ora alla guida della Nazionale mi sento di avere un debito da ripagare”.

Gareth Southgate World Cupgetty

Un rigore costato un sogno a tutta l’Inghilterra. Euro 1996. 30 anni dopo il Mondiale vinto, la terra d’Albione tornava ad ospitare una manifestazione in casa. Tutto il paese viveva sulle ali dell’entusiasmo. Fino al rigore sbagliato da Southgate contro la Germania in semifinale , nella lotteria dei rigori. Costato l’eliminazione agli inglesi, valso la finale (poi vinta) ai tedeschi.

“Si trattava eseguire qualcosa sotto pressione e io non avevo la tecnica per farlo - ha raccontato nel 2018 a Bear Grylls - Mi sono fatto avanti, ma non ho gestito la pressione. Mi sono sentito responsabile. Ero imbarazzato. Non ho più paura di niente dopo quell’esperienza”.

Il 26 giugno 1996 a Wembley era stata la serata dei centravanti d’area, prima Alan Shearer e poi Stefan Kuntz. Poi occasioni in serie, ma nessuno in grado di assumere pienamente il controllo della partita. Supplementare. Il palo colpito da Anderson a porta spalancata, così come il mancato tocco di Gascoigne a porta vuota. Poi i rigori. Che hanno gettato nello sconforto la squadra di Terry Venables. E che squadra: Alan Shearer, Seaman, i fratelli Neville, McManaman, Ince, Platt, Gascoigne, Fowler, Tony Adams, Sheringham. Una squadra per sognare. Davvero.

La sequenza dagli undici metri era stata, per i primi dieci, una masterclass. Una serie di rigori la maggior parte al limite della perfezione. Alan Shearer, goal. Thomas Hässler, goal. David Platt, goal. Thomas Strunz, goal. Stuart Pearce, goal. Stefan Reuter, goal. Paul Gascoigne, goal. Christian Ziege, goal. Teddy Sheringham, goal. Stefan Kuntz, goal. Parità assoluta. E ora?

Si è fatto avanti Gareth Southgate. 25 anni, neanche una decina di presenze in nazionale. Aveva esordito giusto qualche mese prima, a dicembre. Il CT Venables lo aveva fatto subito titolare vicino alla colonna e capitano Tony Adams al centro della difesa. Specialista dal dischetto? Tutt’altro. Ne aveva tirato giusto uno con il Crystal Palace tre anni prima. Stop.

Destro a incrociare, neanche angolato. Rasoterra. Fermato dalle mani di Köpke, uno dei migliori pararigori tedeschi. Wembley ammutolito. Andi Möller, dopo di lui: tiro e goal di potenza. Germania in finale, Inghilterra a casa.

“Gli ridarei la palla anche oggi, anche sapendo tutto ciò che è successo - ha dichiarato capitan Tony Adams al podcast su Euro 1996 di ‘ITV’ - Scommetterei ancora su di lui e anche il CT lo farebbe. Quando qualcuno ha il coraggio di farsi avanti, lo lasci fare. In quel momento ci siamo guardati tutti in faccia pensando ‘oddio, e ora?’. Lo avrei calciato io da capitano, ma Gareth si sentiva pronto. È andato da Venables, gli ha detto che toccava a lui. L’unica cosa che sapevamo è che aveva avuto un grande coraggio”.

Quella serata ha cambiato la vita di Southgate. Non la carriera, visto che sarebbe rimasto un punto fermo dell’Inghilterra, partecipando anche ai due Mondiali successivi e a Euro 2000. Da quel giorno, però, il nativo di Watford è ricordato per quel rigore. Solo e soltanto per quel rigore.

“Mi dico sempre che il tempo è passato, che la gente non ci pensa più. Poi mi ritrovo in una hall d’hotel e una ragazza dice al suo fidanzato: ‘sembra che sia quello che ha sbagliato il rigore’. Lui la zittisce, ma è già troppo tardi”, ha scritto nel suo libro ‘Woody and North’.

Il rigore che ha impedito all’Inghilterra di rompere il tabù, di battere la Germania dopo le sconfitte ai rigori in semifinale al Mondiale del 1990 o ai supplementari nei quarti del Mondiale del 1970. Quello che ha impedito di riportare indietro le lancette di trent’anni, al 1966, all’unica grande competizione vinta, all’unica finale giocata. Proprio contro la Germania. Il destino di quella nazionale sembrava già scritto. Nel girone aveva messo dietro anche l’Olanda. Aveva battuto la Spagna ai rigori nei quarti di finale. Sì, proprio ai rigori, rompendo una maledizione.

“È stata sicuramente l’esperienza professionale più complicata che ho dovuto attraversare - ha rivelato in un’intervista sull’Evening Standard condotta dal principe William - Tutta l’Inghilterra viveva sensazioni positive e cavalcava l’onda e io sono uscito dallo stadio con la sensazione di essere la persona che aveva fermato tutto quell’entusiasmo”.

Southgate PSGetty/Goal

A consolarlo più di tutti gli altri è stato Stuart Pearce, difensore come lui, per la precisione terzino sinistro, icona del Nottingham Forest. Conosceva quella sensazione. Aveva sbagliato un rigore decisivo in semifinale nel 1990, sempre contro la Germania, quando aveva 28 anni. A Euro 1996 ci era arrivato con l’esperienza dei suoi 34 anni.

“A cena ero seduto con lui, mi ha detto come sarebbero stati i mesi successivi, cosa avrei dovuto attraversare, ho realizzato le difficoltà che avrei dovuto affrontare, mi sono detto di giocare all’attacco. Non possiamo nascondere il fatto che sia successo. Dovevo decidere come gestire la situazione. Con il tempo è diventata una prospettiva diversa, gli ultimi mesi hanno cambiato la mia visione delle cose”.

Stuart Pearce Gareth Southgate Euro 96 England GermanyGetty

Per cambiare la prospettiva serviva una cavalcata come quella del Mondiale del 2018, terminata in semifinale. Con un paese in festa, che tifava Inghilterra, indossando il panciotto del CT. Che ha sentito la redenzione.

“Ho passato un paio di decenni ripensando a quell’episodio. Mi ero fatto avanti io. Forse in alcuni casi è più coraggioso non sentirsela. Ora le persone che mi incontrano mi parlano della gioia che hanno provato durante la nostra cavalcata del 2018, fino a pochi mesi fa non era così”.

La vittoria ai rigori negli ottavi di finale contro la Colombia ha tolto un enorme peso a Southgate, che ha finalmente visto la lotteria degli undici metri sorridergli. Per quel Mondiale Southgate aveva già pronta la lista di tiratori, sia i cinque eventuali sia tutti gli altri dopo. Una serie già decisa e stilata da maggio. Così come per gli Europei. Ha imparato dai propri errori, facendone tesoro. E sfatando il tabù Germania agli ottavi di finale. Oggi non è più l’uomo del rigore sbagliato, ma il CT con il panciotto che fa sognare ancora un intero paese.

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