Era Natale a casa Aaronson e, come sempre, un giovane Paxten Aaronson stava battagliando contro suo fratello maggiore Brenden. Vacanze o no, la competizione tra i due non si fermava mai. In questa occasione la gara era una partita di calcio. Mentre il resto della famiglia preparava la cena al piano di sopra, la battaglia nel seminterrato si faceva più feroce.
Alla fine, l'Aaronson più giovane ha avuto un po' di fortuna. Il tiro di Paxten è stato deviato da Brenden in fondo alla rete, determinando la vittoria. A detta del fratello minore, quello maggiore non ha gestito molto bene la situazione.
"Era sempre una battaglia. Non ci sarebbe mai piaciuto fare pugni, ma avremmo potuto partecipare ad alcuni incontri di wrestling - dice Paxten Aaronson a GOAL - Brenden è venuto al pranzo di Natale arrabbiatissimo, ha preso la palla e ha rotto una luce.
Mio padre e mia madre si sono irritati perché era Natale, doveva essere un momento di felicità.
Ma la stessa cosa con qualsiasi sport, anche col ping pong - aggiunge il giovane Aaronson - Eravamo molto competitivi in tutto. Durante le vacanze avevo sempre la meglio su di lui, e lui andava fuori di testa".
Non è azzardato dire che Brenden ne ha fatta di strada da quella sconfitta schiacciante nel seminterrato dei suoi genitori. È diventato una stella della Nazionale maschile degli Stati Uniti e recentemente si è trasferito al Leeds United per 25 milioni di sterline, realizzando a 21 anni il proprio sogno di arrivare in Premier League.
Ma non è l'unico membro della famiglia Aaronson a fare scalpore: Paxten, a soli 18 anni, sta già emergendo dall'ombra di suo fratello per scrivere a sua volta la propria storia.
L'Aaronson più giovane è recentemente sceso in campo con la Nazionale maschile Under 20 degli Stati Uniti, segnando sette goal in sette partite al campionato CONCACAF U20. Cinque di questi goal sono arrivati negli ottavi. Poi Paxten ne ha segnati altri due in finale nel 6-0 alla Repubblica Dominicana, vincendo sia il Pallone d'Oro che la Scarpa d'Oro.
"Non mi hanno permesso di portare i trofei sull'aereo perché erano troppo pesanti e non avevo voglia di pagare i soldi extra - ha raccontato - Ora li stanno spedendo a casa mia: spero che arrivino interi!".
Aaronson è stato una delle quattro stelle dei Philadelphia Union a brillare per gli Stati Uniti nel torneo. Assieme a lui anche Quinn Sullivan, Jack McGlynn e Brandan Craig: in quattro hanno messo a segno 15 goal.
È stato il primo grande lampo di Aaronson a livello internazionale: un momento che, in realtà, il ragazzo si stava costruendo da tempo.
Il calcio è sempre stato predominante in casa Aaronson. Ogni fine settimana Paxten guardava la Premier League in tv e tifava per il Liverpool. Ma i suoi idoli non erano solo ad Anfield: nel tempo si è innamorato anche di Mesut Ozil, Santi Cazorla e Luka Modric, oltre a Steven Gerrard.
La selezione di quei giocatori è eloquente. Tutti numeri 10 come lui, pronto a trasformarsi in uno dei migliori giovani registi del calcio americano.
I migliori talenti sono solo su NXGN:
Paxten Aaronson ha giocato a basket, baseball e lacrosse, ha provato tutti gli sport che poteva, ma si è sempre ritrovato a tornare al calcio. Se l'allenamento di basket e l'allenamento di calcio erano in conflitto, c'era un solo vincitore.
"Mio padre mi ha introdotto allo sport fin da piccolo e avere mio fratello al mio fianco con cui competere e allenarmi sempre mi ha aiutato molto - dice Aaronson - Volevo divertirmi e non essere solo. A volte allenarsi da solo diventa un po' noioso, per cui avere sempre qualcuno con cui allenarmi quando ero giovane è stato davvero fantastico".
Aaronson, come suo fratello, ha iniziato la sua carriera con la Union's YSC Academy Nel 2020 ha giocato per le riserve del club, ha firmato un contratto nazionale nell'agosto dello stesso anno, prima di fare il suo debutto in prima squadra nel 2021.
Una volta passato a Philadelphia, al primo anno di carriera ha segnato il Goal of the Week della MLS, concludendo il campionato con tre reti.
I paragoni con suo fratello, naturalmente, sono arrivati in maniera rapida. I due si assomigliano e si muovono allo stesso modo. Sono entrambi estremamente talentuosi ed entrambi hanno un'enorme energia, una caratteristica affinata probabilmente in quelle partite nel seminterrato.
Ci sono anche delle differenze, però: mentre Brenden viene utilizzato principalmente sulla fascia o come numero 8, Paxten è decisamente più un numero 10. Sa trattare la palla e, per certi versi, sembra più maturo di quanto lo fosse suo fratello alla stessa età. Ciò è in parte dovuto al fatto che l'Aaronson più giovane ha avuto il vantaggio di imparare da suo fratello, così da evitare di commettere gli stessi errori.
"La mia abilità dentro e nei pressi dell'area - dice Paxten - come calciare in porta o cose così, penso derivi dal fatto che, quando mio fratello è entrato nella MLS, ha avuto delle difficoltà in questo senso. Io avevo più tempo per diventare bravo, per perfezionare la tecnica, il modo di calciare. Avevo un po' di vantaggio su di lui. Ho guardato le sue difficoltà e ho perfezionato il mio gioco".
Ma non si trattava solo di guardare suo fratello, poiché Aaronson ha affrontato varie esperienze durante la crescita, tra cui il problema della mancanza di prestanza fisica.
"Ero sempre il più piccolo in campo. Sono sempre stato quello la cui maglia non si adattava mai. Potevo essere sopraffatto facilmente, quindi fin da piccolo ho dovuto imparare a perfezionare la mia tecnica, il mio tocco di palla, tenerla dove i difensori non potevano togliermela.
Non ero un ragazzo grande che poteva sempre giocarsela fisicamente, ma ero veloce a rubare la palla. Mio padre diceva sempre: il tuo momento arriverà quando crescerai, e quando crescerai starai molto meglio".
Quel momento è ora, in MLS. A causa dei suoi impegni con l'Under 20, Paxten Aaronson quest'anno non ha giocato moltissimo con Philadelphia, che ora è in vetta alla Eastern Conference, ma ci si aspetta che abbia un ruolo importante nei playoff.
"Voglio vincere un trofeo con i Philadelphia Union - dice - è la mia squadra da bambino, per me significherebbe tutto".
Per quanto tempo rimarrà nel club, non è dato saperlo. L'ex squadra di suo fratello, il Red Bull Salisburgo, è già stata accostata anche a lui, ma non è l'unica europea interessata.
C'è anche la possibilità che gli Aaronson, un giorno, possano giocare insieme in Nazionale. Ma anche che si ritrovino l'uno contro l'altro in due club diversi. Se ciò dovesse accadere, si spera che in campo non partano delle scazzottate.
È abbastanza chiaro, tuttavia, che Paxten non sta cercando di essere il prossimo Brenden e seguire le orme di suo fratello, cercando di superare le alte aspettative riposte su di lui a causa del suo cognome.
"Non mi è mai piaciuto pensarla in quel modo - dice - del tipo 'lui è migliore di me', cose così. No, sono sempre felice per il suo successo. Sono felice per quello che sta facendo. Come ci ha insegnato nostro padre, dobbiamo rimanere concentrati solo su noi stessi e sulla nostra carriera".
