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Genoa retrocesso in B 94/95 GFXGOAL

L'ultima volta che il Genoa retrocesse in Serie B: quando Skuhravy e compagni persero lo spareggio col Padova

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Chiuso il Mondiale americano con l'amarezza del rigore calciato alto da Roberto Baggio e la vittoria del Brasile, il calcio italiano riparte con una novità epocale: la stagione 1994/95 della Serie A è infatti la prima che assegna 3 punti anziché 2 per la vittoria, ma anche l'ultima con i numeri di maglia dall'1 all'11.

Il Genoa del presidente Aldo Spinelli è reduce da una salvezza sofferta l'anno prima, ottenuto con il lavoro in panchina di un vecchio cuore rossoblù come Claudio Maselli, dopo le esperienze traumatiche di Bruno Giorgi prima e Gigi Maifredi poi, culminate con i rispettivi esoneri.

I liguri puntano così ad una salvezza tranquilla. Ma la stagione si rivelerà ben più sofferta del previsto per il Grifone: la squadra vivrà infatti anche nel nuovo anno un doppio cambio di guida tecnica, chiudendo al quart'ultimo posto a pari merito con il Padova. Il regolamento dell'epoca non prevedeva come avviene invece oggi una valutazione sulla base degli scontri diretti, ma la disputa di uno spareggio.

Così sarà anche per Genoa e Padova. Ma il confronto decisivo, giocatosi al Franchi di Firenze il 10 giugno 1995, dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, che non cambia nemmeno ai supplementari, vedrà prevalere a sorpresa ai calci di rigore i biancoscudati di Sandreani sui rossoblù di Maselli, tornato al capezzale della squadra, cui non riesce un nuovo miracolo.

MERCATO 'ESOTICO': ARRIVA MIURA

Spinelli e il D.s. Spartaco Landini operano sul calciomercato con piccoli movimenti low cost. Arrivano in rossoblù il giovane portiere Davide Micillo e il difensore Gianluca Francesconi (a parametro zero dopo la rescissione) dalla Juventus, il difensore Daniele Delli Carri dal Torino a titolo gratuito, il centrocampista-esterno sinistro Dario Marcolin dal Cagliari e l'esperto terzino sinistro Giovanni Francini dal Napoli. Dall'Olbia è ingaggiato anche il diciottenne Pier Giovanni Rutzittu.

A campionato già iniziato la società correrà ai ripari in autunno, prelevando in prestito dall'Inter il centrocampista Antonio Manicone. Spinelli, a corto di grosse cifre da investire negli acquisti dopo gli anni d'oro che avevano portato la squadra in semifinale di Coppa UEFA nel 1992, vuol concedersi però un colpo ad effetto.

Così trova il modo di acquistare il primo giapponese della storia del calcio italiano: nel club più longevo d'Italia dal Verdy Kawasaki arriva Kazuyoshi Miura, attaccante nipponico alla sua prima esperienza europea ma che ha nei suoi trascorsi un'avventura al Santos in Brasile e che in patria è già considerato una star.

Il colpo 'esotico' suscita grande curiosità da parte degli appassionati, garantisce la presenza sugli spalti ad ogni partita di tifosi giapponesi e fa sperare il patron rossoblù di incassare importanti somme durante la stagione dagli sponsor del Sol Levante. Sono loro infatti a portarlo in Italia a costo zero e a garantire un ritorno economico al club per ogni presenza in campo della punta.

Sul fronte delle uscite lasciano la Liguria gli stranieri Lajos Detari (Sheffield Wednesday), Marciano Vink (PSV Eindhoven) e Dan Petrescu (Neuchatel Xamax), e vengono ceduti Roberto Murgita al Vicenza, e i giovani Luca Cavallo e Massimiliano Corrado al Perugia, Davide Nicola all'Ancona, dove approda anche il portiere Gianluca Berti.

Inizialmente lasciano Genova, salvo repentino ripensamento, anche Nicola Caricola e Gianluca Spagnulo, finiti rispettivamente al Torino e al Pescara e ripresi poi nella finestra autunnale. A novembre, dopo il primo cambio di allenatore, l'attacco sarà poi ulteriormente indebolito con le partenze di Michele Padovano, ceduto alla Reggiana, e di un giocatore simbolo del club come Marco Nappi, mandato in prestito al Brescia.

UNA ROSA ESPERTA CON SCOGLIO ALLA GUIDA

La rosa messa a disposizione a inizio anno al Professor Scoglio, beniamino della tifoseria, che mantenendo fede ad uno dei suoi detti, torna sulla panchina della squadra che ama per provare a risollevarne le sorti, punta molto sull'esperienza e sulla duttilità tattica di alcuni componenti della rosa rossoblù.

Il modulo è solitamente un camaleontico 5-3-2, che diventa 3-5-2 in fase di possesso palla. Fra i pali c'è Stefano Tacconi, riabilitato dopo un primo anno in chiaroscuro. La difesa titolare conta su Torrente accanto a capitan Signorini e al giovane Galante. Sulle fasce a destra Ruotolo (quando non è utilizzato in mediana) e a sinistra uno fra Francini o Delli Carri (ma in autunno tornerà Caricola dopo l'infortunio dell'ex partenopeo).

Marcolin o Ruotolo e Onorati agiscono da mezzaliai lati del regista Bortolazzi. In attacco l'olandese Van't Schip affianca uno fra Miura e il ventinovenne Thomas Skuhravy, visibilmente appesantito rispetto ai suoi anni migliori ma ancora letale in area di rigore. Con Nappi e Padovano come soluzioni alternative ai titolari. A ottobre il centrocampo è rinforzato con l'innesto di Manicone dall'Inter, che offre una soluzione in più, e in alcune gare il Professore rischia anche il 4-3-3, con Van't Schip e Nappi larghi ai lati di Skuhravy.

DA SCOGLIO A MARCHIORO

Le prime uscite ufficiali di Coppa Italia sembrano dare segnali incoraggianti. I rossoblù, infatti, eliminano il Cesena al 2° Turno con una doppia vittoria: 0-1 al Manuzzi (goal di Ruotolo) e 2-0 al Ferraris (doppietta di Skuhravy), qualificandosi agli ottavi di finale.

Il campionato parte il 4 settembre 1994 a San Siro contro il Milan e la mossa a sorpresa di Scoglio è il lancio dal primo minuto del giapponese Miura, per la gioia dei tanti fotografi e tifosi del Sol Levante, accorsi numerosi al Meazza. Kazu si muove bene, ma è evanescente sotto porta, ed è costretto a lasciare il campo per una frattura facciale che si procura in seguito ad un'entrata ruvida di Franco Baresi.

La gara la decide Marco Simone, che nella ripresa firma il goal che vale 3 punti per i rossoneri. Le prime 4 giornate non portano al Genoa vittorie. Arrivano infatti un pareggio con la Fiorentina (1-1), un pesante rovescio all'Olimpico contro la Roma (0-3) e un altro pareggio casalingo con il Napoli (3-3 con a segno Nappi e Bortolazzi, più un autogoal di Cannavaro). Il magro bilancio è di soli 2 punti in graduatoria che valgono il penultimo posto assieme al Brescia.

Scoglio sa però come rivitalizzare lo spogliatoio e nel momento più difficile tira fuori il proverbiale coniglio dal cilindro, conseguendo 2 vittorie consecutive che danno ossigeno in classifica al Grifone ma da un altro lato illudono probabilmente la dirigenza che la squadra possa salvarsi senza troppi patemi.

Il 2 ottobre il Genoa ottiene infatti la prima vittoria del suo campionato superando 3-1 al Ferraris la Reggiana di Pippo Marchioro. Skuhravy, schierato in coppia con Nappi, segna una doppietta. Il goal del vantaggio è uno spettacolare colpo di testa del gigante ceco su cross dalla sinistra di Onorati, il secondo un'altrettanto spettacolare conclusione di esterno destro di Bortolazzi che non lascia scampo al portiere.

Chiude i giochi, dopo l'uscita in barella di Francini, ancora Skuhravy con il secondo colpo di testa vincente della partita su assist stavolta di Bortolazzi dalla destra. Con Delli Carri promosso sulla fascia sinistra al posto dell'ex terzino del Napoli, il Grifone stende 1-2 anche il Brescia al Rigamonti. Il solito Skuhravy sblocca approfittando di un pasticcio difensivo dei lombardi. Gallo pareggia nella ripresa ma proprio Delli Carri, sugli sviluppi di un calcio di punizione, sigla di testa il goal del 2-1 definitivo.

La classifica sorride ai ragazzi di Scoglio, che balzano a metà graduatoria assieme all'Inter con 8 punti. Probabilmente l'errore è quello di pensare che i problemi siano di colpo. Così il Grifone cade due volte consecutive, venendo rimontato dalla Lazio al Ferraris (1-2) e travolto dal Bari al San Nicola (4-1). Poi però i liguri sono protagonisti di un bell'exploit casalingo contro l'Inter di Ottavio Bianchi.

I rossoblù regolano i nerazzurri 2-1 grazie alle reti di Van't Schip e Ruotolo, che vanificano il provvisorio pareggio di Delvecchio, e risalgono al 12° posto in classifica con 11 punti. Ma il colpo con i nerazzurri resta un caso isolato. I k.o. di misura con Cagliari e Cremonese fanno precipitare la squadra al quartultimo posto assieme a Napoli e Torino.

Gianluca Signorini Franco Scoglio Genoa Serie A 1994/95

La banda Scoglio palesa un grosso problema: la lunga astinenza che colpisce il bomber Skuhravy e l'assenza di alternative a quest'ultimo, soprattutto dopo le cessioni novembrine di Nappi e Padovano.

Spinelli prende la decisione più drastica: via 'il Professore', al suo posto Pippo Marchioro, fresco di esonero da parte della Reggiana. La scelta si rivela disastrosa, perché con l'ex allenatore del Milan alla guida, la squadra rossoblù precipita nei bassifondi della graduatoria e perde contatto. Il tecnico milanese prende subito una decisione drastica: fuori uno dei grandi vecchi, Stefano Tacconi, dentro al suo posto il giovane Micillo.

L'ex portiere bianconero decide allora di porre fine a 37 anni alla sua carriera.

"Nel corso di un incontro fra il presidente Aldo Spinelli e il calciatore Tacconi - si legge nel comunicato ufficiale diffuso dal Genoa il 12 dicembre 1994 - è stato raggiunto un accordo: il portiere è stato dispensato dal dovere di fornire le proprie prestazioni in favore del Genoa. Il Genoa corrisponderà a Tacconi gli emolumenti contrattuali fino al termine della stagione sportiva '94-'95, ovvero ad un nuovo eventuale tesseramento del calciatore stesso per altre società".

Alla rescissione consensuale seguirà l'addio definitivo al calcio giocato da parte del portiere. L'avvio di Marchioro sulla panchina del Genoa, peraltro, è una sconfitta per 3-2 nel Derby della Lanterna. Nonostante l'unico goal italiano di Miura, i rossoblù lasciano strada ai cugini blucerchiati. Seguono due pareggi con le big Parma (0-0) e Juventus (1-1, rete di Galante). Il girone di andata si chiude con tre sconfitte, per 2-1 contro il Foggia (rivale diretta per la salvezza), per 1-0 con la Fiorentina e 3-1 con il Napoli, un pareggio con il Torino per 0-0 e un successo per 2-1 sul Padova (firmato da Van't Schip e Manicone in zona Cesarini).

Ma il girone di andata si chiude con il terzultimo posto in coabitazione con Cremonese e Padova e 12 delle ultime 13 gare hanno lo stesso minimo comune denominatore: nessun goal è stato realizzato da Skuhravy, che dopo i 3 goal a inizio anno ritrova la rete soltanto prima del giro di boa nel 3-1 in favore della Fiorentina.

Il girone di ritorno si apre purtroppo con una tragedia che scuote tutto il mondo rossoblù ma anche l'intero calcio italiano. Il 29 gennaio 1995 prima di Genoa-Milan, un tifoso genovese, Vincenzo Spagnolo, noto 'Claudio', viene colpito con 5 coltellate fuori dallo stadio Luigi Ferraris. 'Spagna' ha 24 anni e per lui non c'è niente da fare. La gara ha regolare inizio ma si chiede la sospensione e dopo qualche minuto si decide che non è il caso di proseguire.

Individuato il giorno seguente l'assassino, il calcio italiano chiude per lutto la domenica seguente, prendendosi un necessario momento di riflessione. Genoa-Milan sarà poi recuperata il 15 febbraio, e vedrà la squadra di Marchioro bloccare sull'1-1 i rossoneri grazie ad un rigore trasformato da Skuhravy e al pareggio in extremis dell'ex Panucci.

Il tentativo del Genoa di scrollarsi di dosso le posizioni più delicate della graduatoria non riesce. I rossoblù faticano a dare continuità ai risultati e fanno troppi passi falsi seguiti da inattese resurrezioni. Così alla 19ª cadono 3-1 con la Fiorentina, salvo poi battere di misura la Roma nel turno seguente grazie ad un guizzo del solito Skuhravy, che trova la deviazione vincente dall'interno dell'area e si lancia in un'esultanza sfrenata sotto la Gradinata Nord.

Gli alti e bassi proseguono con un nuovo k.o. a Napoli (1-0 per i partenopei) e una vittoria casalinga sulla Reggiana grazie all'immancabile goal di Skuhravy. Il ceco si ripete e il 12 marzo 1995 stende anche il Brescia in pieno recupero: cross di Manicone e colpo di nuca, con la palla che si infila alle spalle di Ballotta.

Il tutto nonostante un infortunio metta fuori causa il portiere Micillo e Marchioro debba mettere in campo al suo posto Spagnulo subentrare al suo posto nel finale di gara. Proprio l'estremo difensore tornato dal prestito al Pescara reciterà un ruolo importante nel finale di stagione.

Le due vittorie di fila rilanciano i rossoblù, che si portano al 13° posto e sembrano aver superato il momento più difficile della stagione. Ma, ancora una volta, non sarà così. La squadra si inceppa nuovamente e perde 4-0 a Roma con la Lazio. Il pesante k.o. segna il capolinea dell'esperienza di Marchioro sulla panchina rossoblù. Il tecnico milanese, che aveva raddrizzato la situazione dopo un brutto avvio,è infatti esonerato da Spinelli.

LA GESTIONE MASELLI E L'IMPRESA MANCATA

Il patron dei liguri affida per il secondo anno consecutivo il compito di salvare il Genoa ad un vecchio cuore rossoblù come Claudio Maselli. Ma il cambio d'allenatore, a differenza della stagione precedente, sembra non sortire stavolta l'effetto sperato.

In mezzo ai pareggi interni con Bari e Cagliari (1-1 entrambe le gare) ci sono altri pesanti rovesci: 2-0 a Milano con l'Inter, 4-1 allo Zini con la Cremonese, diretta rivale per la salvezza. Il risultato è logicamente una nuova discesa in zona retrocessione: alla 28ª i rossoblù dopo la debacle con i grigiorossi vengono scavalcati da questi ultimi e scivolano a quota 29 punti al terzultimo posto a pari merito con il Foggia.

A riaccendere le speranze è il Derby della Lanterna: i goal di Van't Schip e di Skuhravy su rigore danno 3 punti molto pesanti in rimonta ai rossoblù, che si impongono 2-1. Seguono un buon pareggio al Tardini con il Parma di Scala, seconda forza del campionato (0-0) e, invece, un nuovo pesante rovescio, stavolta in casa, contro la Juventus capolista di Marcello Lippi. Dopo un primo tempo senza goal, i bianconeri travolgono il Grifone 0-4.

Fra i pali Maselli alterna il rientrante Micillo e Spagnulo, ma i risultati sono deludenti. A tre giornate dalla fine del torneo, il Genoa appare così quasi spacciato. La classifica recita: Brescia ultimo e già retrocesso con 12, Reggiana penultima e già in B con 14, Foggia e Genoa terzultimi a quota 33. Davanti ci sono la Cremonese a 35 e il Padova a 39, ma per i biancoscudati la permanenza in A appare soltanto una formalità. Non sarà così.

Alla terzultima il Genoa di Maselli dimezza lo svantaggio dai veneti battendo con un perentorio 3-0 il Foggia a Marassi. Segnano Van't Schip, Skuhravy e Ruotolo, che ridanno speranza all'ambiente. Nell'altro scontro diretto, che mette di fronte Cremonese e Padova, sono infatti i grigiorossi ad esultare imponendosi 3-0.

Skuhravy GenoaGetty

Questo risultato riporta sotto i lombardi ma rende molto incerta la lotta per la quintultima posizione: Foggia terzultimo a 33, Genoa quartultimo a 36, Cremonese 38 e Padova 39. Con una classifica così corta il finale non può che essere thriller. Tanto più che alla penultima giornata, allo Stadio Euganeo, c'è lo scontro diretto Padova-Genoa.

I rossoblù passano in vantaggio a inizio ripresa con la bandiera Ruotolo, poi però i padroni di casa, davanti ai propri tifosi, pervengono al pareggio con il terzino Gabrieli. Finisce 1-1, risultato che lascia aperte tutte le possibilità fra le due squadre, mentre la Cremonese 'scappa' battendo 1-2 in trasferta il fanalino di coda Brescia e salendo a 41 punti in classifica.

Ora il Padova è quintultimo a 40, ma il Genoa è ancora vivo a 37, mentre il Foggia di Catuzzi è clamorosamente retrocesso a quota 33, crollando nel girone di ritorno dopo un girone di andata eccezionale. L'ultima giornata è logicamente da cardiopalma. I campi dove si gioca la salvezza sono il Ferraris, con il Genoa che ospita il Torino, e Milano, dove l'Inter si gioca la qualificazione in Coppa UEFA contro il Padova.

Con i 2 punti, con i risultati maturati nel corso dell'anno, i rossoblù sarebbero già salvi: 30 punti contro i 28 dei rivali. Ma il 4 giugno 1995, con i 3 punti a vittoria i rossoblù possono sperare soltanto nello spareggio. Perché si disputi hanno bisogno di battere il Torino, ormai senza grossi obiettivi, e, al contempo, che l'Inter faccia il suo contro il Padova.

Nonostante le possibilità appaiano molto ridotte, il Genoa affronta con il piglio giusto la sua gara. Il portiere granata Simoni salva più volte la propria porta sui tentativi di Galante (palla deviata sul palo e poi spazzata dalla linea di porta da Cyprien), due volte Ciocci, lanciato a sorpresa da titolare in coppia con Skuhravy, e proprio sul gigante ceco.

Il fortino del Torino crolla però a inizio ripresa: il solito Skuhravy firma la vittoria con la sua specialità, il colpo di testa, e la partita, nonostante l'uscita nel finale del portiere avversario Simoni per lasciar spazio al debuttante Piazza, non si schioda più dall'1-0 fino al fischio finale. La vera gara si gioca però con le orecchie attaccante alle radioline per sapere come sta andando Inter-Padova.

Quando l'arbitro Bazzoli fischia la fine al Ferraris, il Genoa sarebbe retrocesso. I nerazzurri e i biancoscudati stanno infatti pareggiando 1-1. Al vantaggio iniziale degli ospiti con Pippo Maniero, era seguito il goal di Orlandini nella ripresa. I tifosi del Grifone sugli spalti già rumoreggiano verso i giocatori.

Ma la partita di San Siro, diretta da Pierluigi Collina, è iniziata in ritardo e deve ancora terminare. Sebbene Genoa e Torino rientrino negli spogliatoi, i tifosi restano al loro posto sugli spalti e in gradinata nord, in attesa del verdetto definitivo. L'Inter, che in caso di parità sarebbe fuori dalle Coppe, conquista un calcio d'angolo pochi secondi prima del 90'.

La voce di Sandro Ciotti, per 'Tutto il calcio minuto per minuto', racconta quegli istanti concitati.

"Va a battere Sosa il tiro dalla bandierina, che spiove sul primo palo: ed è goal!".

Un colpo di testa di Delvecchio regala in extremis i 3 punti ai nerazzurri. Sandreani, l'allenatore del Padova, quasi ha un mancamento in panchina, mentre i tifosi rossoblù in gradinata Nord esplodono, stemperando la tensione con urla di gioia e cori. Per il Genoa c'e ancora speranza.

La squadra torna in campo per ringraziare i tifosi, e capitan Signorini, all'ultimo anno in rossoblù, scoppia in lacrime e crolla per la tensione, inginocchiandosi sotto la Nord.

"Il Padova ha fatto dei risultati straordinari - commenta il numero 6 rossoblù - penso che lo spareggio sia il modo più giusto per decidere chi resterà in Serie A".
"Ora dipenderà da noi - dichiara invece il tecnico Maselli - se vogliamo farcela abbiamo le possibilità per salvarci, le stesse che ha il Padova, ma perlomeno ce le giochiamo. Però c'è troppa euforia, non siamo salvi, andiamo allo spareggio".

LO SPAREGGIO E LE LACRIME DI FIRENZE

Il Grifone e i biancoscudati chiudono la stagione regolare appaiati con 40 punti.L'ultimo verdetto del campionato di Serie A 1994/95 è espresso allora sabato 10 giugno 1965. Lo spareggio salvezza si disputa allo Stadio Franchi di Firenze. Sugli spalti i tifosi genoani sono nettamente più numerosi di quelli veneti.

Maselli schiera Spagnulo fra i pali, Caricola, Signorini e Galante difensori centrali e Torrente e Marcolin sulle due fasce. A centrocampo Ruotolo e Onorati sono le mezzali ai lati di Bortolazzi, davanti coppia composta da Van't Schip e Skuhravy. Sandreani recupera l'olandese Michael Kreek e davanti punta su Galderisi e Vlaovic. Arbitra Ceccarini di Livorno.

Al 19' si mette subito male per i rossoblù: su contropiede avviato da Galderisi, la palla va a Kreek sulla sinistra: cross tagliato per Vlaovic, che con una spettacolare mezza rovesciata firma l'1-0 per i biancorossi.

Ma il Grifone ci mette il cuore e risponde dieci minuti più tardi: gran cross di Van't Schip dalla destra, sul secondo palo si lancia in tuffo Skuhravy, che di testa trafigge Bonaiuti e sigla il 13° goal stagionale (il suo ultimo in Serie A) e firma l'1-1.

Il primo tempo è piacevole ed equilibrato, la ripresa, invece, mette in mostra un Padova più arrembante e solo le parate di Spagnulo tengono il Genoa ancora in corsa. Il risultato non si sblocca nemmeno nei supplementari, e così, per la prima volta nella storia della Serie A, per decidere chi resterà in Serie A fra Genoa e Padova servono i calci di rigore.

Ma nemmeno i primi 10 tiri dal dischetto sono sufficienti a designare un vincitore: sbagliano infatti Fontana per i veneti e Marcolin per i liguri, con una parata a testa per i due portieri Spagnulo e Bonaiuti. Si va ad oltranza, e la sesta serie di rigore sarà quella decisiva. Galante prende la rincorsa e calcia con il corpo sbilanciato all'indietro: pallone alto sopra la traversa. Dall'altra parte Kreek, l'uomo della provvidenza per il Padova, mantiene la calma e spiazza Bonaiuti.

Finisce 6-5 ai rigori per il Padova, il Genoa va in Serie B al termine di una stagione travagliata e nata sotto una luna storta e ci metterà 12 anni a tornare nel massimo campionato. Tre tifosi rossoblù non reggono la tensione e sono stroncati da un infarto: 2 allo Stadio Franchi, uno davanti al televisore, visto che lo spareggio è trasmesso in chiaro dalla Rai.

Se i tifosi e i giocatori del Padova fanno festa, dai volti dei giocatori del Genoa e del tecnico Maselli, cui non riesce il miracolo-bis, sgorgano lacrime amare.

IL TABELLINO DELLO SPAREGGIO SALVEZZA

PADOVA-GENOA 1-1 dts, 6-5 dcr

Marcatori: 19' Vlaovic, 29' Skuhravy

Sequenza rigori: Van’t Schip (G) goal, Fontana G. (P) parato, Ruotolo (G) goal, Cuicchi (P) gol, Marcolin (G) parato, Perrone (P) goal, Bortolazzi (G) goal, Vlaovic (P) goal, Skuhravy (G) goal, Balleri (P) goal, Galante (G) fuori, Kreek (P) goal

PADOVA: Bonaiuti, Balleri, Coppola, Franceschetti, Cuicchi, Lalas, Kreek, Nunziata, Galderisi (100° Perrone), Longhi (107° Fontana), Vlaovic. All.: Sandreani-Stacchini. A disp.: Dal Bianco, Rosa, Zoratto.

GENOA: Spagnulo, Torrente, Marcolin, Caricola (97° Francesconi), Galante, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Van’t Schip, Skuhravy, Onorati (70° Manicone). All.: Maselli. A disp.: Speranza, Delli Carri, Ciocci.

Arbitro: Ceccarini di Livorno

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