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Agnelli JuventusGetty

Juventus, Agnelli sull’aumento di capitale: “Il riferimento sono le grandi d’Europa”

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La giornata juventina, iniziata con l’annuncio del nuovo accordo con lo sponsor Jeep, è proseguita allo Stadium con la classica tappa annuale relativa all’Assemblea degli Azionisti. A fare gli onori di casa, come da prassi, il numero uno della Continassa, Andrea Agnelli.

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Occhi puntati all’aumento di capitale da 300 milioni, risorse destinate a un piano di sviluppo per il periodo 2019/2024.

“Oggi chiediamo agli azionisti di approvare l’aumento di capitale di 300 milioni, destinato al nuovo piano di sviluppo e che ha come obiettivi l’incremento della competitività sportiva e l’aumento del brand. L’aumento di capitale in questione ha destato stupore, con numeri che sembrano enormi – se confrontati con la realtà italiana. Ma, come dico da anni, il riferimento devono essere anche le altre grandi realtà europee. Ad esempio, il Manchester United, che negli ultimi anni ha chiesto agli azionisti risorse per 450 milioni di sterline. Il Real Madrid, nel marzo 2019, ha chiesto risorse per 600 milioni di euro. Il Tottenham ha rifinanziato il debito di 500 milioni. Questi sono i numeri del mercato dei capitali che esistono nella nostra industria. Non si deve mai fare l’errore di paragonare le realtà italiane al nostro mercato di riferimento, che è l’Europa. Perché la Juventus, arrivata a questo punto, è la più grande società di calcio in Italia, ma è solo una delle grandi a livello europeo”.

Sguardo sempre rivolto al futuro, ma senza dimenticare quanto di eccezionale proposto dal recente passato.

“Il mio pensiero va a chi ha vinto gli otto scudetti di fila, il capitano Giorgio Chiellini e anche Andrea Barzagli. Un pensiero va anche al contributo di Max Allegri, determinante nella crescita della Juventus”.

Elogi alla struttura societaria, capace di venirne a capo anche in situazioni spinose.

“Ci sono state situazioni in questi anni che hanno forgiato la dirigenza di questo club. Pensiamo al caso del Calcioscommesse nel 2012 che ci ha visto restare per sei mesi senza l’allenatore in panchina: quale altra società sarebbe riuscita a gestire una situazione simile? Penso, poi, all’inchiesta Alto Piemonte, mesi molto pesanti. E, ultima in ordine di tempo, l’indagine Last Banner”.

Gli investimenti non mancheranno e, soprattutto, non sono mancati.

“Abbiamo già investito circa 400 milioni: 180 per lo stadio, la nuova sede, JTC, J Medical e negozio. Penso al coraggio che abbiamo nel 2017 a presentare il nuovo logo, accolto inizialmente con scetticismo. Abbiamo fatto strada ampliando il settore professionistico, quello delle donne, guidato sapientemente dal miglior dirigente del calcio femminile, Stefano Braghin, che ha avuto il merito di costruire una grande struttura”.

Idee e obiettivi chiari, per continuare a progredire nel breve e lungo termine.

“Dobbiamo mantenere la leadership in Italia e competere ad alto livello in Europa. Dobbiamo continuare a partecipare alla Champions League, mantenendo l’attuale coefficiente UEFA e rimanere, e ciò non è semplice considerando la dimensione della Premier League, tra le prime 12 in Europa come fatturato, il tutto avendo un’incidenza del costo dei tesserati tra il 55% e il 60%, aiutando a riposizionare la serie A nel mercato globale. Immaginiamo il 2019/20 come un nuovo anno zero, per pensare in grande”.

Agnelli ha anche affrontato il tema delle riforme delle competizioni europee escludendo, di fatto, la nascita di una Superlega.

"La Superlega non esiste, non dobbiamo confondere i termini. Bisogna capire come ricalibrare i tornei nazionali ed europei a partire dal 2024. Tutti vogliono giocare il maggior numero di gare possibili a livello continentale. Il format non è ancora stato deciso ma si baserà sulla meritocrazia sportiva. Tutti devono avere la possibilità di parteciparvi, serve simbiosi con le leghe domestiche. Un nuovo impianto per Under 23 e donne? E' un progetto di cui si sta discutendo all'interno della società".

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