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Julio Cesar Dely ValdesGetty Images

Julio César Dely Valdes, il bomber panamense di Cagliari e PSG

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Era dotato di un fisico prestante (un metro e 84 centimetri per 77 chilogrammi), e alle lunghe leve abbinava un eccezionale fiuto del goal, un'imponente elevazione e una capacità di sgusciare via dalla marcatura avversaria, vista a pochi altri attaccanti e ad uno scatto bruciante sul breve. Per queste caratteristiche Julio César Dely Valdes è stato il giocatore più forte della storia di Panama, il suo Paese, in cui ancora oggi è considerato un idolo assoluto.

Nato a Colòn, il 12 marzo 1967, fratello d'arte (Armando, scomparso nel 2004, e Jorge sono entrambi calciatori), Julio inizia a giocare a calcio nelle Giovanili dell'Atletico Colón, ma nel 1987 si trasferisce in Argentina con il Deportivo Paraguayo, che milita in Quarta Divisione. In Sudamerica esplode e segna ben 28 goal in 33 presenze, preludio al suo passaggio in Prima Divisione agli uruguayani del Nacional Montevideo, il prestigioso club uruguayano di cui indossa la maglia dal 1989 al 1993.

"Facevo il commesso in un supermercato di Colón, a Panama. - racconta a 'La Repubblica' nel 1993 - Sì, portavo la spesa a casa dei clienti. Cominciai a giocare nella squadra della mia città, l'Atletico, Ma sempre continuando a lavorare. Mio padre faceva il pescatore e io sono il più piccolo di sette fratelli, cinque maschi e due femmine. Tutti sportivi. Ma col pallone a Panama non si diventa ricchi. Neanche se si arriva in Nazionale. Infatti per fare qualche soldo sono emigrato in Argentina, nel Deportivo Paraguayo. Quarta serie".

"Ad un certo punto pensavo di aver sbagliato a lasciare Panama, - rivela - invece è successo che il presidente del Nacional Montevideo, sfogliando una rivista di calcio ('Solo Futbol', ndr), notò il mio nome nella casella dei marcatori e decise di portarmi in Uruguay".

Baciato dalla sorte, Dely Valdés approda dunque nella Prima divisione uruguayana e qui si impone come grande bomber. Nelle oltre 4 stagioni con 'Los Tricolores' segna complessivamente più di 100 goal, di cui 46 in campionato, che gli spalancano le porte dell'Europa.

L'anno migliore a livello personale è il 1991, quando con 16 reti vince la classifica marcatori. Bissa il titolo personale l'anno successivo (13 goal), in cui festeggia anche la conquista del titolo nazionale con la sua squadra. Lo cercano l'Atalanta e l'Olympique Marsiglia, ma alla fine non se ne fa nulla perché i sudamericani giocano al rialzo.

È invece un giovane presidente, Massimo Cellino, che ha rilevato da appena un anno dai fratelli Orrù il Cagliari Calcio, a riuscire nell'impresa di portarlo in Serie A, e, per giunta, a un prezzo praticamente stracciato: soli 2 miliardi e mezzo di Lire. Nei rossoblù, la cui panchina, dopo il passaggio di Carletto Mazzone alla Roma, è stata affidata a Gigi Radice, il centravanti panamense è chiamato a rimpiazzare il pesante addio del 'Principe' Enzo Franscecoli, appena trasferitosi al Torino, che consiglia ai rossoblù di puntare sul centravanti panamense dopo aver conquistato il diritto a giocare la Coppa UEFA.

"Nel 1991 mi ha cercato l'Atalanta. - svela al suo approdo in Sardegna nel luglio 1993 - La scorsa stagione avevo già firmato per l'Olympique Marsiglia, quando i dirigenti del Nacional hanno cambiato idea, si sono messi a giocare al rialzo e l'affare è saltato. Ma questa volta ce l'ho fatta, sono del Cagliari, sono in Italia. Giocherò contro Baresi e Baggio, i più forti. Francescoli è un mio amico, mi ha parlato molto dell'Italia ed è stato lui a consigliarmi al Cagliari".

"Si vede che pensa che io possa farcela. Lo so che la pressione qui è più forte, ma non ho paura: è uno stimolo in più. So anche che qui i difensori menano, certo. Vedevo le partite del calcio italiano in tv. Ma anche in Uruguay non scherzano mica. Mi sono sempre adattato, da Panama all'Argentina, dall'Argentina all' Uruguay. Mi ambienterò bene anche qui, vedrete".

Lo chiamano 'Il Van Basten nero', 'Manteca', ovvero 'burro' (per l'abilità nello smarcamento) o più semplicemente 'Panagoal'. I tifosi del Cagliari guardano inizialmente con un po' di diffidenza il centravanti panamense, che nelle prime uscite amichevoli appare impacciato e un corpo estraneo alla squadra. Ma lui non ha dubbi che li farà ricredere.

"Sarebbe bello se anche quest'anno riuscissi a fare 20 goal fra campionato e Coppa UEFA. - dichiara - Con Oliveira saremo una bella coppia, faremo molto movimento. Lui è un attaccante completo, sa usare entrambi i piedi, ci troveremo bene. Di Cagliari so che è una bella città, che i tifosi sono molto simpatici e che da queste parti giocava un certo Gigi Riva...".

Cagliari 1993-94 Serie AInternet

Come il mitico 'Rombo di Tuono' Dely Valdés è piuttosto taciturno e introverso, e preferisce lavorare in allenamento e far parlare il campo, pur prestandosi spesso e volentieri a firmare autografi ai tifosi, in particolare a quelli più piccoli, incuriositi da quel sorriso reso particolare dai suoi due denti d'oro. L'esordio ufficiale arriva il 29 agosto 1993 a Bergamo contro l'Atalanta di Guidolin. Radice schiera il panamense unica punta, ma il Cagliari è travolto 5-2 dalla Dea.

Per i rossoblù le uniche note liete arriano proprio dal centravanti panamense, che realizza subito una doppiettadi testa in una gara complessivamente molto negativa per gli isolani. Cellino ha poca pazienza ed esonera Radice, chiamando alla guida della squadra Bruno Giorgi. Il tecnico riesce a valorizzare Dely Valdes, che in coppia con Luís Oliveira forma una delle coppie più prolifiche del torneo. 

In campionato l'ex Nacional inizia a fare grandi cose dalla 4ª giornata, quando con un suo guizzo e una staffilata sotto la traversa propizia la vittoria interna contro l'Inter. Il panamense si ripete contro il Foggia allo Zaccheria e ancora con la Lazio di Zoff nel travolgente 4-1 per i rossoblù al Sant'Elia. Alla 10ª giornata timbra con una rete anche il successo interno con il Torino. A fine anno le reti in Serie A per lui saranno 13, che, unite alle 11 di Oliveira, garantiscono ai rossoblù la salvezza. Nasce la leggenda degli 'Angeli neri' del Cagliari.

La giornata più esaltante per il panamense è quella di sabato 9 aprile 1994. Nell'anticipo del Sant'Elia con la Reggiana, l'attaccante centroamericano con una magica tripletta regala un successo pesante ai rossoblù, mandando in estasi i tifosi. Il goal più spettacolare è il terzo. Tenendo fede al soprannome di 'Manteca', sguscia via in mezzo a due avversari al limite dell'area, e, visto Taffarel, non uno qualunque, leggermente fuori dai pali, si inventa uno spettacolare cucchiaio che si infila all'incrocio dei pali.

"Con la sua furbizia e abilità ci ha castigato. - commenta il tecnico degli emiliani, Pippo Marchioro - A me è piaciuto tantissimo soprattutto il terzo goal".

Ma è soprattutto in Coppa UEFA che il panamense si esalta. Segna 2 goal pesanti in chiave qualificazione contro Dinamo Bucarest e Trabzonspor, poi è decisivo contro la Juventus nei quarti di finale. Nella sfida di andata in Sardegna, Marco Sanna blocca il Pallone d'Oro Roberto Baggio e il panamense con uno dei suoi guizzi regala uno storico successo al Cagliari.

Per Dely Valdes è la consacrazione che lo consegna alla storia. Nella partita di ritorno a Torino, assieme ai suoi compagni, compie l'impresa ed elimina la Vecchia Signora, vedendosi anche ingiustamente annullare un goal spettacolare.

Il sogno di Dely Valdes e dei suoi compagni si interrompe però nelle semifinali, con l'Inter, poi vincitrice del trofeo, vittoriosa 3-0 al Meazza dopo aver perso 3-2 la rocambolesca sfida di andata al Sant'Elia. Al termine della sua prima stagione italiana Valdes totalizza in tutto 17 reti (una la realizza in Coppa Italia al Cesena), poco meno di quelle che si eran augurato di siglare al suo arrivo.

La seconda stagione isolana, dopo l'addio di Bruno Giorgi, vede l'arrivo in panchina del 'Maestro' Oscar Washington Tabarez. Il Cagliari cambia modulo, passando al 4-3-3, con Dely Valdes al centro di un tridente offensivo che vede il nuovo acquisto Roberto Muzzi e Oliveira a completare il reparto. La squadra rossoblù lotta fino all'ultimo per la qualificazione alla Coppa UEFA.

Nell'ultima giornata del girone di andata, in un Sant'Elia stracolmo di tifosi, infligge il primo k.o. stagionale alla Juventus di Marcello Lippi, dominatrice del torneo e fino a quel momento imbattuta. Dely Valdes realizza il goal del 2-0, finalizzando una bella azione in velocità avviata da Bisoli e finalizzata dal panamense dopo un bell'assist di Muzzi. 

Ma l'epilogo è sfortunato: gli isolani, che arrivano a fine stagione con il fiato corto, cadono alla quartultima giornata contro la Sampdoria, si rialzano battendo a San Siro l'Inter (Valdes segna il provvisorio 1-1) ma crollano in casa nella sfida decisiva contro il Napoli alla penultima giornata (sconfitta per 0-1), venendo poi travolti dai campioni d'Italia bianconeri nell'ultimo turno. 

Dal punto di vista personale il centravanti di Colon chiude con 9 reti complessive (8 in Serie A e una in Coppa Italia), mancando di poco la doppia cifra. Nonostante sia ormai un beniamino dei tifosi sardi, nell'estate del 1995 il PSG si fa avanti con il Cagliari e riesce a convincere Cellino a cederlo ai parigini per 8 miliardi. Il beniamino dei tifosi saluta con 78 presenze e 26 goal in 2 anni di grandi emozioni.

"Mentre ero in vacanza a Panama, - racconta in un'intervista a 'Juvenews' del 2019 - mi chiamò il mio procuratore dicendomi che il PSG era interessato al mio acquisto per sostituire il partente Weah, che era già stato venduto al Milan. Così accettai l’offerta dei francesi".

Nella squadra di Fernandéz, Dely Valdes è il terminale offensivo di una squadra che vede al suo fianco il futuro interista Youri Djorkaeff e a centrocampo i due brasiliani Rai e Leonardo. Con loro il panamense arricchisce il suo palmarès vincendo la Supercoppa di Francia del 1995 e, soprattutto, la Coppa delle Coppe 1995/1996, vinta in finale contro il Rapid Vienna grazie ad una rete del difensore N'Gotty. Per Valdes sono 27 reti complessive in 80 presenze.

PSG - Rapid Vienna 1996 - Dely ValdesPanoramic

Il panamense lascia Parigi nell'estate del 1997 per sbarcare nella Liga spagnola in forza all'Oviedo. 'Panagoal' conferma la sua fama da bomber e con le sue reti 'salva' per tre stagioni consecutive gli asturiani nel massimo campionato spagnolo, sotto la guida ancora di Tabarez e poi di Fernando Vázquez e Luis Aragonés.

Realizza 10 goal il primo anno (conteggiando anche quello nella gara di andata nello spareggio con il Las Palmas), ben 22 il secondo (sua miglior stagione) e 11 il terzo, per un totale di 43 reti in 100 presenze. Su tutti spiccano la doppietta casalinga al Valencia il 10 gennaio 2009, quella fuori casa contro il Celta Vigo il 16 gennaio 2000 e, soprattutto, la tripletta rifilata al Salamanca il 13 giugno 1999 e il primo e il 3° goal nello storico 3-0 al Barcellona del 15 aprile 2000.

Questi ultimi sono il suo personale saluto ai tifosi dell'Oviedo, prima di accasarsi al Malaga nell'estate 2000 e vivere altre tre stagioni molto positive. Con i Boquerones Dely Valdés fa coppia con un altro ex rossoblù, Dario Silva:il mix fra la velocità de 'Sa Pibinca', come venne ribattezzato in Sardegna l'uruguayano, e le doti realizzative del panamense, fa le fortune della squadra andalusa.

Nasce 'La Doble D', il tandem d'attacco che fa vittime illustri fra le big di Spagna. Dei suoi 46 goal in tutte le competizioni, spalmati in tre stagioni, si ricordano i 2 segnati al Real Madrid in due gare diverse e la tripletta ancora al Valencia il 13 maggio 2001. Nel 2002 si porta a casa la Coppa Intertoto, ultimo trofeo internazionale della sua carriera, battendo nella doppia finale il Villarreal (0-1 all'andata e 1-1 al ritorno), prima di tornare in Uruguay con il Nacional per un breve periodo e chiudere la carriera da calciatore in patria vestendo la maglia dell'Arabe Unido.

Dely Valdes, ricordato con nostalgia da tutte le squadre in cui ha militato, si ritira nel 2006, all'età di 39 anni, non prima di aver vinto anche due titoli panamensi.In Nazionale chiude un anno prima, nel 2005, con 22 reti in 32 presenze, un 2° posto nella Gold Cup 2005 e la partecipazione alle qualificazioni Mondiali del 1990 e del 2006, senza riuscire a ottenere mai il pass per la fase finale. 

Appesi gli scarpini al chiodo, il panamense ha intrapreso, senza finora molta fortuna, la carriera di allenatore. Dopo gli esordi alla guida delle formazioni giovanili di Panama, dal 2008 al 2010 è stato il vice di Tapia al Malaga. Divenuto Ct. della Nazionale, fallisce l'obiettivo della qualificazione ai Mondiali 2013. Fa ulteriori esperienze con l'Arabe Unido in patria, il Deportivo Aguila ad El Salvador e come tecnico delle Giovanili del Malaga in Europa. 

Passato sulla panchina del Malaga B nel gennaio 2018, dopo un ruolino horror di 7 sconfitte in 7 gare, è esonerato all'inizio del campionato 2018/19. Tornato per un breve periodo a fare il Ct. della Nazionale maggiore prima della nomina dello spagnolo Christiansen, è stato anche il Commissario tecnico delle squadre Under 23 e Under 20.

In Italia sarà sempre ricordato come il letale centravanti che con la maglia del Cagliari diede un contributo fondamentale nella cavalcata dei sardi fino alle semifinali di Coppa UEFA nel 1994 e in particolare per lo storico goal alla Juventus di Trapattoni nei quarti di finale.

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