In un mondo calcistico in cui anche i club di Terza Categoria si nascondono dai riflettori, la Juventus - negli ultimi tempi - ha deciso di spalancare le sue porte a tifosi e giornalisti. Sempre nel rispetto delle normative anti-covid, s'intende, ma proponendo un atteggiamento old school divenuto, ormai, anacronistico. Chapeau.
Ecco perché vedere un allenamento della Signora, indubbiamente, arricchisce. Insomma, curiosità al potere. Con, e non potrebbe essere altrimenti, Massimiliano Allegri in prima linea.
Il tecnico livornese, infatti, ama coordinare minuziosamente le esercitazioni. Il tutto, com'è normale che sia, delegando il giusto. Esempio: Simone Folletti per la parte atletica. Esempio (bis): Marco Landucci, Aldo Dolcetti e Maurizio Trombetta per quella tattica.
Tutti, in funzione di una conoscenza pluriennale, sanno perfettamente cosa fare. Non sorprende, quindi, che anche Simone Padoin - l'ultimo arrivato - sia riuscito ad ambientarsi perfettamente nello staff. Nello specifico, il "Talismano" acclamato dal popolo zebrato.
Delegare, sì, ma fino a un certo punto. Perché Allegri l'allenamento lo vive intensamente. In una sola parola? Maniacale. Non si può sbagliare, non si deve sbagliare. I dettagli fanno la differenza e, a questi livelli, bisogna rasentare la perfezione. Ragion per cui, in piena simulazione tattica, Max è solito stimolare i suoi. Poche parole, ma decise:
"Ogni palla è pesante, ci può far vincere o perdere il campionato".
Ogni riferimento alla trasferta di Udine, probabilmente, sarà stato voluto. La giornataccia di Szczesny (applaudito oggi dai tifosi) non ha consentito a Madama di rientrare nel capoluogo piemontese con i tre punti e, sebbene fosse la prima di campionato, Allegri ha optato immediatamente per il bastone e non per la carota.
E poi c'è l'evoluzione tattica, con la tecnica sempre e costantemente al primo posto: Allegri pretende che il pallone viaggi a una certa velocità. Stop.
"Non sbagliamo tecnicamente, i passaggi devono essere effettuati forti e precisi".
Tra 4-4-2 e 4-3-3. Tra fase di non possesso e movimenti tra le linee, con il focus proiettato sull'ampiezza. Il condottiero bianconero vuole due giocatori che in mezzo al campo abbiano la capacità di andare rapidamente sugli esterni. I più gettonati, nell'allenamento odierno, Locatelli e Bernardeschi. E, a tal proposito, l'ex Sassuolo è sembrato pienamente a suo agio, trovando anche due goal nella partitella - a campo ridotto - finale.
"Apriamo il campo, muniamoci di pazienza, attacchiamo con i tempi giusti. Non si può andare sempre a 700 all'ora".
Occhi puntati su Dybala, in vero e proprio stato di grazia, capace di deliziare i tifosi presenti sugli spalti della Continassa con giocate sopraffine. Spesso di prima, a un tocco, con il piede "debole" - il destro - a disegnare calcio. In parole povere, l'atteggiamento giusto, che tanto piace ad Allegri.
E McKennie? Da Allegri, quantomeno nelle esercitazioni attuali, non viene né visto né provato come un centrocampista classico. Bensì, nel pensiero di Max, lo statunitense può essere incisivo tra linee ad attaccare le difese avversarie. Oggi, difatti, i complimenti all'ex Schalke 04 non sono mancati. D'altronde, specialità della casa, il mister toscano è solito ottimizzare gli effettivi a disposizione.
Infine, capitolo Cristiano Ronaldo. La giusta intensità, macchiata dallo scontro con Alex Sandro. Morale della favola? Botta dolorosa al braccio destro e doccia anticipata. Tranquilli, il mercato in questo caso non c'entra.


