Agnelli e il progetto Superlega: "Si rischia di favorire il dominio della Premier League"

La data del 18 gennaio 2023 rimarrà per sempre marchiata a fuoco nella storia della Juventus: dopo 13 anni si è ufficialmente chiusa l'era presidenziale di Andrea Agnelli, presente all'Assemblea degli Azionisti chiamata ad eleggere il nuovo Consiglio d'Amministrazione.

Insieme all'ormai ex numero uno bianconero c'è anche Pavel Nedved, suo fedele vice a partire dall'ottobre 2015: immancabili le parole di congedo da una lunga e proficua avventura, con un chiaro riferimento all'inquadramento del calcio come vero e proprio componente dell'industra d'intrattenimento.

"Oggi si chiude un capitolo della storia della Juventus, mio e di Pavel. Un capitolo di 13 anni, che ora facciamo fatica a leggere e rileggere. Vorrei dare un senso, inquadrare, l’attività di questi 13 anni. Il mio lavoro è sempre stato quello di inquadrare il contesto della società e indirizzare le operazioni del club Quando parliamo di calcio, di cosa parliamo? Il calcio fa parte dell’industria dell’intrattenimento, del settore dello sport. Parliamo di un’industria di 750 miliardi (43 miliardi nel calcio), che comprende il gaming, i musei, la musica. Poi guardo per capire le soluzioni più idonee per la nostra industria. Da gennaio a settembre del 2022 hanno investito 70 miliardi, inseguendo opportunità segmentate nel nostro settore".

L'obiettivo resta sempre quello di riavvicinare la gente al calcio, alla luce di una disaffezione che il contesto attuale starebbe alimentando a dismisura.

"I contenuti sono strategici nel nostro settore, abbiamo tante fan base. Stiamo assistendo ad un fenomeno che è la multi-club. Non penso che tutte le persone che ho citato siano associazioni, ci deve essere un forte interesse. Non c’è una vera e propria risposta nei nostri governatori, che non colgono la differenza tra un gioco e l’industria. Cerco di fare un passo indietro, guardando alle analisi quando io ero dentro al sistema, presidente dell’ECA e membro esecutivo dell’UEFA. C’era un’insostenibilità del sistema, una non-profittabilità dei club, una polarizzazione verticale e orizzontale, meccanismi di accesso estremamente rischiosi che portavamo alla disaffezione dei tifosi. La proposta all’epoca era la creazione di un’ecosistema per la crescita del calcio, in modo da aumentare la stabilità, mantenere l’accesso alle leghe domestiche".

La Superlega, il progetto fiore all'occhiello di Agnelli in sinergia con Real Madrid e Barcellona, è considerata la soluzione ideale per contrastare il dominio economico e tecnico della Premier League.

"Quello che mi viene da pensare è che se io avessi voluto mantenere una posizione privilegiata, all’interna dell’ECA e nella Federazione italiana Giuoco Calcio, non avrei preso quella decisione del 2021. Altrimenti rischieremo una decrescita del calcio, a favore di un’unica lega dominante, che è la Premier League, che nel giro di anni attrarrà tutti i giocatori all’interno del proprio campionatoDa questo punto di vista l’auspicio è che la Corte di Giustizia Europea riconosca lo sport come un’industria e l’abuso di posizione di potere dominante in Europa. Ci tenevo a ringraziare Real Madrid e Barcellona: saremmo stati sanzionati perché ci saremmo ritrovati in una stanza per migliorare il calcio europeo".

C'è spazio anche per un annuncio importante: Andrea Agnelli non sarà più un componente dei Consigli d'Amministrazione di Exor e Stellantis.

"D’accordo con John Elkann con cui ho un rapporto strettissimo, con Ajay Banga e Carlos Tavares, faccio un passo indietro".
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