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20230521 Roberto De Zerbi(C)Getty Images

De Zerbi si racconta: "La stima di Guardiola un orgoglio, tornerò in Italia"

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Roberto De Zerbi si è raccontato alla Gazzetta dello Sport. Una lunga intervista, quella dell'allenatore del Brighton, che si è aperto a 360°, a partire dalla sua attuale esperienza in Inghilterra, partita esattamente undici mesi fa con un messaggio d'accoglienza speciale.

"Quando sono arrivato in Inghilterra mi ha telefonato Guardiola. “Se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi”. Un grandissimo gesto, all'arrivo qui io ero uno zero. Ora siamo amici. I suoi elogi mi inorgogliscono: posso sembrare uno molto pieno di sé, ma sono onesto e so che non sono arrivato fin qui per caso o per fortuna".

Per il Brighton sarà la stagione dell'esordio in Europa, dopo 122 anni di storia.

"L’angoscia mi accompagna da sempre in questo mestiere. Al momento stiamo iniziando la stagione più importante, quella della conferma, e abbiamo perso tre giocatori determinanti, Mac Allister, Colwill e Caicedo. Penso però che i grandi club possono comprare chi vogliono, ma non l’anima: quella non è in vendita. E questa è la squadra che meno mi assomiglia calcisticamente ma più mi assomiglia come anima".

Qualcuno ha pensato anche a lui per la Nazionale, ma il classe 1979 ha il nome giusto per gli azzurri.

"Spalletti se lo merita, farà benissimo. Il suo Scudetto è la vittoria del gioco. È un allenatore non più giovane ma sempre affamato di migliorarsi, come me ma con vent’anni di meno. Se mi guardo tra vent’anni, non mi rivedo così intenso. La cura del dettaglio è la peculiarità che lo fa grande. Simili anche in questo".
  • L'ESPERIENZA ALLO SHAKHTAR

    Prima dello sbarco in Premier League, per De Zerbi c'è stato lo Shakhtar e un'esperienza incredibile, dentro e fuori dal campo.

    "La parentesi più formativa della mia vita. Una squadra fortissima, quella che più si adattava alla mia idea di calcio. Avevo detto ai calciatori che in due, tre anni li avrei portati in semifinale di Champions. La cosa più brutta da accettare non fu la guerra ma che la tua squadra, da un giorno all’altro, non c’era più. Cancellata. Sparita".

    L'ex allenatore del Sassuolo non ha mezzi termini per dare la sua visione: "Un paese ha invaso un altro, l'Ucraina sta difendendo il suo territorio, poco altro da dire".

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  • Zvonimir BobanGetty Images

    LA STIMA PER BOBAN

    De Zerbi si è formato calcisticamente nel Milan di metà anni novanta. E un campione su tutti gli è rimasto nel cuore: "Boban. Aveva una simpatia per me, mi chiamava “talento”. Parliamo di un calciatore e un uomo con una personalità illimitata. Anche dopo che ha smesso di giocare. Nessuno come lui, nemmeno in quel Milan. Una lotta tra giganti, se pensi ai nomi. Ma Boban aveva stile e schiettezza. Io stimo chi mi dà emozioni fuori dal campo":

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  • Schiappacasse SassuoloGetty Images

    IL TALENTO RIMPIANTO

    C'è un giocatore in particolare rimpianto da De Zerbi: "Schiappacasse, l’ho avuto al Sassuolo. Aveva un potenziale incredibile, una sensibilità unica ma alle spalle un’infanzia difficile. Quando ho saputo che è stato arrestato per possesso di un’arma e di stupefacenti, mi sono chiesto se avrei potuto fare di più per aiutarlo".

    Sono diversi, però, i calciatori con cui De Zerbi ha legato: "Mi affeziono al 95% di coloro che alleno. Berardi, Antonio Vacca, Iemmello. E Boateng, che è il calciatore più sensibile che ho mai avuto".

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  • Roberto De ZerbiGetty

    RITORNO IN ITALIA

    Non è ancora il momento di tornare in Italia per De Zerbi. Ma il pensiero, ovviamente, c'è: "Al momento non ci sono le condizioni, ma tornerò sicuro, sono italiano e amo l’Italia. Qui ho altri 2 anni di contratto e mi trovo bene, ma sono un meteoropatico. Ho bisogno del sole, della luce".

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