Esiste un momento in cui noi calciatori ci sediamo, come tifosi in tribuna, a guardare una fase di partita che non ci vede più protagonisti di quanto sta accadendo.Spettatori del nostro futuro, e consapevoli che non possiamo più incidere nelle decisioni che si prenderanno, vediamo la palla passare dai nostri piedi alle mani degli addetti ai lavori.
È il calciomercato, il momento in cui scendono in campo, direttori, presidenti, procuratori, scout e le altre figure che gravitano attorno alle decisioni societarie. I tempi in cui noi protagonisti del calcio giocato potevamo influenzare l’esito della stagione, condita da risultati collettivi e personali, è terminato. Ora è il momento del “calcio telefonato”.
Alle scuole medie, un professore chiese alla classe cosa apprezzasse leggere al di fuori del materiale scolastico. E io non potei che dire: “La Gazzetta dello Sport!” La risposta, ironica e pungente del Prof fu: "Sì, bellissima, soprattutto d’estate deve essere bellissima.”
Ed effettivamente, viene da pensare che per un amante del calcio, d’estate ci sia veramente poco di cui leggere, campionati fermi, tornei finiti, calciatori in vacanza… eppure proprio in quel periodo ci sono una mole di operazioni esorbitanti da parte degli addetti ai lavori, movimenti che hanno cominciato ad appassionare a loro modo anche i tifosi.
E quindi come si muovono, in questa fase calcistica, agenti, ds e chi prende le decisioni sulla formazione o sul ritocco delle rose?
Si sa che nella finestra del calciomercato estivo si tratta perlopiù di creare una rosa, man mano che si scende di categoria c’è solitamente maggior lavoro da fare, nella finestra invernale invece le operazioni più frequenti sono di ritocco, piccoli aggiustamenti.
Il lavoro viene svolto da entrambe le parti: calciatore e squadre.
Il 99% dei giocatori ha un agente sportivo, che alza la cornetta e chiede se il suo assistito possa interessare ad una o l’altra squadra. Alcuni si arrangiano, senza l’aiuto di alcuna figura, ma solitamente i procuratori si occupano di proporre il proprio giocatore a quelle squadre che cercano in quello specifico ruolo, e che potrebbero esserne interessate. Chiaramente seguendo parametri logici: Pippo Lora non viene proposto a Giuntoli del Napoli, sarebbe curioso, ma si evitano perdite di tempo per tutte le parti.
Se c’è una cosa comunque che ho imparato in questi anni è che il tempo è un fattore che incide clamorosamente nel calciomercato. Durante questi mesi “non si ha tempo per sprecare tempo”, una telefonata fatta anche mezza giornata in ritardo, può significare anche arrivare tardi a quello che poteva essere un affare per tutti, in quanto magari poco prima è stato chiuso un altro accordo. Mi è successo, succede e continuerà a capitare.
L’altra parte del lavoro lo svolgono le società, attraverso direttori sportivi, allenatori, scout, match analisti, osservatori. Un allenatore magari vede un particolare giocatore come perfetto per il suo sistema di gioco, per la sua idea di calcio. Un direttore magari apprezza un tipo di giocatore e ne valutano l’ingaggio.
Viene avviata una trattativa con l’agente dell’interessato e ci si accorda sulle questioni contrattuali nel caso in cui ci sia la volontà di entrambi di iniziare questo percorso.
Se il giocatore è svincolato non ci sarà altro da sistemare, se invece è contrattualizzato bisognerà fare un passaggio presso la società di appartenenza e qui l’intermediazione dei procuratori diventa ancor più importante.
Comunque prima di acquistare un giocatore, a qualsiasi livello, c’è una quantità enorme di informazioni che le società raccolgono sul diretto interessato. Vengono poste domande agli allenatori avuti in precedenza, ascoltati i preparatori atletici e sentite persone fidate che conoscono il calciatore.
“Come sta fisicamente?”
“Ma può fare il mediano nel 3-4-2-1?”
Ma la domanda che la fa da padrone è sempre una: “Che persona è?”
L’aspetto umano, è giustamente, la preoccupazione principale degli addetti ai lavori.“Possiamo sbagliare il giocatore, ma mai la persona!”