La ‘bolla’ Arabia Saudita è scoppiata? Un’estate con meno investimenti e stelle

Michael Emenalo della Saudi Pro League, a maggio ha ammesso che Mohamed Salah e Kevin De Bruyne rientravano nella categoria dei giocatori sui quali si sarebbe deciso di puntare nel corso dell’estate.

Aveva annunciato che c’era la possibilità di spendere cifre significative, pur di attirare quei campioni che avrebbero consentito al campionato di fare un ulteriore salto di qualità.

Salah (si era parlato di un’offerta da 180 milioni) tuttavia ha deciso a sorpresa di testare al Liverpool e, con ogni probabilità, prolungherà il contratto che lo lega ai Reds.

Kevin De Bruyne, nel recente passato, ha aperto ad un possibile trasferimento in Arabia Saudita.

“Alla mia età devi essere aperto a tutto - ha spiegato a HLN - Si sta parlando di incredibili quantità di denaro e, considerando che sono arrivato nella parte finale della mia carriera, a volte devi pensarci. Giocando lì per un paio di anni, potrò guadagnare una cifra incredibile. Forse nemmeno in quindici anni di calcio riuscirei a guadagnare tali somme.

Ho ancora un anno di contratto e quindi devo pensare a cosa potrebbe accadere”.

Tuttavia sembra ormai improbabile che il City lasci andare un giocatore del calibro di De Bruyne quando manca così poco alla chiusura della finestra estiva di mercato. Guardiola ha già chiarito di non voler perdere uno dei suoi uomini chiave.

In tutto questo Richarlison, nonostante diverse proposte, ha deciso di non trasferirsi in Arabia Saudita.

Il Tottenham ha annunciato l'acquisto di Dominic Solanke, cosa che per il brasiliano si tradurrà in ancora meno spazio a disposizione, ma la volontà è comunque quella di non lasciare il calcio che conta.

“C’è stata un’offerta - ha raccontato a ESPN Brasil - ma il mio sogno è giocare in Nazionale ed essere in Premier League aiuta”.

Questo dimostra come la Saudi Pro League stia facendo ancora fatica ad attirare i giocatori che sono nella fase migliore della loro carriera. Anche Lukaku, a 31 anni, preferirebbe trasferirsi al Napoli piuttosto che andare a guadagnare cifre da capogiro in Arabia Saudita.

In questo senso non sorprende il fatto che la Pro League continui ad attirare soprattutto giocatori dall’età elevata come Aubameyang o Nacho.

L’Arabia Saudita è la meta prediletta di coloro che puntano ad allungare la loro carriera e a giocare in un campionato meno impegnativo dal punto di vista fisico.

Tuttavia nelle ultime settimane, l’Al-Qadsiah, che è sostenuto dalla compagina petrolifera Aramco, è riuscito ad ingaggiare Ezequiel Fernandez (22 anni) e Julian Quinones (27), prelevandoli dal Boca Juniors e dall’America.

L’Al-Nassr invece, dopo aver fallito gli assalti ad Ederson e Szczesny, ha chiuso per il 25enne Bento, mentre l’Al-Ittihad ha attratto Diaby (25 anni e un esborso da 60 milioni di euro) ed Aouar (26 anni ex Roma).

Sono questi i giocatori che abbasseranno l’età media in Pro League.

Tra le grandi si Saudi Pro League, solo l’Al-Ittihad si è mostrato realmente attivo in sede di mercato.

L’Al-Nassr si è limitato al colpo Bento, mentre né l’Al-Ahli né l’Al-Hilal (sono tutte società di proprietà del fondo PIF) hanno chiuso operazioni in entrata.

Sarebbe sorprendente se le cose andassero così fino alla fine della sessione estiva, anche se è sempre stato detto che non si sarebbe ripetuto quanto accaduto un anno fa.

La qualità del torneo si è già notevolmente alzata la scorsa estate e molte tra le big hanno già in rosa tutti i campioni che servono per lottare ad alti livelli.

Sarebbe ingenuo pensare che in Arabia Saudita non più interessata a fare della Pro League uno dei migliori campionati al mondo.

Lo stato sta portando avanti un progetto sportivo che ha nel calcio la sua pietra angolare e la volontà è di cambiare il volto delle cose a livello globale. Si tratta di un processo che richiede tempo e che ha come obiettivo finale i Mondiali del 2034.

Si punterà ancora a migliorare le squadre, il marketing, le infrastrutture, gli stadi, i centri sportivi e i settori giovanili.

Si punterà a far crescere i giovani talenti per competere, come spiegato da Emenalo,“con e contro i migliori”.

La Pro League non farà la stessa fine del campionato cinese, o quanto meno è estremamente improbabile. Certo gli ostacoli da superare non mancano e diverse stelle sono parse poco felici dopo l’approdo in Arabia Saudita, ma i soldi e le ambizioni ci sono in grande quantità.