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La masterclass di Angelozzi, la rinascita di Di Francesco: cosa c'è dietro questo super Frosinone

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Quello che la Serie A 2023/24 sta vedendo è, senza dubbio, il miglior Frosinone della storia. I ciociari hanno impattato come mai gli era capitato il massimo campionato italiano: sei partite, nove punti, un solo ko contro il Napoli campione d'Italia.

E va sottolineato che Mazzitelli e compagni non abbiano avuto un calendario semplice: oltre agli azzurri, fra le altre anche l'Atalanta, il Sassuolo (che ha poi battuto Inter e Juventus), e la Fiorentina.

Il percorso, tuttavia, è stato semplicemente eccezionale, con una sola sconfitta all'esordio e una striscia di risultati utili consecutivi che sta facendo sognare l'intera città ciociara, insieme a un gioco espresso di ottima fattura.

Ma, come raccontato per il Lecce qualche giorno fa, i giallazzurri non sono una favola, bensì la dimostrazione dei risultati che possono arrivare quando si programma e si lavora con grande serietà.

  • Frosinone esultanzaGetty Images

    FROSINONE FA RIMA CON ORGANIZZAZIONE

    In realtà, a Frosinone, sembra esserci un fil rouge fra questa e la passata stagione. Sì, sono cambiati tanti interpreti: via mister Grosso, Mulattieri, Roberto Insigne e Fabio Lucioni, per dirne quattro che in Serie B hanno fatto la differenza.

    Ma è proprio qui che si incunea l'aspetto organizzativo della società del Presidente Stirpe: il Frosinone ha perso i volti e il talento di chi era stato protagonista del ritorno in A, ma è stato bravo a fare uno switch che continuasse a far correre la macchina ciociara.

    E questo succede quando sai cosa fai e perché lo fai.

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  • Mazzitelli FrosinoneGetty Images

    PROGETTO ANGELOZZI

    La mente principale dietro questa organizzazione è quella di Guido Angelozzi. Il dirigente catanese sta compiendo quello che, forse, è il suo capolavoro gestionale.

    A Frosinone, dopo le avventure comunque positive con Spezia, Sassuolo, Lecce e Bari, ha trovato una dimensione che gli calza a pennello.

    Stirpe si fida di lui e lui lo sta ripagando: dopo un paio d'anni di costruzione in Serie B, Angelozzi l'anno scorso ha costruito una squadra di talento e talenti, stravincendo uno dei campionati cadetti più competitivi degli ultimi vent'anni davanti a Genoa, Parma e Cagliari.

    E anche quest'anno, in Serie A, si sta confermando, nonostante i sopracitati cambiamenti, pescando talenti in giro per il mondo.

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  • Di FrancescoGetty Images

    RINASCITA DI FRANCESCO

    Una delle pescate principali, peraltro, è stata quella nient'affatto scontata della guida tecnica. L'arrivo di Eusebio Di Francesco è stato accolto con scetticismo e non solo a Frosinone.

    L'addio di Grosso, anche abbastanza sorprendente, ha fatto storcere il naso, così come il palmares recente dell'ex romanista, reduce da tre avventure decisamente poco fruttuose dopo la storica semifinale di Champions in giallorosso.

    E invece anche Di Francesco si sta rilanciando, anche per merito di una squadra che sembra costruita a sua immagine e somiglianza, cosa che non gli era successa con Sampdoria, Cagliari e Verona.

    Il suo 4-3-3 ha gli interpreti giusti e gira a meraviglia. Ah, a proposito: domenica Di Francesco tornerà a Roma, lì dove sfiorò il miracolo europeo, per provare a spingere ulteriormente in alto l'asticella.

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  • SoulèGetty Images

    DA MAZZITELLI A SOULÉ

    A proposito di interpreti: sono tanti i talenti croccanti in terra ciociara. In primis c'è un ragazzone estroso fra i pali, che all'esordio in Serie A sta dimostrando come la scuola italiana dei portieri sia evergreen: Stefano Turati, ormai capopopolo giallazzurro.

    Chi si sta riciclando alla grande, dopo qualche anno di appannamento, è Luca Mazzitelli. Dopo qualche anno di Serie B, è tornato prepotentemente in A e sta portando con fierezza e talento la fascia da capitano al braccio.

    Stanno facendo bene anche Walid Cheddira e soprattutto Harroui, perso però per infortunio dopo un avvio brillante. Poi c'è il talento puro: quello di Soulè, Barrenechea e Brescianini, giovani d'oro portati in Ciociaria dalle big, seguendo quella strategia che dato grandi frutti anche l'anno scorso in B.

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  • Stadio FrosinoneGetty Images

    CIOCIARIA INNAMORATA

    In tutto questo, è più ruggente che mai il leone giallazzurro. La sua gente ne è innamorata: la squadra di Di Francesco viene seguita costantemente da i tifosi, in casa e in trasferta.

    Certo, la città ciociara è piccola, per dimensioni, e proprio per questo l'attaccamento è ancora più affascinante: nelle prime quattro gare interne la media pubblico si è attestata sui 14.284 spettatori, con un indice di riempimento del 93%, per un centro abitato da 44mila persone.

  • Mazzitelli FrosinoneGetty Images

    STADIO E SOGNI

    Che poi il Frosinone è un modello da anni. Lo stadio Stirpe, PSC Arena per ragioni di sponsorizzazione, è un modello di quello che molti club dovrebbero fare in Italia: meno rendering, meno progetti megalomani, più concretezza e stadi adatti alle proprie reali esigenze.

    Il progetto regala sogni all'intera Ciociaria, che vuole a ogni costo la prima salvezza in Serie A, dopo due retrocessioni amare in altrettante annate di massimo campionato.

    La partenza è stata buona, l'impressione è che, stavolta, possa davvero riuscire il miracolo giallazzurro.

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