Dopo mesi di immobilismo, Ceferin ha parlato della questione israeliana. Intervenendo alla tv nazionale slovena, il presidente dell'UEFA ha cercato di spegare perché le squadre russe siano state escluse dalle competizioni e quelle provenienti da Tel Aviv e dintorni no. Dichiarazioni che per qualcuno hanno aperto alla possibile esclusione di quest'ultime, mentre per altri si tratta del contrario, considerando come il dirigente sloveno abbia confermato che almeno per ora non sarebbe all'orizzonte uno stop.
Le parole di Ceferin sono arrivate a pochi giorni dallo striscione apparso sul prato del Friuli di Udine, stadio che ha ospitato la Supercoppa Europea tra PSG e Tottenham vinta dai francesi ai rigori. "Basta uccidere i civili, basta uccidere i bambini" il testo del messaggio, secondo molti relativo al genocidio in atto a Gaza da parte di Israele, ma in realtà per tutte le persone al centro di guerra, pulizia etnica e stragi.
I bambini che hanno tenuto lo striscione, del resto, erano rifugiati provenienti da Afghanistan, Iraq, Nigeria, Palestina e Ucraina. Anche in questo caso non sono mancate le polemiche, vista la mancata presenza di una 'rappresentanza' sudanese, il cui popolo fa i conti con una guerra dimenticata che negli ultimi anni ha causato 150.000 vittime.
In ogni caso, dopo gli arresti, le polemiche e la confisca delle bandiere palestinese all'ingresso degli stadi negli ultimi mesi, soprattutto a margine delle partite di qualificazione in Champions, Europa League e Conference, Ceferin dice basta: per il presidente dell'organizzazione internazionale, la UEFA deve "smettere di vivere su un altro pianeta".

