L’ultimo punto della precedente analisi ci permette di collegarci a un altro tra i problemi affrontati dal calcio scozzese, almeno per ora: la scarsa competitività in ambito internazionale. Concetto che ben si sposa con quello di “rarità” dei casi in cui si è sfiorata la vittoria in una competizione europea.
Negli ultimi 20 anni, solo Celtic e Rangers hanno raggiunto la finale di un torneo disputato fuori dalla Scozia: in Coppa UEFA/Europa League. Nel 2003, all’Estadio de la Cartuja di Siviglia, gli Hoops guidati da Martin O’Neill persero, ai supplementari, contro il Porto di José Mourinho, nonostante la doppietta di Henrik Larsson. Nel 2008, poi, toccò ai Rangers capitolare nell’atto conclusivo della competizione contro lo Zenit, dopo aver eliminato la Fiorentina in semifinale.
Più recente, invece, è la delusione dei Gers in Europa League: nel maggio del 2022, sempre a Siviglia, la formazione di Giovanni van Bronckhorst si è arresa all’Eintracht Francoforte di Oliver Glasner ai calci di rigore, con la conclusione di Aaron Ramsey neutralizzata da Kevin Trapp, vero e proprio eroe del match.
Ripercorrendo la storia delle diverse competizioni europee, l’unica volta in cui una squadra scozzese ha vinto la Champions League risale a 66 anni fa, quando il Celtic superò in finale l’Inter a Lisbona. Le immagini a disposizione, neanche a dirlo, sono in bianco e nero. L’ultimo successo europeo di un club scozzese è del 1983: l’Aberdeen di Ferguson. Va detto, comunque, che i Rangers, due edizioni di Europa League fa, avrebbero meritato di più, sfiorando la vittoria negata solamente da Trapp, prima dei calci di rigore.
A novembre del 2012, il mondo viene spiazzato dalla grafica della UEFA trasmessa, in sovrimpressione, in tutte le TV e da un dato paradossale: nonostante l’11% di possesso palla, il Celtic di Neil Lennon riesce a battere 2-1 il Barcellona di Tito Villanova. I passaggi compiuti sono 166 contro 955, i tiri 5 contro 23: all’83’, però, Tony Watt regala al “Paradise” una delle gioie più grandi della storia del calcio scozzese. Il clamore mediatico generato da quel successo non bastò, però, per alimentare lo spirito di rinascita del sistema.
Attualmente, come detto, il Celtic si trova nel girone della Lazio in Champions League, mentre i Rangers sono stati “retrocessi” in Europa League dopo essere stati eliminati dal PSV Eindhoven (facendo i conti con un complicatissimo avvio di stagione, culminato con l’esonero di Michael Beale, avvenuto a inizio ottobre).
L’Aberdeen, terzo nella stagione 2022/23, è stato “sbattuto fuori” ai preliminari di Europa League dagli svedesi dall’Hacken, retrocedendo in Conference, competizione che non vede impegnati né gli Hearts, eliminati dal PAOK Salonicco ai Playoff, né l’Hibernian, che ha subito 8 goal in due partite dall’Aston Villa a un passo dalla fase a gironi.
Viene da chiedersi, a questo punto, se un successo in ambito internazionale riuscirebbe a risollevare le sorti di un sistema che fa già fatica a esaltarsi all’interno dei propri confini o se risulterebbe quasi una “favola calcistica”, spunto già tirato in ballo proprio alla vigilia della finale di Europa League disputata dai Rangers nel 2022. Un’eccezione, insomma.