
Gli uruguayani sono riusciti spesso a scrivere pagine importanti nel calcio italiano. Alla 'Banda Oriental' guarda anche la Reggina del presidente Lillo Foti quando nell'estate 2007 è in cerca di un prospetto su cui investire per il futuro.
Al centro dell'interesse dei club italiani ci sono due attaccanti del Danubio: se il Palermo punta su Edinson Cavani e lo porta subito in Sicilia, il patron amaranto ha un colpo di fulmine per Christian Stuani, classe 1986, reduce da una super stagione in patria in cui ha realizzato 19 reti in appena 14 presenze.
Stuani arriva in Calabria soltanto a gennaio. La sua avventura italiana non sarà però positiva, come il patron e tutti i tifosi della Reggina immaginavano, anche se l'uruguyano si rifarà in seguito con gli interessi, dimostrando tutto il suo valore in Spagna.
L'ESPLOSIONE NEL DANUBIO E L'ARRIVO IN ITALIA
Nato a Tala, nel Dipartimento di Canelones, il 12 ottobre 1986, Stuani come Cavani cresce nelle Giovanili del Danubio di Montevideo. Sempre con la squadra bianconera fa il suo debutto nel massimo campionato uruguayano nella stagione 2003/04, segna 4 goal in 2 anni e viene mandato a fare esperienza nel Bella Vista, altro club di Montevideo.
Qui inizia a segnare con maggiore regolarità, realizzando 16 reti in 20 presenze complessive. Il Danubio lo riporta alla base nel 2007, ma la Reggina decide di investire su di lui per il futuro. Al termine di una trattativa lunga e complessa, arriva la fumata bianca: Foti versa 2 milioni e mezzo di euro nelle casse del club uruguayano, che chiede di poter tenere però Stuani per l'intero campionato di apertura.
"I miei osservatori erano andati a vederlo e mi avevano portato qualche indicazione. - ha dichiarato qualche anno fa il presidente della Reggina - Stuani era uno dei più seguiti dai club europei, ma noi in quel periodo giravamo molto in quelle zone. Poi andai a vederlo in azione di persona. Mi colpirono subito la sua tecnica e i suoi movimenti”.
Alto un metro e 86 centimetri per 75 chili, Stuani è una punta in grado di svariare su tutto il fronte offensivo, vede bene la porta ed è particolarmente abile nel colpo di testa. L'attaccante uruguayano arriva a Reggio Calabria a inizio gennaio, dopo aver disputato un grande campionato di apertura in patria, con 19 goal in 14 partite e un poker nell'ultima gara giocata. Le aspettative sono alte, il presidente Foti e la Reggina sono sicuri di aver fatto l'affare.
LA REGGINA E IL FLOP IN SERIE A
La concorrenza in Italia per Stuani non manca. Nicola Amoruso, Makinwa, Brienza, Ceravolo e Joelson completano un reparto offensivo piuttosto affollato. La giovane punta uruguayana trova però subito la fiducia del tecnico Renzo Ulivieri, che dopo i primi allenamenti decide di dargli subito fiducia, facendolo subentrare dalla panchina contro l'Empoli in trasferta e con il Cagliari in casa.
L'ex capo ufficio-stampa e club manager della società amaranto, Giusva Branca, profondo conoscitore delle vicende della squadra calabrese, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Goal, ricorda in modo chiaro l'esperienza dell'attaccante sudamericano in Calabria.
"Quando Stuani arrivò dal Danubio nel gennaio 2008, la Reggina puntò moltissimo su di lui. Il presidente era convinto di aver preso una star, di aver fatto il colpo. Solo che quell'anno Christian arrivò a campionato in corso, e come succede a tutti i sudamericani, fece un po' fatica ad ambientarsi, giocando poco".
L'uruguayano non riesce a ripagare la fiducia del suo allenatore, dimostrando delle difficoltà di adattamento dal calcio latinoamericano a quello italiano. Così Ulivieri lo tiene fuori per un po' e passa circa un mesetto senza che il nuovo acquisto riveda il campo.
Stuani torna a giocare una gara ufficiale a metà marzo: per lui 8' contro il Livorno, 9' contro il Napoli e 10' contro il Genoa. Le cose però non vanno bene per la squadra calabrese, e Foti decide di esonerare Ulivieri per chiamare alla guida della Prima squadra il tecnico della Primavera Nevio Orlandi.
La Reggina, sebbene faticando non poco, riesce a conquistare la salvezza, mentre per Stuani i primi mesi in Italia sono da dimenticare, con l'uruguayano che chiude la stagione collezionando 12 presenze senza mai trovare il goal. Nel 2008/09 i calabresi confermano Orlandi in panchina, e per l'attaccante sembra esserci la possibilità di trovare il campo con maggiore regolarità. Ma non andrà meglio.
"Fu la stagione del tracollo dalla A alla B della Reggina, Stuani trovò un po' di spazio ma non riuscì a mettersi in evidenza, - sottolinea Branca - come del resto nessuno di quella squadra. La retrocessione non era una colpa addebitabile a lui".
Condizionato dalla stagione negativa della squadra, e probabilmente dalle elevate aspettative su di lui, l'attaccante uruguayano finisce per perdersi, e chiude con appena 6 presenze e un solo goal, che arriva su calcio di rigore contro il Siena nell'ultima giornata del torneo il 31 maggio 2009.
Getty ImagesTRE ANNI IN PRESTITO E L'ADDIO DEFINITIVO ALLA REGGINA
La Reggina retrocede in Serie B e Stuani lascia la squadra, ma in prestito. Questo perché il presidente Foti crede ancora in lui ed è convinto che con una maggiore esperienza e la squadra nuovamente in Serie A, l'uruguayano possa finalmente far bene con la maglia amaranto sulle spalle.
"Fu battezzato come campione, ma il contesto non lo mise in condizione di crescere.I giocatori sudamericani hanno bisogno di un periodo discretamente lungo per inserirsi in un contesto. Il fatto che la Reggina lo diede in prestito per 3 anni di seguito in Spagna è la dimostrazione che credeva in lui. La speranza era di tornare in Serie A e poterlo riprendere. Ci andò vicina nel 2011, quando giocò i playoff con il Novara, ma non ce la fece a salire, e così Christian continuò a giocare in prestito fino alla cessione all'Espanyol a titolo definitivo nel 2012".
Esattamente come spiegato da Giusva Branca, Stuani si trasferisce in prestito in Spagna. Con l'Albacete, in Segunda División spagnola, realizza ben 22 goal, poi gli anni seguenti c'è il balzo nella Liga: segna 8 reti con il Levante, quindi sale a 9 con il Racing Santander. Foti, a malincuore, con la Reggina che non riesce a risalire in Serie A (e anzi di lì a poco sarebbe retrocessa in C) deve privarsi definitivamente di quella che era stata una sua grande scommessa.
La breve permanenza a Reggio Calabria, non ha impedito peraltro all'attaccante uruguayano di instaurare un rapporto speciale con i tifosi amaranto, che, come ci racconta sempre Branca, gli hanno continuato a voler bene, nonostante le prestazioni non esaltanti in campo.
"A Reggio Stuani tenne un comportamento esemplare. Era un ragazzo serio, riservato, che si impegnava tanto. Il fatto di essere sudamericano lo portava ad avere grande empatia con la gente, grande simpatia. Ricordo che ogni volta che arrivava al campo, prima di andare ad allenarsi doveva passare un bel po' di tempo, perché c'era sempre la prassi delle foto e degli autografi con i tifosi. Il tutto nonostante la Reggina avesse già avuto in squadra prima del 2008 gente come Baronio, Pirlo, Bianchi e Amoruso. Per questo i tifosi amaranto lo ricordano con affetto e come un'occasione perduta per entrambi. Ma i tempi e il contesto sono spesso decisivi nelle carriere".
Getty ImagesL'ESPANYOL, IL BORO E IL BOOM COL GIRONA
Nel 2012, dunque, Stuani, dopo aver effettuato il precampionato con gli amaranto, saluta il club calabrese per trasferirsi a Barcellona con l'Espanyol. Con i 'Periquitos' resta 3 stagioni, e il terzo anno arriva la svolta della sua carriera, visto che per la prima volta riesce ad andare in doppia cifra, realizzando 12 reti nella Liga dopo averne fatti rispettivamente 7 e 6 in precedenza.
A quel punto l'interesse attorno a lui cresce e l'uruguayano accetta una nuova sfida e varca l'oceano per trasferirsi in Inghilterra con il Middlesbrough. Firma un contratto di 4 anni con il Boro, ma ci resterà soltanto 2 stagioni: nella prima dà il suo contributo con 7 goal per la promozione della squadra in Premier League nel 2015/16, nella seconda, invece, vive con i biancorossi la retrocessione in Championship e riesce a realizzare appena 5 goal.
L'esperienza in Inghilterra si conclude in questo modo. Parallelamente alla sua crescita, intanto, l'uruguyano entra a far parte in modo regolare della Celeste di Oscar Washington Tabarez. A puntare su di lui è allora l'emergente Girona. Nella squadra catalana, sotto la guida di Pablo Machín, Stuani trova grande sicurezza e serenità, e il risultato è un numero di goal mai visto prima in carriera, se non nell'anno dell'esplosione al Danubio.
Nel 2017/18 segna 21 goal in 33 presenze, contribuendo in modo importante alla salvezza della sua squadra, l'anno seguente va vicino a ripetersi con 19 reti in 32 gare, che non sono sufficienti tuttavia a garantire al Girona la permanenza nella Liga. Meglio di lui fanno soltanto i grandi campioni come Messi, Suarez e Benzema.
Stuani resta con i catalani anche in Segunda División segnando 64 goal in tre stagioni, 23 dei quali nell'ultima, la 2021/22, culminata con il ritorno in massima serie.
Nella stagione in corso, l'attaccante sudamericano ha segnato 1 goal nelle prime tre giornate di campionato prima di rientrare in campo in seguito ad un infortunio.
L'ulteriore conferma che l'attaccante, nonostante il flop in Italia, non era un 'bidone', come qualcuno lo aveva frettolosamente etichettato. E che la Reggina a suo tempo ci aveva visto giusto.
"Le sue caratteristiche erano buone fin dall'inizio, - assicura Branca - forse naturalmente allora era un po' acerbo. In una Reggina di qualche anno prima, che faceva la sua bella figura in Serie A, lui sarebbe stato la star di quella squadra. Arrivò semplicemente nel momento sbagliato".


