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Mino RaiolaGetty Images/GOAL

Speaker's Corner - Pioniere, avanguardista, visionario: Mino Raiola

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Pioniere, avanguardista, visionario. Sì, Mino Raiola è stato tutto questo. E come lui, sicuramente, non ci sarà nessuno. Unico per competenza, genere e modo di approcciare agli affari. Mai banale, spesso impopolare, allergico sempre e costantemente al politicamente corretto. All’anagrafe Carmine, Mino è stato e rimarrà Mino per tutti: addetti ai lavori, assistiti, amanti (e non) del calcio.

Un diminutivo divenuto routine e che, soprattutto, ha fatto scuola. Perché, coniando un modus operandi, Raiola non ha avuto rivali; il primo ad arrivare nella fase di scouting, il primo a ottimizzare il patrimonio tecnico a disposizione, il primo a incendiare le copertine di mezzo mondo. Innumerevoli gli affari messi a segno con profitto. Una carriera di livello assoluto, costruita con competenza e meritocrazia, abbracciando fin da subito un mondo a lui affine.

Mai pizzaiolo – al di là delle leggende metropolitane – Raiola ha lavorato agli inizi della sua carriera in Olanda nelle giovanili dell’Harleem, salvo poi diventare uno dei procuratori più potenti di sempre. Temuto e rispettato dalle società, Raiola ha saputo far diventare giocatori di livello assoluto autentici fuoriclasse. Da Zlatan Ibrahimovic a Paul Pogba, passando per Gigio Donnarumma ed Erling Haaland. Old school, presente, futuro. Ininterrottamente Il contorno, beh, che contorno.

Impossibile trovare un calciatore che non abbia sognato di farsi rappresentare da Mino che, per i suoi clienti, ci ha sempre messo la faccia: nel bene, nel male, nelle litigate furiose, nel benessere collettivo. “Io sono un super-capitalista. Il super-capitalista vuole tutti più ricchi. E io sono così. Io voglio che diventino tutti ricchi nel calcio, così posso offrire grandi contratti a grandi giocatori, il sistema diventa più ricco, diritti tv più ricchi, tutti più ricchi”.

Raiola ha cambiato il calciomercato, anzi, per certi versi lo ha proprio inventato in versione 2.0. Trasmissioni su trasmissioni, dibattito continuo, con il focus ormai più concentrato sulle trattative anziché sul rettangolo di gioco. Raiola, affidandosi a pochi e fidati collaboratori, ha costruito un impero. Che, indubbiamente, sottolinea la grandezza del personaggio.

Scomparso prematuramente all’età di 54 anni, Mino lascia il vuoto. Impossibile solamente immagine qualcuno che possa emularne le gesta. Impossibile immaginare il mondo del calcio senza Mino.

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