Alla Juventus è cambiata la musica. Lo si capisce dagli innesti redditizi di Dusan Vlahovic e Denis Zakaria. Lo si capisce dal successo netto e convincente per 2-0 ottenuto contro il Verona. Lo si capisce, più di ogni altra cosa, dalla classifica: l'Atalanta cade in casa, i bianconeri acciuffano – momentaneamente – il quarto posto.
E se la Dea dovrà recuperare il match con il Torino, la Vecchia Signora domenica prossima andrà a fare visita proprio alla banda del Gasp, per una gara che potrebbe significare molto se non tutto.
Insomma, tra le fila bianconera c’è entusiasmo. Eccome. Merito di una società che, a suon di moneta sonante, ha deciso di regalare a Massimiliano Allegri due rinforzi vitali per centrare il “must”, così definito dall’ad Maurizio Arrivabene, ovvero un posto nell'Europa che conta. Questione di programmazione ma soprattutto di ricavi garantiti che, ai tempi del Covid, rappresentano vita pura.
Vlahovic. Acclamato fin dal riscaldamento, incitato a suon di decibel alla lettura delle formazioni, l'uomo imprescindibile tra presente e futuro. Madama, pur di anticipare la concorrenza, ha voluto immediatamente mettere a segno un investimento monstre; spalleggiata dal doppio binario disponibilità-volontà della proprietà.
E il neo 7 zebrato, dal canto suo, ha subito fatto capire di che pasta sia fatto. Come? Segnando dopo 13’. D’altra parte, si sa, il serbo è nato per questo. Allora via di tridente brandizzato DYMOVLA, fantasia, di crescita collettiva. Perché l'ex Fiorentina, per la Juve, rappresenta molto più di un acquisto invernale. Con #DV7, infatti, i bianconeri hanno alzato sensibilmente l’asticella. In parole povere, tutti – ma proprio tutti – responsabilizzati.
Zakaria. L'uomo giusto al posto giusto. Fortemente voluto da Allegri, soffiato alla concorrenza estera, buona la prima per il centrocampista svizzero. Che, dall'alto della sua fisicità, alla Juve è destinato a dare molto.
Ma senza snaturarsi, in quanto l’ex Borussia sa interpretare – e bene – più situazioni appartenenti alla linea metodista: possessi guadagnati, inserimenti, velocità d'esecuzione. Ciò che serviva proprio all'allenatore livornese che, complice la squalifica di Locatelli e il rientro di McKennie dagli States, ha preferito scommettere istantaneamente sul secondo arrivo del mercato. Risultato? Goal anche per lui.
I bianconeri affrontando il Verona hanno a tratti divertito, chiaro segnale di come sia iniziato un campionato nel campionato. Poco, pochissimo, margine di errore. Ma con la consapevolezza di essere una squadra più forte, quadrata e performante. Nel segno degli ultimi arrivati. Scusate se è poco.


