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Speaker's Corner - Juve, missione chiara a Parigi: evitare figuracce

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Sì, è vero, sulla carta non c’è storia. Da una parte una delle squadre più forti al mondo, dall’altra un cantiere aperto. Insomma, per la Juventus la trasferta di Parigi si preannuncia quasi proibitiva. Impensabile, per la Vecchia Signora vista a Firenze (e non solo), immaginare di fare risultato pieno al Parco dei Principi. Sebbene il calcio non sia una scienza esatta e, alle volte, l’imponderabile possa essere dietro l’angolo.

Mondi differenti. Al PSG, da quando è approdato Christophe Galtier, le cose vanno benone: Supercoppa in bacheca, 5 vittorie su 6 partite griffate Ligue 1, 24 goal fatti e 4 subiti. Insomma, ritmo già da fuga, ben marcato – con le stesse lunghezze – dal sorprendente OM di Igor Tudor. In poco tempo, facendo passare il concetto del “noi” a chi ha sempre vissuto in funzione dell’”io”, il tecnico marsigliese ha saputo conquistare l’ambiente parigino. Al di là della qualità, da quelle parti ora va di moda anche la quantità. O meglio, la compattezza, ingrediente fondamentale per diventare a tutti gli effetti una squadra. Il tutto, con la regia di Luis Campos, uno che di calcio se ne intende a secchiate.

Esattamente, perché il Paris Saint-Germain non è più un’accozzaglia di individualità. Certo, spiccano e brillano le stelle, ma anche il contorno non è da sottovalutare. Basti pensare all’ultimo mercato, nomi funzionali e non figurine: Vitinha, Nuno Mendes, Fabian Ruiz, Soler, etc. Un solo rimpianto: Skriniar.

Fiorentina Juventus Perin JovicGetty

Banale anche sottolinearlo, il lavoro di Galtier verrà misurato dal cammino in Europa. Eppure, nonostante siano due mondi differenti, PSG e Juve hanno una cosa in comune: l’ossessione per la Champions. Che, mai come in questa edizione, per la Vecchia Signora assomiglia tanto a un Everest da scalare.

Alla Continassa regna il pragmatismo, ragion per cui – al termine della sfida dell’Artemio Franchi – Max Allegri ha optato per una strategia comunicativa chiara e inequivocabile: “PSG? La partita importante è col Benfica in casa”. Riassunto: le vie del calcio sono infinite, ma si gioca per il secondo posto. Poi, se dovesse scatenarsi l’effetto sorpresa, tanto meglio.

Il rischio di andare in gita, però, c’è. E, d’altra parte, avrebbe pure il suo perché: la Tour Eiffel, il Louvre, la cattedrale di Notre Dame e tante altre prelibatezze culturali. Che città! Tornando al manto erboso, l'opzione figuraccia c’è ed è innegabile. Perché quando affronti Messi, Mbappé e Neymar va così. Punto.

D’altra parte, Londra dovrebbe aver fatto scuola. L’anno scorso, infatti, Madama cadeva rovinosamente in casa del Chelsea: 4-0. Una serataccia che sarebbe potuta sfociare nella perdita della dignità se non ci fosse stato uno Szczesny in versione 5 stelle. Ecco, l’andazzo potrebbe essere il medesimo ma con in porta un altro protagonista.

Resta complicato, se non impossibile, ipotizzare quale possa essere il menù. L’apatica Juve vista per lunghi tratti contro Sampdoria o Fiorentina? O quella spumeggiante – a targhe alterne – osservata contro Sassuolo e Roma? Immaginare di dominare il PSG, nella sua tana, rappresenta la più pura utopia. Dunque, zero dubbi sul canovaccio tattico: aspettare e ripartire. Ma a fare la differenza saranno l’approccio, l’atteggiamento e lo spirito. Altrimenti, il finale è già scritto: scampagnata.

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