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Juve eliminazione ChampionsGOAL

Speaker's Corner - Juve, delusione cocente: la missione è estirpare la mediocrità

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Il giorno dopo Juventus-Villarreal 0-3, alla Continassa, fa ancora più male. I bianconeri salutano la Champions League agli ottavi, per il terzo anno di fila, tra lo stupore generale.

Già, perché se la banda di Unai Emery è tutto fuorché sprovveduta e ha saputo giocarsi sapientemente le sue carte, resta la sensazione che la Vecchia Signora avrebbe potuto e dovuto fare di più. Ad esempio, accedere ai quarti.

Un obiettivo alla portata, anche per questa Juve, che comunque continua a palesare evidenti limiti strutturali e di mentalità. Perché tre ceffoni consecutivi non possono essere casuali, anzi, formano un’incontrovertibile verità: Madama è questa. Qualche pregio, tanti difetti. Certo, le attenuanti non mancano, soprattutto in chiave infortuni.

Ma anche il Sottomarino Giallo si è presentato a Torino con i suoi problemi, i suoi acciacchi, tuttavia a differenza dei bianconeri ha saputo sfruttare con massima spietatezza le occasioni a disposizione. Stop.

Alla Juve resta il rimpianto del primo tempo dello Stadium, con quattro chance nitide non ottimizzate, e che alla fine della fiera – in una competizione episodica – fanno tutta la differenza del mondo. Il palo di Vlahovic, l’errore di Rugani.

Va così, e non va bene per la Juve, che con il passaggio del turno avrebbe visto un valido alleato per quanto concerne i conti: tema sensibile, questo, ai tempi del COVID-19. In zona Max Allegri guai a parlare di fallimento:

E’ disonestà intellettuale ma non posso farci niente. Eravamo in corsa per i quarti, siamo in corsa per un posto in Champions, siamo in vantaggio in Coppa Italia. Ai ragazzi non ho nulla da rimproverare. La Juventus ha fatto una delle migliori gare in Europa. Io sto sempre coi piedi per terra e valuto quello che ho in mano”.

Fallimento, magari, no. Delusione, però, enorme. Anche in relazione agli sforzi effettuati dalla Juve a gennaio sul mercato con gli innesti di Vlahovic e Zakaria, quest’ultimo ai box. Un investimento, quello compiuto per prendere il bomber serbo, che sarebbe dovuto servire per mettere qualche marcia in più nel cammino legato all’Europa che conta.

Lecito, se non doveroso, porsi qualche interrogativo circa l’atteggiamento tattico (e non solo) proposto dalla Juve in questa stagione. Che, pur considerando le indisponibilità e certi giocatori non all’altezza della casacca zebrata, non sembra assomigliare alla via maestra.

Non che il Villarreal abbia messo in mostra un calcio d’élite, non che l’Atletico Madrid abbia brillato per esposizione stilistica contro il Manchester United. Ma chi vince ha sempre ragione.

Sarri, Pirlo, Allegri. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia: Juventus fuori agli ottavi. Ora, alla Continassa, è tempo di analisi. Missione primaria: estirpare la mediocrità. Non sarà semplice. Auguri.

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