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Speaker's Corner - Cosa ci ha detto Juventus-Sassuolo: meglio il 4-3-3 del 4-4-2 ibrido

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Partiamo dalla nota negativa, perché soffermarsi immediatamente sui pro di un 3-0 sarebbe un esercizio semplice e banale. Il 4-4-2 proposto da Max Allegri contro il Sassuolo non ha convinto: per idee, occupazione degli spazi, intensità e sviluppo. Tant’è che, sfruttando il cooling break, il tecnico livornese ha optato per un altro abito tattico: il 4-3-3. Di Maria a destra, Cuadrado a sinistra e Vlahovic come riferimento centrale; il tutto, spostando McKennie nel ruolo di mezzala d’assalto. Il risultato? Una Juve più sensata e ordinata.

Che, infatti, è riuscita ad archiviare più o meno agevolmente la pratica neroverde. Già, non inganni il parziale, in quanto – specialmente nel lato A del match – gli emiliani sono arrivati dalle parti dell’ottimo Perin con frequenza e facilità. Aspetto, questo, da non sottovalutare in proiezione futura. Quando i test saranno più probanti, quando contro certi avversari determinate occasioni non verranno perdonate.

Ciò che conta, soprattutto alla Continassa, è vincere. Punto. E ieri i bianconeri hanno centrato la missione, a tratti alimentando l’entusiasmo di uno Stadium meno effetto teatro del solito. Certo, nei primi venti minuti qualche fischio c'è stato, ma complessivamente – come sottolineato da Allegri al termine della gara – il popolo bianconero il suo contributo non l’ha fatto mancare.

Divertire e divertirsi, doppio concetto che è parte integrante del DNA di Di Maria, che infatti all’esordio in bianconero s’è rivelato l’uomo in più. L’argentino l’ha sbloccata con un’intuizione, nulla di casuale per chi conosce il Fideo, vera e propria beffa per Consigli. Dopodiché diverse giocate sontuose e, all’insegna dell’incisività, pure un assist per il terzo lampo. Tuttavia, e non potrebbe essere altrimenti, il fastidio accusato all’adduttore sinistro ha rovinato la serata dell’argentino e, di riflesso, quella degli juventini. I quali, ora, auspicano nella clemenza della diagnosi: appuntamento decisivo in queste ore al J Medical.

Ottimo ADM, cecchino Vlahovic. Non è stata un’estate semplice per il serbo, affatto, con i problemi legati alla pubalgia ormai spediti nel dimenticatoio. Dosato negli States, nulla da segnalare contro l’Atletico Madrid, doppietta al Sassuolo. I fuoriclasse sono fatti così e, dal canto suo, il 22enne di Belgrado lo è a tutti gli effetti. Insomma, l’ex Fiorentina parla la stessa lingua calcistica del Fideo e, giustappunto, la prima assieme non ha tradito.

Di Maria Vlahovic Juventus SassuoloGetty Images

Segnali positivi anche dietro, con Bremer a recitare un ruolo da protagonista. Il brasiliano non trema, giganteggia nell’uno contro uno, ma evidenzia delle lacune – nei tempi di gioco –  in impostazione. D’altra parte, oliarsi istantaneamente da tre a quattro non è roba semplice. E, sicuramente, gli ampi margini di miglioramento non mancano.

Toh! Chi si rivede… Alex Sandro. Performance di livello, quella proposta dal verdeoro, a cui francamente non eravamo più abituati. Un episodio dubbio, per un contatto con Muldur, che avrebbe potuto portare la Juve pronti via sul dischetto. L’assist per Di Maria. E, in generale, un contributo degno di nota in entrambe le fasi. Che sia un nuovo inizio? Vietato illudersi, specialmente considerando come anche nella passata stagione il terzino fosse partito bene salvo perdersi nel corso dei mesi.

Compitino Zakaria, compitino Locatelli, compitino McKennie (di rientro dall’infortunio alla spalla). Tre compitini, a centrocampo, a evidenziare come in questo reparto – attendendo il rientro di Pogba – la Juve necessiti di fare qualcosa sul mercato. Sì, Paredes è sinonimo di qualcosa. Non è un caso che alla Continassa abbiano deciso di accelerare sul mediano in uscita dal PSG. In definitiva, l’uomo giusto a cui affidare le chiavi della linea metodista. E che consentirebbe, prospettiva da non minimizzare, di spostare Locatelli nel ruolo di mezzala. Ecco, probabilmente la soluzione giusta per smarcarsi dal compitino.

Infine, menzione speciale per Perin: meno di un primo, più di un secondo. A suon di interventi, il portiere di Latina ha avuto il merito di tenere a galla i bianconeri. Mai una parola fuori posto, abnegazione continua in allenamento, e la frase delle frasi: “La Juventus ha cambiato il mio modo di vedere le cose”.  Affidabile, mai aggettivo fu più azzeccato.

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