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Rudi Voller gfxGoal

Rudi Völler, il tedesco volante: la Roma, la Champions col Marsiglia e i Mondiali del 1990

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Per la sua generosità in campo, è stato un giocatore molto amato dal popolo e dai tifosi, che l'hanno spesso eletto come loro beniamino. Scaltro in area di rigore, dotato di mezzi tecnici e acrobatici importanti, Rudolf Völler, da tutti chiamato Rudi, è stato uno dei centravanti più forti che la Germania abbia mai avuto, laureandosi campione del Mondo a Italia '90.

Nella sua carriera ha segnato tanto, ben 375 goal fra club e Nazionali, ma spesso ha anche fatto un duro lavoro in campo per i suoi compagni di squadra. Aveva un fiuto del goal eccezionale e nella prima parte di carriera mezzi atletici straripanti che gli permettevano di essere un attaccante spesso letale per le difese avversarie.

Un fallo molto duro subìto da Augenthaler nel 1985, anche a causa della brutta caduta, gli procurerà un grave infortunio, costringendolo a un lungo stop. Quando tornerà in campo sarà un giocatore diverso, meno veloce ma ugualmente determinante anche grazie all'abilità che sviluppa nei colpi di testa in virtù di una notevole elevazione nonostante non sia un colosso (un metro e 79 centimetri per 77 chilogrammi).

Approdato in Italia, diventa una leggenda della Roma, la squadra con cui ha giocato di più in carriera, dove i tifosi, innamorati dei suoi riccioli e baffi biondi, lo ribattezzeranno 'Il tedesco volante'. Nella sua carriera ha vinto Coppe, inclusa la prima Champions League con l'Olympique Marsiglia nel 1993 e classifiche marcatoria a livello personale, ma mai il campionato.

Appesi gli scarpini al chiodo a 36 anni, si farà poi valere come allenatore e dirigente. È l'unico, assieme a Mario Zagallo e a Franz Beckenbauer, ad aver raggiungo la finale dei Mondiali da giocatore (2 volte, nel 1986 e nel 1990) e da C.t. (nel 2002).

LA GENESI DI UN BOMBER

Völler nasce ad Hanau, la città dei fratelli Grimm, nel cuore della Germania, il 13 aprile 1960. Qui cresce assieme ai suoi tre fratelli e ai suoi genitori, Kurt e Ilse. Suo padre fa il tornitore e nel tempo libero allena la squadra locale (Prima squadra e giovanili), mentre la madre fa la sarta, e siccome in una famiglia numerosa i soldi non bastano mai, per arrotondare lavora anche come donna delle pulizie.

"È stato un ragazzo facile da crescere, - assicura mamma Ilse a 'Sky Deutschland' - non ha mai fatto a botte con gli altri ragazzi né era rumoroso o disordinato. Se gli dicevo di fare qualcosa, era obbediente e lo faceva".

Rudi vive nel quartiere popolare di Lamboystraße, dove va a scuola e inizia presto a giocare a calcio nelle giovanili della squadra locale. A portarlo per la prima volta all'età di 8 anni al campo che oggi porta il suo nome è papà Kurt. Fin dall'inizio Völler non ha dubbi sulla posizione da occupare in campo, e gioca da subito come centravanti.

Le discussioni con il papà, molto esigente nei suoi confronti non mancano.

"Non è facile essere l'allenatore di tuo figlio. - spiegherà - Lui voleva sempre fare qualcosa in più, ero più duro con lui che con gli altri e quando non si comportava bene lo mandavo a casa".

Lo stesso Rudi ricorda con commozione quei tempi.

"È stato un grande momento, non lo cambierei per nulla al Mondo, - dice - anche se ho capito da subito che volevo qualcosa di più".

Le medie realizzative del giovane Völler sono sbalorditive, così un osservatore dei Kickers Offenbach,Hermann Nuber, lo nota e non se lo lascia sfuggire, mettendolo sotto contratto. Per Rudi, all'epoca quindicenne, è un'autentica manna dal cielo: firma un contratto da 1800 marchi al mese e si assicura uno stage come impiegato nel club.

"Era una prassi comune in quel periodo fra i club tedeschi. - ricorda Völler - Quando prendevano un giovane volevano che avesse una buona educazione e che studiasse e venisse avviato al lavoro. Io ho fatto l'apprendistato nell'ufficio amministrativo della società, cosa che mi dava qualche libertà in più, perché quando c'era l'allenamento potevo andare via senza problemi".

Rudi Voller Germany U21 1981Bongarts

A 17 anni e mezzo, nel 1977, Völler fa il debutto in Zweite Bundesliga, la Serie B tedesca. Il suo primo goal non tarda ad arrivare. In tre stagioni con i Kickers Offenbach mette insieme complessivamente 23 reti in 79 gare fra campionato e Coppa di Germania.

"È stato bello all'inizio cercare di sfondare e di affermarmi. Poi però mi è venuta voglia di qualcosa di più grande. In quel periodo volevo a tutti i costi giocare in Bundesliga. Ho disputato due buone stagioni e aspettavo una proposta. Ne arrivarono, ma non da club di prima fascia. Però il Monaco 1860 aveva qualcosa in più, per la sua storia e il suo prestigio, e anche perché ci giocavano ancora giocatori importanti. Era un grande club e ho accettato di iniziare una nuova avventura con loro".

È il 1980 e Völler approda in Bundesliga con il Monaco 1860 per 700 mila marchi, corrispondenti a poco meno di 360 mila euro attuali. Il giovane attaccante si diverte e segna 9 goal nella sua prima stagione nel massimo campionato tedesco, ma alla fine i Leoni retrocedono e deve ripartire ancora una volta dalla Serie B.

L'anno seguente è però quello dell'esplosione di Rudi: il centravanti segna la bellezza di 37 goal in 37 presenze nella Zweite Bundesliga, e si aggiudica il titolo di capocannoniere del torneo. Questo non basta tuttavia a far risalire il Monaco 1860 in Bundesliga.Fra le tante prodezze stagionali di Völler, spicca una tripletta al Fortuna Düsseldorf, che consente ai bavaresi di imporsi in rimonta per 4-3. 

Quell'exploit colpisce Otto Rehhagel, ex tecnico del Fortuna appena approdato alla guida del Werder Brema, che deciderà di puntare su di lui per il futuro.

"Dopo quella tripletta - dirà Völler - sono diventato più famoso in tutto il Paese, non solo dove sono nato o in Baviera. Eravamo sotto 3-0 e siamo riusciti a vincere 4-3, ed io ho segnato 3 goal. Dopo la partita sono stato per la prima volta la sera di quel sabato a Sport Studio (importante programma calcistico televisivo in Germania, ndr). Capiterà tante volte negli anni successivi, ma quella prima volta è stata fantastica".

AL TOP CON IL WERDER BREMA

Völler firma con il Werder Brema, dove resterà per ben 5 anni, torna in Bundesliga e dimostra di avere una gran voglia di emergere. Il 1982/83 sarà l'anno migliore dell'intera sua carriera calcistica. Il centravanti di Hanau è un concentrato di velocità, esplosività, tecnica e fiuto del goal, vede costantemente la porta e vince la classifica dei cannonieri della Bundesliga con 23 reti in 31 presenze.

"Rudi ha giocato nel cortile del Bayern, - dirà sarcastico in una celebre dichiarazione il suo mentore Rehhagel - ma il Bayern non se n'è accorto".

Al Werder Brema Völler diventa in breve tempo un giocatore di caratura internazionale, porta in alto la squadra biancoverde e conquista la Nazionale tedesca dopo aver fatto grandi cose con l'Under 21. Rapido e ambidestro, sembra essere il centravanti del futuro per la Germania.

"Rehhagel mi aveva predetto una squadra che giocava un buon calcio e che avrei fatto bene. E così è stato. I miei compagni mi facevano tanti cross".

Il Werder Brema chiude il 1982/83 al 2° posto: non sarà l'unico nella carriera del centravanti, che a fine stagione è premiato con il prestigioso riconoscimento di 'Calciatore tedesco-occidentale dell'anno'.

"Arrivammo a pari merito con l'Amburgo, - ricorda Rudi - ma loro avevano una migliore differenza reti e si laurearono campioni di Germania. Per me, comunque, fu l'anno della svolta".

Sguono un 5° e altri due secondi posti, con una sorta di maledizione che impedisce ai biancoverdi di vincere la Bundesliga. Völler continua a segnare tanto (25 goal nel 1984/85) ma le sue prodezze non bastano a far conquistare il titolo alla sua squadra.

Rudi Voller West Germany Euro 84Getty Images

IL GRAVE INFORTUNIO E IL SOGNO SFUMATO

Il 23 novembre 1985, la brillante carriera del bomber di Hanau subisce un brusco stop. Nello scontro al vertice con il Bayern Monaco, infatti, mentre cerca di involarsi in velocità in contropiede, Völler viene falciato senza troppi complimenti da Klaus Augenthaler, e nell'estremo tentativo di evitare il contatto con il difensore, ricade male sul terreno di gioco dell'Olympiastadion.

Le conseguenze sono molto serie: "rottura della capsula e lacerazione dell'adduttore", mentre l'arbitro punisce il difensore soltanto con un cartellino giallo. Il centravanti, sottoposto a un delicato intervento chirurgico, deve restar fuori sei mesi, e quando tornerà non avrà più lo spunto in velocità di prima, pur rimanendo un attaccante molto valido e prolifico.

A condannare la durezza di Augenthaler è però l'opinione pubblica, che si schiera apertamente contro il centrale difensivo del Bayern.

"Non ho mai considerato in modo drammatico quanto successo, - assicura Rudi - ovvio per me è stato un brutto infortunio e sono dovuto restar fuori per tanto tempo. Ma ero anche dispiaciuto per Augenthaler, che ricevette molte critiche. In realtà una parte del problema è che sono caduto male e mi sono strappato il muscolo. Per questo mi sono dovuto operare ed è stata dura rientrare".

Privo del suo centravanti, che in quel momento aveva già segnato 9 goal, il Werder subisce il ritorno in classifica del Bayern e la stagione si decide al fotofinish. Völler torna a disposizione proprio per la sfida di ritorno al Weserstadion, nella penultima giornata, in cui subentra nei minuti finali. I biancoverdi hanno 2 punti di vantaggio e in caso di vittoria diventerebbero campioni di Germania.

Con astuzia Völler guadagna un calcio di rigore dubbio per un tocco di mano di Lerby in area. Per l'arbitro è rigore ma lo specialista Kutzop, che non aveva mai sbagliato dal dischetto, colpisce il palo. Finisce 0-0 e all'ultima giornata mentre il Werder Brema perde 2-1 con lo Stoccarda, i bavaresi travolgono 6-0 il Borussia Mönchengladbach, raggiungono in classifica i rivali e vincono il titolo grazie alla miglior differenza reti.

"Se fosse entrata saremmo stati campioni di Germania, ma avevamo un'altra possibilità. Bastava pareggiare nell'ultima giornata, invece abbiamo perso 2-1 e siamo arrivati ancora una volta secondi".

Völler resta al Werder fino al 1986/87, cogliendo un altro 5° posto. Nella stagione successiva lascia la squadra, dopo aver totalizzato 119 goal in 174 presenze, per trasferirsi in Italia: la Roma di Dino Viola decide infatti di puntare su di lui sborsando 5 miliardi e mezzo di Lire al club anseatico.

LA ROMA: DALLE DIFFICOLTÀ ALLA GLORIA

Precedendo altri compagni di Nazionale, come Matthäus, Brehme e Klinsmann, nello stesso anno in cui Thomas Berthold approda al Verona, Völler giunge nella capitale nell'estate del 1987. 

"A 27 anni sono arrivato a Roma, la città più bella del Mondo. - afferma il centravanti a 'Sky Deutschland' - Ho avuto la fortuna di giocarci a calcio, con dei grandissimi tifosi".

Gli inizi non sono semplici, nuovi problemi fisici gli impediscono di rendere al meglio e sotto la gestione di Nils Liedholm il primo anno segna soltanto 5 reti, di cui appena 3 in campionato.

"Ebbi un po' di infortuni, fu difficile, fui costretto a operarmi. - ha dichiarato a 'Roma TV' nel 2015 - C'era anche la pressione della stampa, sapevo che una cosa del genere a Brema non esisteva. Dino Viola mi difese molto, inizialmente fui molto criticato, sopratttutto il primo anno. Il presidente fu molto chiaro quando mi acquistò, avevo anche altre offerte ma scelsi la Roma".

Ma Rudi prepara il riscatto e ritrovata una buona efficienza fisica, dimostra il suo valore a partire dalla stagione 1988/89, andando per tre anni consecutivi in doppia cifra in campionato (10, 14 e 11 reti) e diventando bomber di Coppa, sia in Europa, sia in Italia.

Nel 1989/90, con Gigi Radice, realizza complessivamente 16 goal. È il preludio alla sua stagione migliore nella capitale, il 1990/91, che sotto la guida di Ottavio Bianchi lo vede capocannoniere della Coppa UEFA con 10 goal e della Coppa Italia con 4.

Se in Europa la Lupa deve accontentarsi del 2° posto e perde la doppia finale contro l'Inter, in Coppa Italia trionfa imponendosi complessivamente per 4-2 sulla Sampdoria appena laureatasi campione d'Italia. Völler ci mette la firma, andando a segno sia all'andata, a Genova, su rigore, sia nell'1-1 del ritorno all'Olimpico su azione. Quella Coppa Italia sarà anche l'unico trofeo nazionale vinto in carriera.

Rudi Voller Roma 1987Getty Images

Anche in Europa il tedesco è comunque grande protagonista. Nella memoria collettiva dei tifosi giallorossi resta il goal con cui il centravanti di Hanau stende il Bröndby nel ritorno delle semifinali. La gara di andata in Danimarca è terminata 0-0, all'Olimpico il punteggio è sull'1-1 ma serve un successo per passare il turno. Mancano tre minuti alla fine, Schmeichel fino a quel momento ha parato praticamente tutto ma non riesce a trattenere un sinistro violento di Desideri.

Sulla palla si avventano in due, Rizzitelli e il biondo tedesco, ed è proprio quest'ultimo, con la scaltrezza che gli è propria, ad anticipare compagno e portiere avversario e a batterlo con una conclusione sotto misura. Il tifo giallorosso esplode in un urlo liberatorio ed è completamente ai suoi piedi.

I tifosi lo ribattezzano 'Il tedesco volante' e gli dedicano un celebre coro sulle note di 'La Notte Vola' di Lorella Cuccarini.

"Vola, tedesco forza vola. Sotto la Curva vola, la Curva si innamora, tedesco vola...".

Sarà amore ricambiato per Rudi, che a Roma trova anche l'amore della sua vita, Sabrina Adducci, con cui convola a nozze. Da lei avrà due figli maschi, dopo aver avuto un figlio e una figlia dal suo primo matrimonio.

Il 6 aprile 1991, nel Derby, manda in visibilio i suoi tifosi, battendo il portiere della Lazio, Valerio Fiori, con un cucchiaio dal dischetto. La sfida terminerà poi 1-1 con un goal di Ruben Sosa. 

"Qualche volta mi capitava di tirarli così, - ha detto a 'Roma Tv' - è stato un gesto d'istinto, fortunatamente è andata bene".

Völler resta a Roma, che diventa la sua seconda patria, fino al 1992. La società punta infatti su Vujadin Boskov, che dopo l'acquisto di Claudio Paul Caniggia, non gli garantisce il posto da titolare. Il bomber di Hanau lascia così la capitale a malincuore, dopo aver collezionato in giallorosso 198 presenze e 68 goal.

"Non volevo andarmene, - assicura - ma la Roma prese Boskov e lui ebbe altre idee, ma questo fa parte del gioco. La Roma mi ha fatto capire che forse era meglio per me prendere un'altra strada, non avevo il posto assicurato. Accettai la situazione senza problemi".

Rudi Voller Argentina West Germany World Cup 1986AFP

CAMPIONE DEL MONDO CON LA GERMANIA

La carriera di Völler con la Germania è stata brillante quanto se non di più di quella di club. Il connubio inizia presto con i 10 goal realizzati con la Rappresentativa Under 21 con cui nel 1982 è finalista agli Europei di categoria. Gioca molto bene ed è premiato come 'Miglior giocatore del Torneo'. Si spalancano presto per lui le porte della Nazionale maggiore. 

Esordisce il 17 novembre 1982, a 22 anni, contro l'Irlanda del Nord, a Belfast, in una sfida valida per le qualificazioni ad Euro '84. Partecipa a tre edizioni degli Europei (1984, 1988 e 1992) e a tre Mondiali (1986, 1990 e 1994). Ad Euro '84 segna una doppieta alla Romania, in Messico, nel 1986, firma 3 reti, fra cui due pesanti in semifinale e in finale. Quest'ultima non basta però ai tedeschi occidentali per vincere la Coppa del Mondo contro l'Argentina di Maradona, che si impone 3-2 all'Azteca.

Trova un'altra doppietta agli Europei casalinghi del 1988 contro la Spagna, ma il vero riscatto i tedeschi lo ottengono ai Mondiali italiani del 1990, quando conquistano il loro terzo titolo mondiale. Völler segna 3 goal (uno alla Jugoslavia e 2 agli Emirati Arabi) ed è decisivo in finale.

Prima però, negli ottavi, è protagonista di un brutto episodio con Frank Rijkaard. Durante un caldo ottavo di finale Germania-Olanda, il centrocampista del Milan, dopo esser stato ammonito per un fallo, sputa una prima volta contro il tedesco. Rudi non ci sta e protesta. L'arbitro espelle entrambi i giocatori. Rijkaard sputa una seconda volta, immortalato dalle telecamere, prima di lasciare il campo. Successivamente chiederà scusa e il tedesco perdonerà il suo avversario.

Frank Rijkaard Rudi Voller Netherlands West Germany 1990 World CupGetty

In finale Völler, rientrato in semifinale dopo la squalifica, conquista il calcio di rigore che sblocca l'inerzia del match. A concederlo fra le proteste degli argentini è l'arbitro Codesal per un contatto dubbio fra il biondo centravanti e Sensini.

"Siamo diventati campioni del Mondo con una vittoria totalmente meritata. Abbiamo giocato un grande Mondiale, meglio di quello dell'Argentina. - afferma l'ex giallorosso - Poi, certo, chissà come sarebbe finita senza quel rigore. Eravamo 0-0, saremmo andati ai supplementari, forse ai rigori. C'è stato un pizzico di fortuna, nel calcio sono gli episodi che contano. Vittoria e sconfitta dipendono da quelli".

Calcia Brehme e non sbaglia, battendo un pararigori come Goycochea, che in semifinale aveva estromesso l'Italia di Vicini.

"C'erano 4 rigoristi in quella Germania, fra cui io. Ma Matthäus e Brehme erano infallibili, quindi era chiaro che sarebbe stato uno di loro due a tirare. Brehme aveva giocato un grande Mondiale, credevo in lui. Ha segnato e al fischio finale eravamo Campioni del Mondo. Sono stati i 5 minuti più belli della mia carriera, è stato come un sogno diventato realtà".

Völler resta in Nazionale fino agli sfortunati Mondiali del 1994. A 34 anni decide con una doppietta la gara degli ottavi di finale contro il Belgio, ma ai quarti i tedeschi sono estromessi dalla rivelazione Bulgaria. Rudi dice basta: i suoi 47 goal in 90 presenze lo collocano in quel momento al 2° posto assoluto, oggi al 4° posto, a pari merito con Jurgen Klinsmann, fra i cannonieri all-time della Germania, alle spalle di Klose, Gerd Müller e Lukas Podolski. Al 5° se si considerano anche le 53 reti con la DDR di Joachim Streich.

Rudi VollerGetty Images

SUL TETTO D'EUROPA COL MARSIGLIA

Nell'estate 1992 Völler accetta la proposta dell'Olympique Marsiglia di Bernard Tapie e si trasferisce in Francia. Il titolo francese vinto sarà poi revocato per lo scandalo Valenciennes. I due anni al Velodrome permettono tuttavia al tedesco di sollevare la Coppa dalle grandi orecchie, sconfiggendo 1-0 in finale nel 1993 il Milan di Capello vicino a casa sua, all'Olympiastadion di Monaco di Baviera.

"Accettai l'offerta del Marsiglia, sapevo che potevo vincere qualcosa. - dichiarerà - Non dimenticherò mai quella vittoria".

Chiusa la parentesi francese con 28 reti in 73 gare, Völler dopo i Mondiali del 1994 è pronto ad un nuovo cambio di casacca.

IL RITORNO IN GERMANIA E IL RITIRO

La destinazione del centravanti di Hanau è il Bayer Leverkusen, con cui chiuderà la carriera nel 1996 a 36 anni compiuti.

"Avevo proposte dalla Francia e dall'Italia. - rivela a Sky Deutschland - Ma io volevo tornare in Germania. Sapevo che la mia carriera non sarebbe durata in eterno. Quando il manager del Bayer Leverkusen venne a cercarmi a Marsiglia e fu insistente, non avevo dubbi che sarei andato a giocare da loro. Le Aspirine erano una bella squadra: ci giocavano Kirsten, Schuster e Thom, solo per citarne alcuni".

La corte di Reiner Calmund ha successo e nell'agosto del 1994 Völler è accolto con un bagno di folla allo Stadio Haberland. Va subito in goal al suo debutto contro l'Eintracht Francoforte e con i capelli che diventano ormai grigi sono sempre di più quelli che lo chiamano 'Tante Kathe', ovvero 'Zia Kathy', nomignolo affibbiatogli per primo dal connazionale Thomas Berthold che, come Rudi, proveniva dalla zona di Francoforte, dove le vecchie signore erano solite portare i capelli grigi acconciati in una permanente.

In due stagioni a Leverkusen Völler segna altri 31 goal, prima di abbandonare il calcio giocato dopo una sorta di spareggio salvezza vinto contro il Kaiserlsautern.

"Avevo 36 anni e mi faceva male tutto. Ma dovevo giocare perché c'erano molti infortunati e rischiavamo di retrocedere. Quella partita era più importante di una Champions League e andò bene per noi. Al fischio finale abbracciai Brehme, vederlo così abbattuto mi faceva male".

Rudi Voller Marseille Milan 1993Getty

ALLENATORE E DIRIGENTE

Subito dopo essersi ritirato, Völler diventa il D.s. del Bayer Leverkusen, e quando il club ne ha bisogno siede in panchina senza avere ancora il patentino da allenatore. Nel luglio del 2000 è ingaggiato dalla Federazione tedesca come nuovo C.t. dopo il flop della Germania ad Euro 2000, e quasi per caso si ritrova a guidare la squadra ai Mondiali del 2002, perché il nuovo Commissario tecnico designato, Christoph Daum, rinuncia per problemi con la droga. 

Guida la squadra fino alla finale, persa poi contro il Brasile dei fenomeni Ronaldo e Ronaldinho, ma riesce ad ottenere il massimo dalla squadra oltre al consueto affetto dei suoi tifosi. Resta alla guida dei teutonici fino ad Euro 2004, dopo che la Federazione gli rinnova il contratto, ma il pessimo risultato della Germania, eliminata al Primo turno, porta all'addio alla panchina della Nazionale.

L'ex centravanti accetta quindi l'offerta della Roma, che gli chiede aiuto dopo le improvvise dimissioni di Prandelli. Ma l'avventura da tecnico con la Lupa è molto breve: il tedesco non riesce a incidere sulla squadra, particolarmente tumultuoso è il suo rapporto con Antonio Cassano e il 26 settembre 2004, dopo appena 4 partite, Völler dà le dimissioni da tecnico giallorosso.

Rudi Voller Bayer Leverkusen Lazio Rom Champions League 08182015Getty

Tornato al Bayer Leverkusen, fa nuovamente il Direttore sportivo, salvo accettare per l'ultima volta la panchina ad interim nel corso del 2005. Dal 1° luglio del 2018 ricopre la carica di Direttore esecutivo del Bayer Leverkusen. 

Nel suo cuore, Roma ha sempre un posto di primo piano. Völler, 'Il tedesco volante', occupa ancora oggi il 13° posto fra i bomber all-time dei giallorossi e il 3° fra gli stranieri dietro Edin Dzeko e Abel Balbo. Nel 2014 è stato introdotto nella Hall of Fame del club capitolino.

"Non mi definisco mezzo italiano - ha dichiarato lui nell'agosto 2020 a 'La Gazzetta dello Sport' - ma mezzo romano. I cinque anni di Roma sono stati tra i più belli della mia carriera da calciatore e quando la Curva Sud mi dedicò quella canzone per me fu una cosa incredibile".

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