Pinsoglio RonaldoGetty/GOAL

Pugni a Pinsoglio: dall'incubo di Livorno agli Scudetti con la Juventus

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Nato a Moncalieri, quinto comune del Piemonte per numero di residenti, Carlo Pinsoglio fin da piccolo è cresciuto a pane e Juventus. Una lunga trafila nelle giovanili bianconere, culminata nella conquista di una Supercoppa Primavera nel 2007 e di due edizioni del Torneo di Viareggio 2009 e 2010.

Personalità marcata e potenzialità cristalline. Su questo doppio binario, infatti, l'estremo difensore torinese ha costruito i presupposti di una grande carriera. Che così, per svariati motivi, non è stata. Nonostante l'attualità parli di un ruolo chiave all'interno dello spogliatoio bianconero, seppur da terzo portiere.

Insomma, gradualmente si può prendere coscienza del proprio peso specifico. Ecco perché, dopo aver tentato la carriera da "solista", Pinsoglio ha deciso di fare un passo indietro in termini di ambizione pur di ritrovare la tanto agognata serenità. Persa, soprattutto, a Livorno. 

Già, proprio in Toscana, in uno dei tanti prestiti che sarebbe dovuto funzionare da gavetta. Quell'esperienza, invece, per Carlo si è rivelata delle più fallimentari: tra diversi errori individuali, una retrocessione e, soprattutto, un'aggressione che ha lasciato i segni. Nel vero senso del termine.

Il calcio viaggia a una velocità supersonica, ma certi ricordi restano indelebili. Nel bene e nel male. Basti pensare alla stagione 2015-2016, con i toscani a salutare la Serie B dopo il 2-2 interno con il Lanciano, caratterizzato da un'uscita a vuoto di Pinsoglio, subentrato nella ripresa.

Una goccia che fece traboccare (violentemente) il vaso, scatenando la follia di alcuni delinquenti. Storia: mentre stava salendo in macchina con i suoi genitori, Pinsoglio venne colpito con un pugno all'occhio, finendo all'ospedale "Cisanello" con annessi 3 giorni di prognosi.

Un incubo commentato così, ai tempi, dal diretto interessato:

"Mentre mi sono fatto avanti per prendermi tutte le offese e coprire mamma e papà, qualcuno mi ha preso alle spalle e mi ha sferrato un pugno in faccia. Mia madre si è messa a piangere, terrorizzata, e io non ho potuto neanche difendermi. Siamo saliti in auto e ci siamo subiti precipitati verso il pronto soccorso".

Nel corso degli anni, tuttavia, Pinsoglio ha saputo ritrovare autostima e tranquillità. Accettando, così, di ritornare alla Juve. Vuoi forte dello status di prodotto del vivaio, chiave di lettura fondamentale per le liste. Vuoi perché il torinese conosce alla perfezione il mondo zebrato e, seppur con sfumature differenti, anche in prima squadra può dire la sua: specialmente presso le stanze segrete. 

Non a caso, il 23 bianconero è l'anima sorridente del gruppo. Tutti, ma proprio tutti, lo apprezzano o lo hanno apprezzato. Dalla società, ai senatori, passando per Cristiano Ronaldo. In estrema sintesi, di Carlo c'è bisogno.

A 33 anni, dunque, con tre Scudetti in tasca, per Pinsoglio è arrivato il rinnovo fino al 2025. Il futuro, insomma, sarà ancora a forti tinte bianconere.

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