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Rafinha Miralem Pjanic Inter Juventus 2018Getty

Pjanic ricorda Inter-Juve del 2018: “Basta, la prima ammonizione era sbagliata”

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E’ stato per quasi dieci anni uno dei grandi protagonisti della Serie A, un giocatore che ha fatto la differenza tanto con la maglia della Roma, quanto con quella della Juventus. Miralem Pjanic oggi milita nel Besiktas, squadra nella quale è approdato in prestito dal Barcellona a settembre, ma non ha dimenticato l’Italia.

In un’intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha infatti ammesso che la voglia di tornare a giocare nel campionato italiano è tanta.

“Mi manca, sinceramente. Io tornerei molto volentieri. Per farvi capire, l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale mi ha colpito, come se fossi italiano anche io”.

La scorsa estate si è parlato anche di un possibile ritorno alla Juventus.

“Due contatti ci sono stati, poi non abbiamo definito nulla e non per una questione economica. Per me non era una questione di soldi, anche ora vorrei essere importante in un progetto e vincere lo scudetto. Ho fame, esperienza, quasi 700 partite: penso di poter aspirare a obiettivi alti, no?”.

Pjanic ha giocato per anni ad altissimi livelli in Serie A, ma quando si parla di lui in molti ricordano una mancata espulsione in un Inter-Juventus decisivo per la corsa Scudetto del 2018, che fece e fa ancora oggi molto discutere.

“Mi viene da dire basta, parliamo d’altro. In quell’azione, io sono saltato così, non volevo di sicuro fare male. Certo, so che potevo prendere il secondo giallo, ma secondo me la prima ammonizione era stata sbagliata. Anni dopo, mi piacerebbe che si ricordasse la nostra grande rimonta, non una decisione di Orsato”.

Il centrocampista bosniaco ha commentato la decisione della Juventus di separarsi da Dybala al termine della stagione.

“Ho scritto subito a Paulo quando l’ho saputo, perché per me è un amico, mi è sempre piaciuto giocare con lui. Gli ho scritto che è un grande campione e lui ha risposto “grazie, fratello, ti voglio bene”. Credo di capire come si senta, lui non si è mai tirato indietro anche se stava male, non ha mai scelto di non giocare per salvaguardare se stesso. Però capisco anche la società, che è stata molto chiara. Credo abbia scelto un progetto diverso, con calciatori più adatti a quell’idea”.
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