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Pires a Goal su Euro 2000: "L'Italia era avanti 1-0, non ci credevo più"

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La grande favorita per la vittoria degli Europei itineranti è la Francia di Deschamps. Una squadra da urlo, Campione del mondo in carica, che potrà contare anche sul redivivo Karim Benzema. Nel mirino il doppio torneo di seguito, come successo con i transalpini tra il 1998 e il 2000.

Di quella squadra faceva parte Robert Pires, uno dei migliori giocatori francesi tra anni '90 e 2000, capace di vincere tutto con la Nazionale, per poi fare la storia anche in maglia Arsenal. Intervistato da Goal, l'ex giocatore di Gunners e Villarreal è tornato indietro nel tempo per parlare proprio di quei vecchi successi.

Dopo la vittoria nel 1998, Pires e compagni erano consapevoli di poter vincere anche a Euro 2000:

"L'ambizione per noi era quella di realizzare la doppietta Mondiali-Europei. Siamo arrivati ​​a quel torneo abbastanza fiduciosi e certi della nostra forza per quello che avevamo fatto proprio due anni prima in casa quando siamo stati incoronati campioni del mondo. Eravamo in ottime condizioni, a tutti i livelli. Psicologico, fisico, mentale... Eravamo molto forti".

La motivazione non è mai venuta meno:

"No, non c'era da preoccuparsi, e non si tratta di arroganza. Quando hai giocatori di alto calibro che sono abituati a giocare ai massimi livelli, come Deschamps, Blanc e Desailly... Questi giocatori hanno la cultura di voler vincere tutto… Ci hanno fatto capire che ai Mondiali avevamo fatto la cosa giusta, ma che era era un'altra competizione, con un calcio diverso, ma anche che era assolutamente necessario vincere".

Pires accettò di essere una riserva:

Non fu complicato. Per niente. Stiamo parlando della squadra francese. E l'ho sempre detto, c'è una gerarchia e va rispettata. Ci sono dei principi. Quando hai una discussione con il tuo allenatore, è chiara, nitida e va al punto. Mi ha detto: "Non stai giocando, ma conto molto su di te". La cosa più importante in una squadra è la comunicazione".

Robert Pires FranceGetty Images

La Francia ebbe la meglio sull'Italia, pareggiando al minuto 86 per poi vincere:

"Sinceramente non ci credevo, onestamente. L'ho già detto. Ti mentirò se ti dico il contrario. L'unico che ci credeva era Didier Deschamps. Non c'era più tempo. Inoltre, davanti c'era l'Italia. Di solito, quando vincono 1-0, è finita. Sull'1-1 è cambiato tutto Dal momento in cui Sylvain Wiltord ha pareggiato, per loro è finita. Sapevamo che saremmo stati campioni. Tutto si è capovolto: la fiducia è tornata, e c'è stato anche lo sconforto degli italiani. Erano cotti e crollati. Stavamo solo aspettando di tornare al top e dare loro il colpo fatale. Ed è quello che abbiamo fatto con David Trézeguet".

Pires non dimenticò mai cosa gli disse Desailly:

"Non era gentile con i giovani. Con gli occhi neri e molto seriamente mi ha detto "adesso vedremo di cosa sei capace". Ero un po' punto nel mio orgoglio. Forse ha acceso qualcosa in me. Sono riuscito a dribblare Cannavaro e fare tunnel a Nesta. Trezeguet ha finito il lavoro. Quell'assist è stato il punto più alto con la Francia? Sì, mi rende felice quando incontro i tifosi francesi e mi ringraziano".

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