Il Lione chiama, la Juventus non può sbagliare. Concetto chiaro, inequivocabile, che non offre altre chiavi di lettura. Ecco perché, quindi, la Signora è chiamata a proporre una prova convincente. Missione qualificazione, missione fare la voce grossa in Champions League. Alla ricerca di un sogno, difficile, ma non impossibile.
Asticella alta, altissima. Nulla di anormale, considerando come Madama annoveri tra le sua fila un certo Cristiano Ronaldo. Uno che, divertendosi a giganteggiare, in carriera s'è imposto per ben cinque volte nell'Europa che conta: una con il Manchester United, in quattro circostanze con il Real Madrid.
Ora, l'obiettivo degli obiettivi, ovvero riportare a Torino un trofeo che manca da 24 anni. Questione di appeal, ma anche di immagine. Andare oltre di pensiero, mantenendo i piedi ben piantati al suolo. Perché la Juve vista in stagione, pur con uno scudetto in più, ha palesato evidenti limiti strutturali. Né da drammatizzare né da sottovalutare.
GettyDi certo, però, non avere la meglio sul Lione assomiglierebbe tanto a un (grande) fallimento. Uno scenario che, se dovesse accadere, metterebbe in dubbio l'intero progetto bianconero. Con un'aggravante: l'investimento effettuato per portare Cristiano Ronaldo in Italia.
Certo, l'approdo di CR7 sotto la Mole ha consentito una crescita a tutto tondo, ma l'aspetto sportivo resta primario. E, dopo l'eliminazione ai quarti della passata edizione della Champions, bissare - perlopiù agli ottavi - testimonierebbe automaticamente come l'attuale rosa non sia all'altezza del fuoriclasse portoghese.
Pensieri, al momento, lontani. Ribaltare la sfida del 'Parc OL', considerando il peso specifico della Juve, dovrebbe rappresentare la più pura prassi. Eppure, a maggior ragione considerando le ultime prestazioni proposte da Madama, la sensazione è che di scontato non ci sia nulla.
Getty"Ho visto il Lione e mi ha colpito il fatto che stiano molto bene fisicamente e lo hanno dimostrato anche nei tempi supplementari contro il PSG. Troppe reti subite? Il problema del goal si è manifestato dopo il lockdown, è un aspetto sul quale dobbiamo riflettere e migliorare. Abbiamo sei giorni di tempo per farlo perché, se venerdì prendi goal, tutto si complicherebbe in maniera pesante".
E per evitare che tutto si complichi in maniera pesante, quindi, Maurizio Sarri è chiamato a trovare pressoché la prestazione perfetta. Che, inoltre, non farebbe male - tutt'altro - anche a livelli di conti. D'altro canto, si sa, fare più strada possibile in Champions League è sempre cosa buona e giusta. Soprattutto in un calcio impattato, inevitabilmente, dal coronavirus.




