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Italia2004OlimpiadiGetty

Olimpiadi 2004, l'ultima medaglia dell'Italia: con Pirlo, De Rossi e Chiellini

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Quando si parla di sport, l'Italia è famosa nel mondo soprattutto per uno, il calcio. Le vittorie in Champions League, la Nazionale ai Mondiali, la Serie A, hanno plasmato l'immagine di potenza assoluta del pallone. A livello complessivo, nel torneo sportivo più importante di tutti, però, il colore verde, bianco e rosso insieme, in quest'ordine, fa rima con altro. Col ciclismo, la scherma, l'atletica, il cannottaggio. Medaglie alle Olimpiadi? Tre, le stesse ottenute nel taekwondo. Ultima delle quali nel 2004.

Non hanno un bel rapporto, Italia maschile e Olimpiadi. Come non lo ha quella femminile, nata decisamente però con più ritardo. La Nazionale azzurra ha partecipato sotto i cinque cerchi per diverse edizioni, ma dal 2008 non è più riuscita a qualificarsi, segno di un movimento giovanile di grande speranza ma nel concreto lontano anni luce dai nuovi baby dittatori, in primis la Spagna. A Pechino i quarti, quattro anni prima il bronzo.

E' Atene, è lo sport che torna a casa, nel collegamento tra vecchi e nuovi giochi olimpici. L'Italia si presenta ai nastri di partenza allenata da Claudio Gentile, Campione del Mondo 1982 diventato un tutt'uno con i giovani azzurri dal 2000. Berlino è lontana due anni, la finale 1994 vecchia di dieci. E' la Nazionale di mezzo, una squadra normale nel grande standard azzurro, che rivelerà però alcuni campionissimi, in seguito eroi del Mondiale e simboli assoluti del movimento italiano anni 2000.

Tra i convocati per Atene 2004 ci sono anche veri e propri fuoriclasse del ruolo. Studiano per diventarlo, si dice un gran bene di loro, c'è fiducia visti i numeri mostrati, la sfrontatezza nonostante una faccia priva di rughe e barba. I ventenni sono glabri, niente barba, niente tatuaggi, niente social. E' un altro mondo: diverso, semplicemente. Non possiamo affermare se migliore o peggiore. Semplicemente soggettivo.

Italia Olimpiadi 2004Getty

C'è un 19enne pisano cresciuto a Livorno, che si è messo in mostra proprio con il team toscano. Era nelle mani della Roma, ma è stato acquistato dalla Juventus, pronta a girarlo alla Fiorentina. Al ritorno in bianconero nel 2005 non se ne andrà più. Giorgio Chiellini giocherà solamente due gare e pochi minuti da subentrato nel finale in quell'Olimpiade, ma custodirà gelosemente il suo primo alloro, per molti il più importante di tutti: la medaglia, seppur di bronzo.

Ha 25 anni ed è negli anni migliori della sua carriera invece quel cervello di centrocampo, recordman di presenze con l'Under 21, a dir poco imprescindibile per la Nazionale azzurra alle Olimpiadi. E' il dieci, ha completato tre stagioni al Milan, gioca con i grandissimi, ma ormai è anche lui un grandissimo. La Champions 2003 in tasca, gli avversari messi nel taschino e in porta con il compasso. Andrea Pirloè il giocatore con più pressione all'Olimpiade 2004, il fuori quota, esperto, fuoriclasse. Il quadro di quell'Italia.

Vola ad Atene dopo aver compiuto 21 anni e la prima stagione in Serie A con una parvenza di giocatore importante. Nelle prime due annate ha giocato undici gare totali nelle varie competizioni, ora è a 27. Non ha ancora sviluppato l'inserimento in zona realizzativa, ma morde le gambe, mostra sette polmoni, i denti di chi ha grinta e sogna da figlio di Roma, della Roma, per la Roma. Lo Scudetto capelliano l'ha visto da vicino, ma non è stato protagonista. Sogna di essere il nuovo idolo, diventa amico di Totti, si costruisce una carriera. Daniele De Rossi a Volos, in quell'Olimpiade, segnerà una delle tre reti contro il Giappone.

Chiellini non ci sarà al Mondiale 2006, a differenza dei Campioni del Mondo De Rossi e Pirlo. Da quella giovine Italia, pronta alla morte, anche il bomber che a Parma ha fatto dimenticare i grandi stranieri di qualche anno prima. Un italiano che segna in gialloblù, destinato al Milan e alla Fiorentina, ma mai così letale come al Tardini. Alle Olimpiadi segnerà quattro reti, due delle quali nel già citato match contro il Giappone (3-2, nipponici a terra), aggiungendole a quelle di De Rossi, Bovo e Pinzi. Alberto Gilardino, faccia d'angelo e istinto da killer.

Italia Olimpiadi 2004

Non giocherà mai al all'Olimpiade 2004 o al Mondiale 2006, ma farà collezione di medaglie. Dopo il bronzo greco, l'oro tedesco. Inseguirà Grosso dopo la rete di Berlino alla pari di Peruzzi, festeggiando insieme al compagno di guantoni Buffon. Marco Amelia aveva 22 anni, Under 23 come prevede il regolamento olimpico (più qualche fuoriquota per gradire), vice di Ivan Pelizzoli, lui sì titolare di Gentile, che non potrà niente contro il fenomenale Tevez e i suoi allegri compañeros argentini in semifinale.

L'Italia 2004 è giovane, affamata, unita. Il tempo è passato per tutti, più o meno ad alti livelli. Nessuno di loro gioca più nella massima serie e in generale da professionista, il calcio ha portato prime pagine per molti di loro, ma anche chi non ha avuto i riflettori puntati per un decennio ha saputo costruirsi la sua carriera. Chiedere a Simone Del Nero, che con la Lazio ha giocato anche in Europa, o ad Andrea Gasbarroni, idolo dalla A alla Serie D. Ora entrambi continuano tra i dilettanti, a quasi quarant'anni.

Ha la stessa età anche quel centrale di Fiesole, anch'esso Campione del Mondo nel 2006 e bronzo due anni prima. Ha fatto la gavetta, cinque anni nelle serie inferiori prima del Chievo in Serie A, dove guadagnerà le Olimpiadi e la chiamata a Palermo. Poi sarà Wolfsburg, poi sarà Juventus, con una serie incredibile di Scudetti vinti insieme a Chiellini, conosciuto proprio nella Nazionale Under 21, tra Olimpiadi e medaglie. Come dimenticarsi di Andrea Barzagli? Impossibile, se non sacrilego.

La lista è lunga, sono 18 i giocatori che ricevono il bronzo in quell'ultima Olimpiade soddisfacente per la Nazionale azzurra olimpica. Ognuno ha la propria storia di Champions vinte, di esultanze assurde, di trasferimenti americani, di fasce da capitano indossate in giro per l'Italia e polemiche da cui destreggiarsi. In ordine alfabetico, i mancanti, che hanno preso parte alla storia di quel 2004 e degli anni successivi: Bonera, Bovo, Donadel, Ferrari, Mesto, Moretti, Palombo, Pinzi, Sculli. Vi sembra poco?

Pareggiano con il Ghana, battono il Giappone, escono sconfitti contro il Paraguay d'argento. Superano il Mali ai quarti, devono fare i conti con il tris al passivo contro l'Argentina, Gilardino segna all'Iraq portando il bronzo all'Italia, una delle trentadue medaglie azzurre del 2004. Un tempo che sembra lontanissimo, sospeso tra ragazzi diventati uomini. E in molti casi, leggende.

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