GOALDi brutti infortuni nel calcio ne abbiamo visti parecchi. Infortuni gravi, infortuni shock, di quelli da mettersi le mani davanti agli occhi quando rivedi le immagini. Infortuni che hanno segnato un'epoca o una carriera, come quelli di Ronaldo all'Inter, di Del Piero a Udine o di Giuseppe Rossi con la Fiorentina. Ma l'infortunio di Mimmo Giampà... beh, quello è un'altra cosa.
È il 24 ottobre 2004 e il Messina, che a quei tempi era un po' quello che oggi è il Sassuolo, ospita il Lecce al San Filippo per la settima giornata di campionato. I siciliani hanno iniziato il campionato alla grande con 11 punti nelle prime sei giornate e una sola sconfitta contro la Juventus. Tra i protagonisti assoluti di quella super partenza c'è Mimmo Giampà. a segno sia nella vittoria per 4-3 sulla Roma che in quella storica per 2-1 a San Siro contro il Milan.
Giampà è un vero idolo a Messina, uno di quelli che giocano in qualsiasi zona del campo e riescono sempre a fare la differenza. Uno di quei giocatori anni '90 che non ne fanno più così. Lui e Sasà Sullo (un altro con una storia da raccontare) sono i simboli popolari di quel Messina capace di stupire tutti tra Serie B e Serie A, giocando semplicemente a pallone, in un mondo fortunatamente ancora privo di Tik Tok e Instagram.
Ma quella partita col Lecce ha qualcosa che non va sin dal calcio d'inizio. Il Messina non gira ed è sotto clamorosamente 3-1 alla fine del primo tempo. Giampà prova subito a suonare la carica ad inizio ripresa con la sua consueta instancabile corsa sulla fascia. Scatta veloce, punta Rullo, arriva sul fondo ma il campo finisce, troppo presto. Giampà va a sbattere contro i cartelloni pubblicitari e si rialza subito. Vuole tornare immediatamente in campo a lottare, nonostante abbia un taglio profondo 40 centimetri sulla coscia sinistra.
Sicignano, il portiere del Lecce, si rende conto che la situazione è più grave di quanto si possa pensare. Tiene fermò Giampà, lo fa stendere e gli impedisce di guardare la terribile ferita che si è procurato per evitare attacchi di panico o svenimenti. "Un taglio alla coscia, niente di grave", dicono in telecronaca. Non c'è la percezione immediata di quello che è successo. Non c'è la percezione immediata che Giampà sta rischiando la vita.
"Sicignano mi ha messo le mani sugli occhi per non farmi guardare la ferita ma le espressioni sconvolte dei miei compagni confermavano la mia impressione. E' stato tutto terribile".
Giampà viene trasportato in ospedale ed operato d'urgenza. La lamiera del cartellone pubblicitario per poco non gli perforava l'arteria femorale e alcuni frammenti gli si sono conficcati dentro la coscia. I medici gli applicano 147 punti di sutura, ma lui in testa ha solo un pensiero: tornare in campo con il suo Messina.
"In sala operatoria continuavo a chiedere ai medici se sarei potuto tornare a giocare. Il calcio è il grande amore della mia vita, se mi togliessero questa possibilità sarebbe una tragedia. Ma mi hanno garantito che non sarebbe accaduto".
Giampà ci mette soli due mesi a recuperare da quello che si può tranquillamente definire come l'infortunio peggiore del calcio italiano. Già soltanto per quella che è stata la dinamica, sulla quale il Messina ha voluto vederci chiaro. "Ci spiegassero la presenza di quella pericolosissima lama affilata sul margine esterno sinistro del cartellone", le parole del presidente Pietro Franza.
Ne scaturisce un'inchiesta, con tanto di azioni legali e una richiesta di risarcimento da parte dello stesso Giampà all'azienda produttrice di tabelloni pubblicitari. Ma la cosa più importante di questa storia è che Mimmo torna in campo il 6 gennaio 2005 contro il Cagliari, a meno di tre mesi di distanza dal suo infortunio horror. E che due settimane dopo torna pure al goal nella trasferta di Livorno.
GoalIn otto partite senza Giampà il Messina aveva raccolto soltanto un successo, ma con il suo ritorno i siciliani ritrovano il leader che gli mancava, quello che si rialza subito in piedi con una gamba squarciata. La classifica finale della Serie A 2004-2005 recita 7° posto finale per il Messina. Un piccolo grande miracolo in riva allo Stretto.
Quel maledetto cartellone poteva rovinargli la vita e la carriera, ma alla fine in quella stagione i punti di Giampà saranno 197: 147 sulla coscia e 48 in Serie A, record assoluto nella storia del Messina che non è valso la qualificazione in Europa soltanto per la vittoria in Coppa Italia della Roma. Il Giampà calciatore lascerà Messina nel 2006, ma la ritroverà da allenatore proprio a inizio 2021, sedendosi sulla panchina del Città di Sant'Agata in Serie D.
E non può essere un caso se il 14 febbraio dello stesso anno, nel giorno di San Valentino, ha affrontato proprio il suo Messina. Del resto è dove ha lasciato il cuore. E non solo quello...
