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Matic MourinhoGetty Images

Matic alla Roma, esperienza e qualità al potere: perché Mourinho lo adora

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Basta un dato, rivelato da Opta, per spiegare come mai la Roma abbia deciso di puntare forte su Nemanja Matic, arrivato a parametro zero per un annp: il centrocampista serbo è il secondo fedelissimo di José Mourinho per numero di presenze sotto la guida del portoghese (118), dietro soltanto a Frank Lampard, primatista con 140.

È una statistica che spiega molte cose. Spiega, ad esempio, il rapporto forte e costante che intercorre tra Matic e Mourinho. Giocatore e allenatore si sono incontrati per la prima volta al Chelsea. E hanno vinto. Quindi, appena José è stato messo sotto contratto al Manchester United, non ha esitato a formulare una richiesta ben precisa alla propria dirigenza: prendetemi Nemanja e conquisteremo il mondo. Non è andata esattamente così, ma comunque quello United, quello del 2017/18, si è saziato in maniera discreta con coppe nazionali e internazionali.

Dopo la prima amichevole estiva del 2017 contro la Sampdoria, vinta per 2-1 dai Red Devils, Mourinho non si era fatto troppi problemi nell'elogiare Matic e, di riflesso, coloro che l'avevano strappato al Chelsea.

"Ha bisogno di tempo, ma ha esperienza, intelligenza. Per il modo in cui pensa calcio, è un genio".

Non un ottimo giocatore. Non un grande giocatore. Non un campione. Un genio. Titolo riservato ai più grandi, agli Zidane, ai Messi, a quelli che ti fanno rimanere imbambolati perché sono l'essenza stessa della bellezza applicata al pallone. Matic non è Zizou e non è Leo, ci mancherebbe. Però sembra proprio essere stato vitale per tanti allenatori, se è vero che, dopo averlo perso in direzione Manchester, Antonio Conte aveva detto stizzito che proprio il serbo era stato "la chiave della nostra vittoria della Premier League".

Matic MourinhoGetty

Poi, ovvio, la carta d'identità è un pochino più ingiallita rispetto ad allora. Gli anni diventeranno 34 il 1° di agosto ed è anche per questo che il Manchester United ha deciso di non rinnovargli il contratto in scadenza. Nell'ultima stagione Matic è sceso in campo 23 volte in Premier League, per un totale di poco meno di 1400 minuti. In linea con le ultime stagioni, non certo con le annate d'oro.

Però Mourinho ha intenzione di spremere dal piede sinistro di Matic le ultime gocce della sua sapienza tattica. Anche perché il mancino sembra proprio fare al caso della zona nevralgica giallorossa, proprio come il sogno Granit Xhaka un anno fa: un metronomo che detti i ritmi del gioco, che pensi con e senza palla, che tranquillizzi i compagni, che porti ordine nelle fasi più frenetiche delle partite, che sappia andare corto o lungo a seconda delle esigenze.

Quel che è a ben vedere è mancato nelle sfide decisive della Conference League, nonostante il trionfo finale contro il Feyenoord. Sia nella semifinale di ritorno contro il Leicester che nella finale di Tirana, la Roma è andata all'intervallo in vantaggio per 1-0. Ma nei due secondi tempi ha sofferto proprio per un'evidentissima incapacità di ripartire, di organizzare un gioco di rimessa, di tenere il pallone nei piedi giusti e con i tempi giusti, tenendolo fuori dalla portata degli avversari. L'autobus di Mourinho è stata una necessità proprio per questo motivo, non tanto una scelta voluta.

Matic alla Roma è esperienza e mentalità vincente al potere per un club e una squadra che, giocoforza, dovranno alzare ulteriormente l'asticella delle ambizioni. A partire dalla competizione europea che li aspetta: l'Europa League, non più la Conference League. Recentemente Mou ha detto di lui: "Tutti sanno qual è il nostro rapporto, è un giocatore fantastico". Che i giallorossi si siano mossi più concretamente delle altre, dunque, non è una sorpresa. Per nulla.

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