Non era più il campionissimo in grado con un paio di accelerazioni di spezzare in due le partite, che aveva fatto innamorare i tifosi di PSV Eindhoven, Barcellona, Inter e in parte del Real Madrid. Gli infortuni alle ginocchia ne avevano limato l'integrità fisica, e il resto lo avevano fatto i problemi alla tiroide, che lo avevano portato ad un aumento considerevole di peso.
Ronaldo Luiz Nazario da Lima aveva giocato la sua ultima gara in Nazionale il 1° luglio 2006: si trattava del quarto di finale dei Mondiali in Germania, che vide il Brasile soccombere 1-0 contro quella Francia che poi sarebbe stata sconfitta in finale dall'Italia di Lippi. E si era già di fatto ritirato, visto che a febbraio aveva dato l'addio al suo ultimo club, il Corinthians, con cui giocava dal 2009.
"Ho dedicato tutta la mia vita al calcio, facendo sacrifici inimmaginabili, ma oggi sono qui per annunciare quello che già tutti sapete. Ho deciso di ritirarmi, - aveva dichiarato in conferenza stampa - perché i numerosi infortuni patiti durante la carriera, e soprattutto negli ultimi due anni, mi impediscono di continuare. Mi dispiace non aver potuto aiutare il Corinthians a causa degli infortuni".
"Io grasso? Soffro di ipotiroidismo. Ringrazio tutti i club per cui ho giocato, resteranno nel mio cuore. ll calcio mi ha dato tutto. Ho vissuto momenti splendidi, meravigliosi, con grandi vittorie e dolorose sconfitte. Sono stati anni di successi, gioie, sacrifici e anche delusioni, ma ho costruito tante amicizie e conosciuto persone indimenticabili che resteranno per sempre nel mio cuore, come tutti i tifosi che mi hanno sempre amato".
La CBF, la Federcalcio brasiliana, vuole però concedere un'ultima importante passerella al recordman di goal nella Seleçao ai Mondiali (15 goal) e organizza per lui un'amichevole ad hoc il 7 giugno 2011 per fargli rendere il giusto tributo da parte dei tifosi brasiliani.
Getty ImagesRonaldo accetta di buon grado e prova a farsi trovare pronto all'evento, che vedrà il Brasile affrontare la Romania nel piccolo Stadio Pacaembu di San Paolo. 'Il Fenomeno' si sottopone ad una dieta ferrea e segue un rigido programma di allenamento, per non sfigurare troppo accanto alle nuove stelle verdeoro come Robinho e Neymar ed essere in grado di giocare almeno una manciata di minuti.
Il Ct. del Brasile è Mano Menezes, che proprio al termine di quella gara comunicherà la lista dei convocati della Seleçao per la Copa America in programma in Argentina. L'inverno è vicino e il 7 giugno il clima a San Paolo è molto rigido. Nelle settimane che precedono la partita Ronaldo intensifica la preparazione e si allena con i suoi compagni di squadra Robinho, Neymar, Lucio e Maicon, stando ben attento a non farsi male.
"Dopo la prima partitella con loro, - rivelerà - il mio corpo era ridotto assai male. Ho chiesto al dottore della Nazionale di farmi una bella iniezione di antidolorifico, non importa se finisco nel doping, di fatto sono già un pensionato".
Si arriva così al grande giorno. Allo Stadio Pacaembu sono accorsi 35.000 tifosi appositamente per dare il loro ultimo saluto al campione, e questi ultimi iniziano a scaldarsi già quando 'Il Fenomeno' inizia a riscaldarsi nel campetto coperto da Calcio a 5 dello Stadio Pacaembu.
Come da copione entrerà a gara in corso per disputare il quarto d'ora finale del primo tempo. La Romania non ha grandi motivazioni e si vede, mentre Fred al 21' porta in vantaggio la Seleçao: 1-0. Proprio l'attaccante del Fluminense, beccato dai fischi del pubblico di casa, è sacrificato al 30' quando viene richiamato in panchina per dar spazio all'ex centravanti dell'Inter.
L'ingresso in campo avviene sotto un'autentica acclamazione dei tifosi. Ronaldo, con il numero 9 sulla maglia, si sistema al centro dell'attacco del Brasile alla ricerca di quello che sarebbe il suo 63° goal con la maglia verdeoro. L'occasione più ghiotta gli capita al 38': Neymar premia dalla destra il suo inserimento centrale, ma 'Il Fenomeno' calcia addosso al portiere da buona posizione.
Pochi minuti dopo, al 40', riceve palla a centro area dopo una bella triangolazione fra lo stesso Neymar e Robinho, apre troppo il destro e spara lontanissimo dai pali di Tatarusanu. Tanti sorrisi, misti alla delusione per le occasioni mancate che non gli hanno consentito di chiudere la partita di addio con un goal. Allo scadere del primo tempo i suoi figli Ronald ed Alexandre entrano in campo e assieme a loro 'Il Fenomeno' fa il giro del campo salutando tutti i tifosi.
Poi una piccola cerimonia al centro del campo e Ronaldo, commosso per l'affetto ricevuto, prende la parola.
"Scusatemi se non ce l’ho fatta a mettere dentro quella palla, a volte succede. - dice ai 35mila del Pacaembu - Se avessi segnato sarebbe stata sola una piccola ricompensa per quello che tutti voi avete fatto per me in tutti questi anni. Avete riso quando ridevo, pianto quando piangevo, siete stati sempre vicini a me, voglio restituirvi tutto l’amore che mi avete dato durante la mia carriera".
Sul volto del brasiliano scende anche una mezza lacrimuccia, prima di salutare uno per uno i suoi compagni di squadra ed imboccare nuovamente il tunnel degli spogliatoi.
In quel momento finisce la carriera di uno dei più grandi campioni della storia del Brasile: 98 presenze e 62 goal, che lo rendono ancora oggi il 3° goleador di sempre della Seleçao dietro a Pelé e a Neymar. Ronaldo chiude con la Seleçao dopo aver vinto 2 Mondiali, 2 Coppe America e una Confederations Cup. Proprio O' Ney, che quando giocò con 'Il Fenomeno' aveva soltanto 19 anni, sembra oggi destinato a raccoglierne l'eredità, benché abbia finora mancato l'appuntamento con la gloria nelle edizioni 2014 e 2018 dei Mondiali.