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Pavel Nedved Icke Hässler Tschechien DeutschlandGetty Images

L'esplosione di Nedved: il goal all'Italia e gli Europei da urlo con la Repubblica Ceca

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Pavel Nedved fu agli Europei del 1996 per l'Italia di Arrigo Sacchi ciò che gli elefanti di Pirro furono nel 280 a.c. per l'esercito romano. Soprattutto grazie alla grande prova del suo centrocampista, futura stella di Lazio e Juventus ma fino a quel momento poco conosciuto, infatti, la Repubblica Ceca del Ct. Dusan Uhrin superò a sorpresa gli azzurri nel 2° turno del Gruppo 3.

I 3 punti regalarono alla sua squadra concrete possibilità di qualificazione dopo il k.o. all'esordio con la Germania e presentandosi in grande stile al calcio italiano, del quale, nel giro di pochi mesi, sarebbe diventato una delle stelle.

Era la prima volta in assoluto che la Repubblica Ceca partecipava ad una fase finale di un grande torneo internazionale dalla scissione della Cecoslovacchia in due Stati nel 1993 e in quel gruppo si creò anche per questo un forte spirito identitario. La squadra di Uhrin si era qualificata alla fase finale vincendo, impresa non semplice, il Gruppo 5 davanti a Olanda e Norvegia, due Nazionali protagoniste dei Mondiali di USA '94. Ma in molti, probabilmente, sottovalutarono la sua forza.

Tanto più che nella gara d'esordio contro la Germania, priva dello squalificato Klinsmann davanti e di Kohler in difesa, arriva un sonoro k.o. per 2-0 con reti di Ziege e Möller. L'Italia invece supera la Russia 2-1 grazie a una doppietta di Casiraghi, e si gode un rinato Zola, autore dell'assist per il 2° goal, dopo l'amara e ingiusta espulsione contro la Nigeria nel Mondiale americano.

Si arriva così allo scontro diretto fra le due formazioni il 14 giugno 1996 ad Anfield. Sulla carta, non c'è partita. Ma il campo, come spesso accade, esprimerà un altro verdetto. Uhrin si affida a un classico 4-4-2, modulo particolarmente in voga in quel periodo, in cui a fare la differenza sono gli interpreti e la loro duttilità tattica. Davanti, assente il bomber Thomas Skuhravy, ormai prossimo al ritiro, il punto di riferimento è Kuka. Accanto a lui agisce Berger, cannoniere della squadra nelle Qualificazioni, che arretra in fase di non possesso. 

Le due fasce sono presidiate da Poborsky e Nedved, con Bejbl e il playmaker Nemec interni. Davanti al portiere Kouba, dietro giocano Latal a destra, Suchoparek a sinistra, capitan Kadlec e Hornak centrali. Sacchi, invece, sorprende tutti e in nome del turnover cambia 5/11 della formazione che aveva battuto la Russia all'esordio. Il Ct. di Fusignano evidentemente pensa che i conti si facciano all'ultima gara contro la Germania e che la Repubblica Ceca non sia poi questa forza.

Mai errore si rivelerà più grave. Davanti Ravanelli e Chiesa rilevano Casiraghi e Zola, mentre a centrocampo Fuser prende il posto di Di Livio, Dino Baggio quello di Di Matteo e Donadoni rileva Del Piero. L'Italia sembra in controllo della gara fin dai primi minuti ma è solo un illusione, perché al 4' Nedved colpisce. L'azione parte sulla destra dai piedi di Poborski, che si inventa una palla tagliata sul secondo palo.

Mussi sbaglia la diagonale e arriva in ritardo sul pallone, non così Nedved, che anticipa l'uscita di Peruzzi, controlla di petto e con un tocco morbido di destro firma l'1-0 per i cechi. Al 18' un guizzo di Chiesa riporta il punteggio sull'1-1, ma prima dello scadere del primo tempo, Bejbl riporta avanti la Repubblica Ceca e nonostante i cambi di Sacchi, che a quel punto torna sui suoi passi, ammettendo implicitamente il suo errore, gli Azzurri non riusciranno più ad acciuffare il pari.

Czech Republic Euro 1996Getty Images

Nedved, invece, fa ammattire il centrocampo azzurro con la sua corsa e i suoi cambi di direzione, e quando avanza sono dolori per la difesa. Il classe 1972 era cresciuto calcisticamente nel Duckla Praga, poi si era affermato nello Sparta, squadra con cui, nel 1995/96, era esploso realizzando ben 19 reti stagionali, cifra considerevole per un centrocampista, guadagnandosi la chiamata agli Europei da parte del Ct. Quel goal all'Italia fu la svolta della sua carriera.

Prima degli Europei, in Primavera, era stato promesso al PSV Eindhoven e quella sembrava essere la sua destinazione. 

"Con gli olandesi c'era un accordo preliminare. - ricorderà più avanti il giocatore ceco - Era tutto fatto, ma sono finito alla Lazio".

Già in precedenza l'attento Zdenek Zeman aveva chiesto al patron biancoceleste Sergio Cragnotti di prendere Nedved, ma il presidente aveva manifestato qualche perplessità sull'operazione. La prestazione eccezionale fornita contro l'Italia spazzava via tutti i dubbi e la Lazio scelse lui per rimpiazzare Winter.

Zeman dovette comunque chiarmarlo più volte per convincerlo.

"Credevo che sarebbe stato meglio procedere per piccoli passi, come andare a giocare in Olanda. - rivelò anni dopo - Mi ricordo le telefonate di Zeman. Il mister mi chiamava e con la solita classe mi diceva: 'Io penso che tu possa giocare in Italia'. Mi sono fidato, se sono arrivato alla Lazio è stato grazie a lui, per questo gli sono grato ancora oggi".

La vittoria a sorpresa della Repubblica Ceca complica non poco il compito degli Azzurri di Sacchi. Il testa a testa fra le due Nazionali si consuma alla 3ª giornata in favore dei cechi di Pavel Nedved. Questi ultimi strappano infatti un pareggio in extremis alla Russia (3-3), mentre l'Italia non va oltre lo 0-0 con la Germania, con Zola sul banco degli imputati per il rigore fallito, e viene clamorosamente eliminata.

Ad essere determinante a conti fatti fu proprio la vittoria dei cechi nello scontro diretto. Quel successo, fortemente marchiato Nedved, diede morale e fiducia alla Nazionale di Uhrin, che riuscirà poi eliminare il Portogallo e la Francia (ai rigori), qualificandosi così per la finalissima. Contro la Germania il 30 giugno non arriva però il lieto fine: i cechi passano in vantaggio con un rigore di Berger, ma Oliver Bierhoff, subentrato nel secondo tempo, prima porta la gara ai supplementari segnando l'1-1, quindi regala gli Europei ai tedeschi segnando nei supplementari la rete del Golden goal che uccide la partita.

Per Nedved, che poi avrebbe avuto una carriera importante con le maglie di Lazio e Juventus, vincendo il Pallone d'Oro nel 2003, quella finale varrà comunque sempre come una vittoria. Il centrocampista, in virtù delle sue prestazioni di grande livello, alla fine degli Europei sarà anche inserito nella Top11 del torneo.

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