Laurent Blanc - InterGetty

Laurent Blanc in Italia: i flop con Napoli e Inter

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È stato uno dei grandi protagonisti del 'double' della Nazionale Francese, capace di laurearsi nel giro di due anni Campione del Mondo e Campione d'Europa. Laurent Blanc è stato uno dei simboli del calcio transalpino e nei due decenni in cui si è estesa la sua carriera è riuscito a vincere, oltre che in patria, anche in Spagna con la maglia del Barcellona e in Inghilterra con il Manchester United.

Meno fortunate sono state invece per lui le due esperienze italiane con Napoli e Inter, le quali, benché importanti per la sua crescita, non hanno rispettato le grandi attese riposte nei suoi confronti. 

Impostosi a livello internazionale come difensore centrale, non tutti sanno che Blanc, formatosi nelle Giovanili come attaccante, inizia la sua carriera da calciatore professionista con il Montpellier da centrocampista con spiccate qualità offensive. Per lui arrivano tanti goal, addirittura 18 nel 1986/87, quando risulta determinante per la promozione della squadra in Division 1, in cui segna 15 reti nel 1988/89.

Da giovane era stato scartato in un provino dal Monaco perché ritenuto troppo gracilino. Nel 1990 arriva poi il cambio di ruolo che farà la fortuna della sua carriera. L'allenatore del Montpellier, Michel Mézy, gli chiede insistentemente di arretrare il proprio raggio di azione, agendo da libero dietro un centrale marcatore. Blanc però non è propenso ad ascoltare i consigli del tecnico, finché un giorno quest'ultimo gli dà il suo aut aut.

"O stai dietro, o non giochi!", dice a Laurent.

Blanc, che ha quasi 25 anni, in quel momento è dubbioso sul fatto di rimettersi in gioco in un ruolo diverso, ma per fiducia nel suo allenatore e per amore nel club che gli aveva dato fiducia alla fine accetta. E non si sposterà più dal suo nuovo ruolo. 

Cresciuto in pochi anni di ben 10 centimetri, riesce a imporsi nella nuova posizione con la sua eleganza e la sua visione di gioco, senza peraltro doversi sacrificare più di tanto sotto il profilo realizzativo, visto che nel suo primo anno da libero, nel 1990/91, realizza 14 goal in Division 1 e trascina la squadra al 7° posto finale. 

Nell'estate 1991 il presidente del Napoli Corrado Ferlaino, che cerca un leader per la sua squadra, orfana di Diego Armando Maradona, mette gli occhi sul quel ragazzo francese dalla chioma riccioluta e decide di portarlo all'ombra del Vesuvio sborsando 5 miliardi e mezzo al club francese.

Blanc è uno dei fiori all'occhiello del mercato partenopeo, che vede anche gli arrivi di Michele Padovano dal Pisa per 7 miliardi e di Vittorio Pusceddu dal Verona per 4 miliardi e mezzo. La panchina della squadra partenopea è invece affidata a Claudio Ranieri, dopo il deludente 8° posto dell'anno precedente con Albertino Bigon. Per gli azzurri è l'anno della rinascita, visto che la squadra, trascinata dai goal di Antonio Careca (15), Gianfranco Zola (12), e del nuovo acquisto francese (6 reti) centra un 4° posto finale dietro a Milan, Juventus e Torino.

La prima rete l'ex Montpellier la realizza contro la Lazio il 1° dicembre 1991, ma la giornata più bella la vive il 2 febbraio 1992, quando alla 19ª giornata sigla una doppietta nella vittoria con la Cremonese per 3-0. Il goal più bello è il 1°, che arriva al 27'. Zola si libera sulla destra ed effettua un traversone calibrato in area, Blanc svetta di testa su Favalli e infila il pallone nell'angolo basso alla destra di Rampulla.

Blanc segna ancora alla Lazio anche nella sfida di ritorno, poi un goal molto pesante, sempre di testa, al San Paolo contro il Milan di Capello che sta per laurearsi Campione d'Italia. L'ultima 'gioia' arriva infine al Franchi nel k.o. per 4-2 con la Fiorentina.

La stagione di Blanc, alla sua prima esperienza importante fuori dalla Francia, è però in chiaroscuro. Il libero si dimostra efficace in fase di impostazione della manovra e addirittura letale sotto il profilo della finalizzazione, ma, di contro, poco solido sotto il profilo difensivo. I critici, in un Paese come l'Italia dove la fase difensiva è considerata fondamentale, lo accusano di essere lento e poco efficace nelle chiusure. Alla fine avranno ragione loro perché subentrano dei contrasti con la società che porteranno all'interruzione del rapporto con i partenopei dopo una sola stagione.

In estate il libero è così girato in prestito ai francesi del Nimes, per poi cederlo a titolo definitivo al Saint-Etienne nella stagione 1993/94. Dopo due annate grigie, si riscatta all'Auxerre, giocando ad alti livelli nonostante alcuni problemi fisici (24 presenze e 2 goal), vincendo il suo primo titolo francese e la sua seconda Coppa di Francia dopo quella conquistata con il Montpellier nel 1989/90.

Nel 1996/97 passa al Barcellona, e in Catalogna, pur non riuscendo a brillare a causa di una serie di infortuni, gioca complessivamente 38 gare con una rete e vince Supercoppa di Spagna, Copa del Rey e Coppa delle Coppe. Si trasferisce quindi al Marsiglia per poi risultare un giocatore determinante a Francia '98 per la conquista del titolo di Campione del Mondo da parte dei Bleus di Jacquet. 

L'avventura con la Francia restituisce al calcio internazionale quel giocatore di grande personalità e dai piedi raffinati esploso qualche anno prima, e così Blanc, dopo una seconda stagione all'OM, nel 1999 decide di riprovare ad affermarsi in Serie A, campionato in cui militano numerosi suoi connazionali, e in cui, in quel momento, giocano tanti grandi campioni. 

Laurent Blanc MontpellierGettyimages

Il libero francese sbarca all'Inter, con il presidente Massimo Moratti che preleva dal Marsiglia la coppia di centrali difensivi e spende 8 miliardi per Domoraud e 5 miliardi e mezzo per Blanc. Briciole rispetto ai 90 miliardi con cui l'imprenditore milanese strappa il centravanti Christian Vieri alla Lazio, ai 61,8 pagati in totale al Real Madrid per Seedorf e Panucci, ai 30 per l'arrivo di Peruzzi dalla Juventus, ai 27 per Ivan Ramiro Cordoba dal San Lorenzo, ai 18 per Jugovic dall'Atletico Madrid e ai 15 per Georgatos dall'Olympiacos.

A completare una campagna acquisti sontuosa arrivano anche Fresi (4 miliardi e mezzo) dalla Salernitana e Mutu (4 miliardi) dalla Dinamo Bucarest. La stagione inizia bene, con i nerazzurri di Lippi che guadagnano la vetta della classifica in solitaria dopo 5 turni, ma è un continuo sali-scendi. Alla fine sarà 4° posto e qualificazione ai preliminari di Champions grazie al successo per 3-1 nello spareggio con il Parma.

Blanc fa il suo, soffre per la dura preparazione ma poi diventa un titolare fisso, totalizzando 42 presenze e 3 goal, e alternando buone prestazioni ad alcune prove negative. Fra queste ultime spicca sicuramente quella del 18 dicembre 1999 contro il Bari al San Nicola. Il francese non riesce a fermare in campo aperto il giovanissimo Antonio Cassano, che lo salta in agilità prima di battere Ferron. 

"Giocavo in difesa con Panucci, - ricorderà l'ex Marsiglia anni dopo - ma in quell’azione Antonio ci fece veramente sbandare. Fu bravo, anzi direi molto bravo: decisivo. Si vedeva fin da allora che era un attaccante di alto profilo. Praticamente vinse da solo la partita". 

I goal arrivano invece contro il Piacenza al Meazza il 20 febbraio 2000 (doppietta) e nel ritorno casalingo con il Bari, il 22 aprile. La seconda stagione in nerazzurro, dopo gli Europei in Belgio e Olanda vinti ancora da protagonista, il 2000/01, è più o meno sugli stessi livelli, con 44 presenze e 3 goal, senza infamia ma nemmeno senza troppa lode. Blanc si toglie però la soddisfazione di fra goal al Napoli, la sua ex squadra, nella 2ª giornata che si disputa il 14 ottobre del 2000.

In quella che costituisce la gara d'esordio di Marco Tardelli in panchina dopo l'esonero di Lippi, il francese dà una dimostrazione del modo personale di intendere il ruolo di libero. Così prima della fine del primo tempo esce palla al piede dalla difesa, ottiene l'uno-due con Seedorf e giunto in area effettua un tocco d'esterno per eludere l'uscita di Coppola e dopo averlo aggirato deposita il pallone in rete.

Un gran goal, che dà ai nerazzurri il provvisorio 3-0, prima della rete della bandiera dei campani con Sesa. Anche le altre 2 reti, le ultime 2 in nerazzurro, arriveranno in casa, una nel 2-2 con la Juventus, l'altra nel 2-1 all'Udinese il 25 febbraio. Di titoli, però, per il francese nemmeno l'ombra, e a fine stagione, conclusa con un deludente 5° posto, si consuma un nuovo definitivo addio alla Serie A dopo 86 gare totali e 6 reti con l'Inter.

"Andare all'Inter è stato un passaggio fondamentale della mia carriera. - dirà molti anni dopo - Ero stato al Napoli e quando sono arrivato a Milano ho trovato un grande Club una grande famiglia. È sempre stato così e porto nel mio cuore un bellissimo ricordo di quella esperienza. La Serie A era il miglior campionato del Mondo e Ronaldo e Vieri erano incredibili".

Blanc sbarca allora in Premier League con il Manchester United, e riesce a mettere in bacheca anche un campionato inglese alla seconda stagione, prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo nel 2003 all'età di 37 anni. Il libero che amava far goal chiude la carriera da calciatore con molti successi importanti nel suo palmarès, ma certamente anche con il rammarico di non esser riuscito a conquistare alcun trofeo nelle due esperienze italiane con Napoli e Inter. Prima di diventare un allenatore di successo.

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