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Ibrahima Mbaye BolognaGetty Images

La storia di Ibrahima Mbaye: il terzino adottato dal suo procuratore

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Il mondo del calcio viene spesso dipinto dall'esterno come una realtà crudele e cinica, che non lascia spazio ai sentimenti. Capita però che ci siano storie straordinarie di integrazione, come quella del protagonista del nostro racconto,  Ibrahima Mbaye , in grado di far ricredere e commuovere anche i detrattori più critici dell'universo pallonaro.

Scoperto da José Mourinho e arrivato in Italia diciassettenne per entrare a far parte delle Giovanili dell'Inter, fra il terzino senegalese e il suo procuratore, Beppe Accardi , si crea negli anni un rapporto talmente forte che l'agente decide di adottare legalmente il ragazzo, pur avendo quest'ultimo un padre naturale che lavora in Italia. 

L'ARRIVO IN ITALIA, LE GIOVANILI E L'INTER

Nato a Guédiawaye, nel dipartimento di Dakar, il 19 novembre 1994, Ibrahima Mbaye si innamora da bambino del pallone e inizia a praticarlo nella Scuola calcio dell' Etoile Luisiana , fondata niente meno che da José Mourinho . Il ragazzo, alto un metro e 88 centimetri e dal fisico longilineo (pesa 70 chilogrammi), ha leve molto lunghe e un grande temperamento. Gioca da terzino o esterno di fascia, sia a destra, sia a sinistra, e dimostra di avere qualcosa in più dei suoi compagni.

L'agente FIFA Beppe Accardi si accorge del suo talento, annota il nome sul suo taccuino e lo segnala all'Inter e al D.s. rosanero Walter Sabatini. Decisivo per il suo approdo in nerazzurro è però lo Special One in persona, che parla con il Direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio, e lo convince a dargli un'occasione in tempi rapidi. Mbaye sostiene e supera un provino e sbarca a Milano a gennaio 2011, pochi mesi dopo aver compiuto 16 anni. Inizialmente è aggregato agli Allievi Nazionali, poi nel 2011/12 passa in Primavera. Chiede e ottiene una maglia non banale, la numero 3.

"Arrivare in Italia è stato un cambiamento totale: perchè si cambia il modo di vivere, di parlare e di mangiare. - ha affermato di recente - Non è stato molto facile adattarsi, però piano piano ce l'ho fatta".

Ibrahima Mbaye InterGetty Images

Sotto la guida di Andrea Stramaccioni, è fra i protagonisti della vittoria della NextGen Series (che può essere definita la Champions League giovanile) nel marzo 2012, mentre a giugno, con la promozione del tecnico romano sulla panchina della Prima squadra, con Daniele Bernazzani vince lo Scudetto Primavera .

I progressi di Mbaye sono sotto gli occhi di tutti e nell'estate 2012 arriva la gratificazione della convocazione da parte di Stramaccioni nel ritiro precampionato con la Prima squadra . La vetrina importante è quella del Trofeo TIM, dove Mbaye dimostra di essere pronto per il grande balzo in Serie A. E infatti arrivano il primo contratto da professionista e l'esordio in Europa League ad agosto.

Il ragazzo arrivato dall'Africa è riuscito a coronare il suo sogno, diventando un calciatore professionista, e arriva anche il plauso di capitan Javier Zanetti , non uno qualunque: 

"Ibra mi piace tantissimo - dice - per l'approccio che ha con il lavoro".

IL PRESTITO AL LIVORNO E GLI ANNI AL BOLOGNA

Le due presenze europee restano le uniche per Mbaye in Prima squadra nella stagione 2012/13, così nell'estate 2013 l'Inter lo manda in prestito al Livorno per farlo giocare. Con gli amaranto l'esterno senegalese debutta in Serie A il 25 agosto 2013 nella sfida in trasferta persa 2-0 contro la Roma. Mbaye totalizza 25 presenze e 2 reti. Queste ultime arrivano con una doppietta contro la Sampdoria al Ferraris.

Il Livorno retrocede in Serie B e Mbaye nell'estate 2014 torna dunque all'Inter. Con i nerazzurri firma il rinnovo di contratto fino al 2017 con un ingaggio di 600 mila euro a stagione. Sotto la gestione di Walter Mazzarri colleziona 7 presenze, 4 in campionato e 3 in Europa League, ma a gennaio con il ritorno di Mancini sulla panchina della squadra viene ceduto in prestito oneroso al Bologna in Serie B, con obbligo di riscatto in caso di promozione fissato a 2 milioni e 750 mila euro.

L'apporto di Mbaye alla squadra è importante e il terzino, con la promozione in Serie A dei felsinei, viene riscattato. In Emilia ha disputando lo scorso la sua settima stagione, la sesta in Serie A. Durante l'avventura con la maglia rossoblù ha esordito anche con la Nazionale maggiore del Senegal, nella quale conta al momento 8 presenze, con la Coppa d'Africa vinta nel 2022 che spicca tra gli altri ricordi in carriera.

Ibrahima Mbaye LivornoGetty

IL RAPPORTO CON ACCARDI E L'ADOZIONE 

Il rapporto fra Ibrahima Mbaye e Beppe Accardi diventa molto di più di un semplice legame fra giocatore e agente. Il ragazzo senegalese quando non gioca ha sempre vissuto con il procuratore e la sua famiglia, facendosi voler bene e diventando presto uno di casa. Tanto che nel 2015 partono le pratiche per chiedere la sua adozione .

"A  tutti gli effetti è mio figlio. E non ha un legame particolare solo con me, ma anche con mia moglie e le mie figlie, che stravedono per lui. Lui mi chiama 'Capo', mia moglie Antonella invece la chiama 'mamma'. Gli ho detto: 'Sulla maglia devi mettere Mbaye-Accardi'. Ci vogliamo bene. Ibra è uno di noi, è cresciuto con me, mia moglie e le mie figlie, Naomi e Talita.  È il figlio maschio che non ho mai avuto e adesso ce l’ho . E poi è un ragazzo straordinario al quale non si può che volere bene".

Serio ed educato, Ibrahima conquista da subito la sua seconda famiglia.

"Quando arrivò si presentò con un regalo per ogni componente della mia famiglia. - ricorda l'agente - Anziché spendere per sé i primi soldi guadagnati, ne mise da parte per farci una sorpresa".

Così nasce l'idea dell'adozione.

"Quando non era impegnato con il calcio abitava con noi a Medolla, aveva anche una sua camera.  - rivela Accardi a 'La Repubblica' - Un giorno le mie figlie mi dissero: 'Papà, per noi è come un fratello, perché non l’adottiamo?' . E sono partite le pratiche. I suoi genitori sanno tutto, ovviamente. Lo vengono spesso a trovare, abbiamo un gran rapporto: suo padre, che lavora a Pavia in una cooperativa, anni fa gli disse: 'Ibra, questo signore sta facendo per te cose che neanche io sono riuscito a fare: tienitelo stretto' ".

Completata la procedura di adozione, Mbaye è diventato a tutti gli effetti un componente della famiglia Accardi. E non mancano gli aneddoti.

"Viene con noi in ferie e mi somiglia anche. - scherza Accardi -  Quando andiamo in giro con lui mia moglie dice sempre che è nostro figlio. E allora quando vedono lui che è di colore ed io no, passo per un cornuto . Ma per Ibrahima questo e altro, posso passare anche per un cornuto".

"Ora ha preso casa in pieno centro. Ma a Medolla viene spessissimo a trovarci, anche due-tre volte a settimana . È sereno, serafico direi. Sono io che imparo da lui. È il suo carattere, credo dipenda dall'infanzia che non è stata semplice. I genitori emigrarono per mantenerlo, lui è cresciuto coi nonni, si chiama Ibrahima proprio come il nonno che non c'è più. Là in Senegal l'avevano soprannominato Pape, il saggio. Mica è un caso".

Oggi Mbaye è un bell'esempio di integrazione attraverso lo sport e guarda al suo futuro con fiducia.

" Ho fatto un buon lavoro e sono arrivato lontano, ma non dove voglio essere , c'è ancora tanta tanta strada da fare. - afferma - Gioco in Serie A in una grande società come il Bologna, ed è una meraviglia giocare qui, mi fa molto piacere. Però voglio continuare a lavorare e a crescere per arrivare il più lontano possibile. Ho ancora tanta fame e tanta voglia di andare avanti e imparare cose nuove, ambendo a giocare le partite più importanti. Il sogno sarebbe giocare queste partite con il Bologna, perchè no".

Nell'estate del 2022, però, si è trasferito al Cluj, in Romania: la sua storia rimane comunque una delle più belle. Calcisticamente e non solo.

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