Guardare al presente pensando al futuro. Messaggio chiaro e inequivocabile, dunque, quello lanciato oggi dalla Juventus. Una conferenza stampa apparentemente inusuale sfocia in una missiva progettuale pregna di significato. Matias Soulè, Fabio Miretti e Nicolò Fagioli: 2003, 2003, 2001. Tre calciatori appartenenti alla linea verde, chiamati a prendersi la Vecchia Signora con i tempi giusti. Perché, utilizzando l’Allegri pensiero, un giovane se è forte gioca.
Ed è vero. Basti pensare proprio a Miretti, reduce dalla prima dall’inizio in Champions League, contro il PSG. Da rileggere: la prima – dall’inizio – contro il PSG. Iniezione di fiducia enorme per il centrocampista che, seppur con le difficoltà del caso, anche nella capitale francese ha dimostrato di essere sul pezzo. E, carta d’identità alla mano, gli ampi margini di miglioramento non mancano. Chiaro, alti e bassi fanno e faranno parte del percorso, ma il sentore è che alla Continassa abbiano un gioiellino notevole tra le mani.
“Del PSG mi ha colpito la qualità e la velocità di ogni smarcamento e passaggio – così Miretti – il tutto, con grande qualità. Questo mi ha colpito enormemente. Perché in passato ho scelto la Juve? Avevo 8 anni, tifavo Juve, per me venire qui non è stato difficile. C’era l’interessamento del Torino, ma oltre a essere un grande tifoso ha la differenza i servizi messi a disposizione dalla società”.
Da capire, dal canto suo, quali possano essere gli spazi per Fagioli. Che, nelle battute conclusive dell’ultima sessione di mercato, sembrava potesse andare via in prestito. E, invece, alla fine il dg Cherubini – in linea con l’entourage del calciatore – ha optato per la permanenza, optando per la partenza di Zakaria in direzione Chelsea. Autore di un pre-campionato molto positivo, l’ex Cremonese in questo avvio di campionato ha racimolato solamente 7’, complice un piccolo problema fisico. Mezzala tecnica e moderna, Nicolò può rappresentare un’alternativa di lusso, anche se scalare le gerarchie non sembra un esercizio semplice.
“Ho realizzato il mio sogno – spiega Fagioli – restare in pianta stabile in prima squadra. C’era la possibilità di andare in prestito, ma con la società abbiamo scelto di rimanere e sono molto felice”.
Studia da grande, e in grande, anche Matias Soulè. Un esterno d’attacco potenzialmente di livello assoluto, già da mesi nel giro della Nazionale maggiore, pronto a prendersi l’Argentina che verrà. In definitiva, uno che gode della stima del connazionale Di Maria, che lo ha definito “molto forte”. Un complimento extra lusso:
“Condividiamo il fatto di essere argentini – dice il 19enne di Mar del Plata – c’è sempre quella confidenza che viviamo come se già ci conoscessimo da prima. Beviamo mate e, sicuramente, poi verrà a casa mia a mangiare”.
Sorridono l’ad Arrivabene e il dg Cherubini. Con il primo a elogiare l’area sportiva:
“È un piacere per me essere qua in questa occasione, perché presentiamo il frutto di tanto lavoro fatto dal settore giovanile che finalmente approda in prima squadra come Niccolò, Fabio e Matias”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Cherubini:
“Questa presentazione rappresenta un momento per noi fare una riflessione sul nostro progetto. Quattro anni fa abbiamo incominciato con la seconda squadra, ma le nostre riflessioni iniziavano molto prima. Abbiamo fatto forti investimenti sulle strutture e allenatori e poi abbiamo affrontato il tema del percorso. Ormai da più di 10 anni analizziamo le statistiche del campionato primavera che sono purtroppo statiche solo il 2% dei giocatori della primavera poi va in Serie A. Dal 2018 abbiamo avuto la possibilità di iscrivere la seconda squadra e abbiamo intrapreso un rapporto formativo con la Lega Pro e colgo l'occasione di ringraziare il Presidente Ghirelli. Oggi i nostri tre ragazzi che sono qui hanno già più di 100 presenze con la seconda squadra e nel caso di Niccolò ha presenze anche con squadre esterne”.

