"Sono le partite di Cristiano, l'ha sempre dimostrato in questi anni. E' carico e ha riposato in questi giorni. Avevamo programmato un certo tipo di lavoro dopo lo Spezia, l'ha fatto bene e non vede l'ora di giocare questa gara".
Si parte direttamente dalle parole di Andrea Pirlo pronunciate alla vigilia di Juventus-Porto. Si parte, prima di ogni altro aspetto, dal fattore CR7. Perché il portoghese, reduce da 69' trascorsi in panchina contro la Lazio, arriva nel migliore dei modi all'appuntamento di questa sera (ore 21). Ovvero: fresco, motivato e famelico.
Sullo sfondo una missione da centrare che - specialmente nell'Europa che conta - gli riesce bene: giganteggiare. Beh, d'altro canto 5 Champions non si vincono per caso. Tutt'altro.
Il 2-1 maturato al do Dragão, dunque, obbliga Madama a fornire una prestazione extra lusso. Vietato sbagliare, tra aspetto sportivo e finanziario.
Nel primo caso, dopo l'eliminazione subita nella passata stagione per mano del Lione, bissare nuovamente agli ottavi, e contro un avversario come il Porto, avrebbe del delittuoso. E, automaticamente, potrebbe intristire i pensieri del fuoriclasse lusitano. E poi ci sono le tematiche monetarie, che ai tempi del Covid diventano quasi sovrane.
E se i ricavi della Signora nella Champions corrente hanno già superato i 70 milioni, con l'eventuale passaggio ai quarti se ne aggiungerebbero altri 10,5; senza contare usi e costumi del market pool, in attesa dei risultati di Lazio e Atalanta.
La Juve, in soldoni, non può proprio permettersi di sbagliare. Servirà una prova differente rispetto a quella andata in scena a Oporto. Match in cui Ronaldo ha fatto solo un tiro: il suo record più basso in una partita a eliminazione diretta di Champions dalla semifinale contro il Barcellona nel 2011, quando non ha scoccato conclusioni.
Tra le mura amiche, comunque, CR7 sa - ampiamente - il fatto suo. Basti pensare che in Champions ha segnato 10 goal in 10 partite allo Stadium con la maglia della Juve. Ma c'è di più. C'è che dall'approdo di Cristiano a Torino, solo Leo Messi (14) ha realizzato più reti in casa nella competizione. Dati Opta.
Ronaldo insegna e ancora una volta dovrà salire in cattedra. Proprio lui che nelle fasi calde della Champions, da quando è sbarcato all'ombra della Mole, ha sempre dimostrato di essere sul pezzo. Dall'Atletico Madrid punito con una sontuosa tripletta nella remuntada del 3-0, passando per le marcature rifilate all'Ajax - andata e ritorno - sempre nel 2019.
Più fresca, invece, la doppietta proposta lo scorso agosto nell'inutile 2-1 contro il Lione. Inutile per la Juve, eliminata, con conseguente esonero di Maurizio Sarri. Un po' meno per l'ex Real Madrid, sempre in prima linea ad ammaliare i riflettori.
I bianconeri, alla terza chance, sono chiamati a parlare la lingua del proprio re. Uno che ha scelto di trasferirsi alla Juventus per cercare di regalare una gioia che da quelle parti manca dal 1996. Un digiuno anacronostico considerando forza e blasone del club, ma che resta pur sempre un digiuno.


