Tutti gli appassionati di calcio conoscono la fusione fra Sampierdarenese e Andrea Doria, con cui il 12 agosto 1946 nasce la Sampdoria, squadra che avrebbe scritto pagine importanti del calcio italiano e che ancora oggi costituisce una delle due anime della Genova calcistica in Serie A.
Non tutti sanno invece che quella del Secondo dopoguerra non è stata l'unica fusione nella storia fra i due club: ce ne fu infatti una prima, per la quale bisogna tornare indietro al lontano 1927, non frutto della volontà delle due società e dei suoi tifosi, ma di una decisione a tavolino del regime fascista , che impose la nascita dell' Associazione Calcio La Dominante.
LE PREMESSE STORICHE
La struttura dei campionati di calcio in Italia nella seconda metà degli anni Venti del XX secolo subisce continui aggiornamenti e aggiustamenti, con l'intento comune di giungere ad un girone unico d'unità nazionale, nonostante le sistematiche polemiche che suscitano le novità.
Alla laboriosa e controversa riforma contribuiscono, in momenti diversi, le idee e le decisioni contenute nel 'Progetto Pozzo', nel ' Lodo Colombo' e nella 'Carta di Viareggio', la quale prende il nome dal luogo in cui si svolge il Congresso Federale del 1926.
Il campionato 1926/27, vinto dal Torino ma successivamente revocato per la presunta combine con cui il dirigente torinista Nani avrebbe convinto il terzino della Juventus, Luigi Allemandi ad addomesticare il risultato del Derby della Mole del 5 giugno 1927, aveva visto al via 20 squadre, segno che tutto stava procedendo verso la costituzione della Serie A.
Il programma federale ha però un evidente punto debole. Procedendo nella direzione intrapresa, infatti, vaste aree del territorio nazionale rischiano di restare escluse dal grande calcio, in particolare due aree: l'estremo Nord-Est ed il Sud Italia, tanto care alla propaganda del regime fascista.
Al contrario ci sono grandi città che possono schierare nel massimo campionato ben tre squadre: è il caso di Roma, che ha Alba, Fortitudo, Roman e la neopromossa Lazio, e di Genova, che annovera, oltre al Genoa, vincitore di 9 Scudetti, l'Andrea Doria e la Sampierdarenese.
27 LUGLIO 1927: NASCE LA DOMINANTE
La presenza di troppe squadre della stessa città, oltre ad essere un ostacolo tangibile al progetto del Girone unico, rappresentava agli occhi del fascismo un problema non secondario di ordine pubblico perché costringe a organizzare più eventi concomitanti e non è sempre compito semplice tenere a bada i tifosi. L'immagine di perfezione formale del regime non può consentire il rischio di brutte figure, così già al termine del campionato 1926/27 il fascismo inizia a caldeggiare le voci di fusione fra alcuni club delle due città.
Nella capitale dall'unione fra Alba, Fortitudo e Roman il 22 luglio del 1927 nasce l' A.S. Roma. A Genova invece, sfruttando la creazione della 'Grande Genova', con l'accorpamento dei quartieri di San Pier d'Arena e Cornigliano Ligure, il regime fascista, impone la fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese (le stesse squadre che nel 1946 daranno vita alla Sampdoria), che confluiscono nell' Associazione Calcio La Dominante.
Il nome, fortemente contestato dalle tifoserie delle due società originarie, è infelice: richiama uno degli antichi appellativi della Repubblica marinara di Genova, e vuole rappresentare, con retorica tipica del regime, l'appartenenza della squadra all'intera città.
La prima divisa, vista la genesi, non può non strizzare l'occhio ai gerarchi fascisti genovesi, ed è completamente nera, con risvolti prima bianchi e poi verdi. La seconda, invece, ha calzettoni e pantaloncini neri, con maglia totalmente bianca.
Lo stemma adottato e presente sul petto, poi, rappresenta un Grifone affiancato da un fascio littorio e riproduce i colori ufficiali nero e verde. Come campo di gioco, infine, viene costruito ex novo lo Stadio del Littorio di Cornigliano Ligure: lo stile è all'inglese e può ospitare un massimo di 15 mila spettatori.
LA BREVE VITA DELLA SQUADRA DEL REGIME
Nel 1927/28 la Dominante fa il suo esordio nel campionato di Divisione Nazionale, cui partecipano 22 squadre, 2 in più della stagione precedente. La squadra è affidata all' allenatore austriaco Karl Rumbold, visto che sono gli anni in cui il calcio mitteleuropeo in Europa va per la maggiore. Nella rosa spiccano alcuni elementi: su tutti il capitano Ercole Carzino, per gli almanacchi Carzino II per distinguerlo dal fratello Enrico, anche lui calciatore.
Una presenza in Nazionale nel 1921 contro la Svizzera, è impiegato da centro-sostegno o mediano sinistro. Mancino naturale ma in grado di usare egregiamente anche il destro, era molto amato per la sua combattività e resistenza, ed eccelleva nel colpo di testa, tanto da guadagnarsi il soprannome di 'Testa di Bronzo', oltre a quelli di 'Il condottiero', 'Il capitano' e 'L'inesauribile Carzino'.
Dopo tanti anni da capitano della Sampierdarenese, a lui è affidata la fascia anche quando il club confluisce nel nuovo sodalizio. Con Carzino si distinguono il centrocampista Elios Del Ponte, il portiere Tullio Bonadeo e l'attaccante Giuseppe Raggio. Il campionato della Dominante è però mediocre, e la squadra, che non incontra i favori dei vecchi tifosi, chiude penultima nel Girone B, con soli 14 punti in 20 gare, frutto di 4 vittorie, 6 pareggi e 10 sconfitte, 26 goal fatti e ben 40 subiti.
La Dominante sarebbe retrocessa, assieme al Verona, ultimo, e a Lazio e Reggiana del Girone A. Ma nel 1928/29 la Divisione Nazionale 'si allarga' a 32 squadre, e così la nuova realtà calcistica, creata dal fascismo, è riammessa al massimo campionato 'per meriti sportivi'. Viene allargato anche il numero delle neopromosse: fra queste c'è anche l'U.S. Milanese, che diventa così la terza squadra di Milano in Divisione Nazionale, mentre manca la Fiumana, squadra che sta particolarmente a cuore al regime per ragioni propagandistiche, e che aveva comunque vinto la Coppa Federale.
Ecco allora che la longa manus del fascismo impone un nuovo forzato matrimonio fra i due club più giovani del capoluogo lombardo: l'Unione Sportiva Milanese e l'Internazionale si fondono per dar vita all' Ambrosiana, che assume i colori canonici della città, con la classica croce rossa su sfondo bianco. Il CONI ratifica l'avvenuta fusione l'8 settembre 1928. Con la promozione della Fiumana, che avviene per decreto del presidente della FIGC, ecco le 32 squadre partecipanti al torneo, suddivise in due gironi di 16 squadre ciascuno.
La Dominante, guidata da un altro tecnico austriaco, Rudolf Stanzel, è inserita stavolta nel Girone A, continua a non brillare e si piazza soltanto 10ª. L'anno seguente è istituito il Girone unico a 18 squadre, il lotto delle partecipanti è sensibilmente ridotto e così la compagine genovese finisce nel primo campionato di Serie B.
L'obiettivo diventa logicamente quello di far ritorno in Serie A, ma anche la stagione 1929/30 si rivela sfortunata per i neroverdi. Il 3° posto finale, alle spalle di Casale e Legnano, segna il fallimento dell'obiettivo promozione.
La Dominante è di fatto già al capolinea della sua breve storia. Ma il regime non può accettare un simile smacco e ci riprova: sciolta la Corniglianese, che aveva chiuso al 15° posto nel Girone A della Prima Divisione ed era stata esclusa dal campionato per problemi economici, la ingloba nella Dominante, che così si trasforma e diventa Foot Ball Club Liguria.
La neonata società, che adotta una divisa con maglia a strisce rossonere, colori che richiamavano quelli della Sampierdarenese, partecipa alla Serie B ma i risultati sono ancora una volta disastrosi: snobbata dai tifosi di un tempo, nonostante la guida di capitan Giuseppe Grabbi, il nonno di Corrado, che vinto uno Scudetto con la Juventus nel 1925/26, aveva ereditato la fascia che era stata di Carzino, giocando nella Dominante fin dal 1928/29, chiude all'ultimo posto in classifica con 2 gare non disputate.
L'FC Liguria sarebbe retrocesso in Serie C, e così i gerarchi fascisti abortiscono il progetto, prendendo atto del suo fallimento. Si rivolgono ai vecchi dirigenti della Sampierdarenese per rianimare il vecchio club, che, annullate le fusioni del 1927 e del 1930 rinasce, assieme ad Andrea Doria e Corniglianese. Tutte e tre le società prendono strade diverse.
Ma la loro storia, per tutta la durata del fascismo, è piuttosto tribolata. Nel 1937/38 torna la denominazione di A.C. Liguria, stavolta frutto di una fusione fra Sampierdarenese, Rivarolese e Corniglianese. Per trovare una fusione di successo bisognerà aspettare il secondo Dopoguerra, quando la Sampierdarenese, iscritta alla nuova Serie A ma in condizioni economiche precarie, e l'Andrea Doria, esclusa dal massimo campionato ma in floride condizioni ecomiche, decideranno volontariamente di unire le proprie forze costituendo il 12 agosto 1946 la Sampdoria, il club che ancora oggi difende i colori della città di Genova assieme al Genoa.
La Dominante resterà così soltanto il ricordo di un passato lontano e buio, quando il regime aveva provato a forzare la mano. Lo Stadio del Littorio, la casa di gioco dei neroverdi, dopo esser stato anche l'impianto casalingo di Sampierdarenese, Liguria e Corniglianese, danneggiato parzialmente durante il conflitto mondiale, sarebbe diventato inizialmente il campo di allenamento della neonata Sampdoria. Intitolato poi nel 1950 al portiere del Grande Torino Valerio Bacigalupo, teatro in estate di rappresentazioni operistiche, sarà demolito definitivamente nel 1958. Al suo posto trova oggi spazio la rimessa degli autobus di via Giovanni d'Acri.


