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PS Impegni Juve

Juventus, ora ti giochi tutto: un finale tra leggenda o fallimento

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Per lo scudetto serve qualcosa di straordinario ”. Lo dice Massimiliano Allegri . Lo dice la classifica. Dopo aver dilapidato cinque punti in cinque giorni, la Juventus si ritrova a vivere una situazionale insolita: capolista, sì, ma con due montagne da scalare. La prima si chiama Inter, l'altra Roma. Nel mezzo, tra collina e pianura, gli impegni casalinghi contro Bologna e Verona. Senza sottovalutare la finale di Coppa Italia, dove i bianconeri – il 9 maggio nella capitale – se la vedranno con il Milan.

In quattro gare di campionato, non avendo pressoché più nulla da amministrare, la Signora si ritrova a dover premere sull'acceleratore. Dietro, con un calendario sulla carta più agevole, il Napoli non dovrebbe concedere speranze. Ecco perché, nel momento decisivo della stagione, i campioni d'Italia in carica si proiettano a un finale senza mezze misure: trionfo o fallimento. Parola, quest'ultima, usata a novembre dall'ad Beppe Marotta : “Dobbiamo essere autorevoli candidati alla vittoria, arrivare secondi sarebbe una sconfitta, un fallimento sportivo”. La Juve è fatta così: il successo più importante è sempre quello successivo. Mai come questa volta, però, l'egemonia nel Belpaese è a rischio crollo.

Parallelamente, Gianluigi Buffon prova a parare anche i chiacchiericci: “Lite con Benatia? E' quel tipo di gossip, palesemente inventato, che si portano dietro le sconfitte di squadre che sembrano non avere punti deboli come la Juventus. Si cerca, così, di destabilizzare un ambiente, minando le certezze e l'unione di un gruppo ”. Accantonando per un attimo l'obiettivo corale, il fuoriclasse azzurro si appresta a calcare per l'ultima volta il manto erboso della “Scala del calcio”.

Al termine della stagione, giunto a 40 primavere e con una carriera leggendaria, sarà tempo di appendere i guanti al chiodo. Il tutto – ambizione personale – provando a impreziosire la bacheca con due trofei in più. Ecco perché, direttamente dai microfoni di 'Juventus Tv', il fuoriclasse azzurro ha voluto fare quadrato, disinnescando il presunto post gara arroventato con il Napoli e, soprattutto, spostando l'attenzione verso l'imminente impegno con l'Inter: “Siamo sempre primi con un margine di vantaggio risicato. Dobbiamo cercare di portarlo a fine corsa, questo è il nostro obiettivo e il nostro dovere ”.

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La sensazione è che – tricolore o meno – gli uomini della Continassa si stiano avviando a una ristrutturazione significativa. In questi casi, infatti, operare all'insegna della lungimiranza rappresenta la prassi. A maggior ragione per un club chiamato a fare la voce grossa in tutte le competizioni. Non solo Buffon. Diversi interpreti della vecchia guardia si avviano all'addio: Kwadwo Asamoah nella prossima stagione difenderà i colori dell'Inter; Stephan Lichtsteiner andrà via a parametro zero; Claudio Marchisio potrebbe trasferirsi negli States. Occhi puntati anche su Mario Mandzukic e Alex Sandro, entrambi legati a Madama fino al 2020, pronti a salutare la Mole per motivazioni differenti.

Da monitorare anche il fronte allenatore, con il futuro di Massimiliano Allegri tutto da scrivere. Il rapporto tra il tecnico livornese e la dirigenza juventina, spalleggiato da due anni rimanenti di contratto, risulta essere dei più solidi. Dopo un ciclo di tale caratura, però, porsi degli interrogativi sfocia nella legittimità pura. D'altronde, si sa, è pur sempre questione di stimoli. E, forse, pure di vittorie.

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