La notte, evidentemente, ha portato consiglio. O meglio, gli ultimi consigli. Perché, al di là della ovvia e scontata pretattica adottata ieri in conferenza stampa, Massimiliano Allegri ha le idee (molto) chiare su come affrontare questa sera l’Inter in occasione della finale di Coppa Italia. Appuntamento fissato alle 21 all’Olimpico di Roma.
Gli esperimenti, che poi tanto esperimenti non sono considerando come la Juventus abbia proposto più volte in stagione questo sistema di gioco, dovrebbero sfociare nella scelta del 4-2-3-1. Stesso modulo, peraltro, proposto nell’ultimo derby d’Italia vinto di misura dai ragazzi di Simone Inzaghi.
Allo Stadium, pur non ottenendo punti, i bianconeri avevano proposto una prova interessante. Bene la personalità, la determinazione, non puntare esclusivamente sulla difesa posizionale. Evidentemente la gara del 3 marzo ha fatto scuola. Ecco perché, tra antivigilia e vigilia, il tecnico livornese ha testato un assetto a tutta qualità. Con le bocche di fuoco chiamate, così, a recitare una parte sovrana e vitale.
In porta toccherà a Perin, ovvero a colui che fin qui ha sempre giocato in Coppa Italia, e che quindi anche nella Capitale scenderà in campo dall’inizio. Davanti all’estremo difensore di Latina non dovrebbero esserci dubbi: Danilo, De Ligt, Chiellini e Alex Sandro. Con il capitano pronto a disputare la sua ultima finale in bianconero e con il terzino brasiliano in vantaggio su Pellegrini che, comunque, ha recuperato ed è un’opzione da non sottovalutare a gara in corso. Squalificato De Sciglio.
A centrocampo, qualora dovesse vincere il partito dei due metodisti, tutte le strade portano a Zakaria e Rabiot. Ruolo naturale per l’elvetico che, proprio in quella posizione, in Germania ha costruito le basi di una carriera importante. Mentre il francese, ormai, per Allegri rappresenta semplicemente una pedina imprescindibile. Importante, e da non sottovalutare, il rientro di Locatelli: out da un mese, a disposizione per qualche minuto se ce ne fosse bisogno.
E là davanti? Beh, intanto Dybala. Tra presente e ciò che potrebbe essere futuro, nonostante ad oggi – come spiegato con una nota ufficiale dall’agente Jorge Antun – la Joya non ha ancora preso accordi con nessuno: né in Italia né all’estero. Non è un mistero, tuttavia, che l’ad nerazzurro Beppe Marotta lo stimi particolarmente, tanto da averlo voluto in prima persona dal Palermo. Insomma, Allegri non fa calcoli di nessun tipo e si affida all’estro del suo 10, reduce dall’ottima partita individuale di Genova.
Poi? Cuadrado a destra, Bernardeschi favorito a sinistra e occhi puntati sulla prestazione di Vlahovic. Che non segna da tre partite consecutive e che, per l’appunto, ha voglia di spaccare il mondo. Come? Goal e primo trofeo con la Juventus. Ci riuscirà?




