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Paulo Dybala JuventusGetty

Juventus, cos’è mancato in stagione per competere ai massimi livelli?

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La Juventus, per la seconda volta consecutiva, chiude il suo cammino ottenendo la quarta piazza in campionato. Una media punti da Europa League nel girone d’andata, con conseguente svolta Champions in quello di ritorno. E, infatti, i bianconeri si sono garantiti l’approdo alla prossima Europa che conta. Non scontato, affatto, considerando come l’avvio dell’Allegri 2.0 abbia proposto evidenti limiti strutturali e caratteriali.

Ma cos’è mancato per stare là, dove ha trionfato il Milan e dove ci ha creduto e sperato fino all’ultimo l’Inter, con ottimi sprazzi di Napoli qua e là? Tutto. Perché la Vecchia Signora, senza giri di parole, non è mai riuscita concretamente ad acciuffare le top 3. Vuoi perché la costruzione della squadra – sebbene proponga i costi di gestione più alti della Serie A – si è rivelata (assai) difettosa. Vuoi perché, dal canto suo, Max Allegri ha faticato enormemente nel trovare la tanto agognata quadra tecnico-tattica. Insomma, vivacchiare. Che, si sa, alla Continassa è un concetto che non trova terreno fertile.

Nella valutazione generale, però, bisogna necessariamente tenere conto del fattore CR7. Da uomo “simbolo” all’addio consumatosi nelle battute conclusive dell’ultima finestra estiva. Banalità al potere: avere o non avere uno dei migliori calciatori al mondo sposta e non poco. Qui, pensando a salvare il salvabile principalmente da un punto di vista economico, Madama ha optato per i saluti; per poi prendere coscienza – nei mesi – di quanto e come fosse complicato sostituire il fuoriclasse lusitano.

Al di là delle scelte di Allegri, e di un cammino balbettante, la sensazione è che questa Juventus abbia bisogno di rinforzi importanti: anche e soprattutto per alzare il livello di leadership di uno spogliatoio che, ora, ha perso Giorgio Chiellini. Non è un caso, ad esempio, che i bianconeri stiano lavorando per prendere Paul Pogba e Angel Di Maria due che, se messi nelle condizioni giuste, possono aiutare decisamente ad alzare l’asticella.

Occhio, inoltre, alle mediocrità o a quei calciatori a fine ciclo. Un esempio? Alex Sandro. Giunto, ormai, capolinea della sua avventura all’ombra della Mole nonostante sia legato da un altro anno di contratto. Stipendi extra lusso per calciatori tutto fuorché centrali nel progetto tecnico, ma che difficilmente potranno lasciare Torino in estate proprio perché altrove certe cifre se le potrebbero solamente segnare.

Una Juve che non ha mai vinto uno scontro diretto e che ha sempre dato l’impressione di non poter effettuare il salto di qualità. Senza sottovalutare gli errori individuali, basti pensare a Szczesny, letteralmente irriconoscibile in avvio di stagione. O alla programmazione lacunosa che portato la Juve a giocare con Morata in qualità di punta centrale attendendo l’arrivo di Vlahovic dal mercato di gennaio. Errori, leggerezze, pagate a caro prezzo.

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